Le idi di marzo: recensione del film di e con George Clooney

Un film che ci cala nel lato oscuro della politica, tra intrighi, corruzione e ricatti.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi!”

(Giulio Cesare – William Shakespeare)

Le idi di marzo è un film del 2011 diretto e interpretato da George Clooney con Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood, tratto dall’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon che ha scritto la sceneggiatura insieme a Clooney.

Stephen Meyers è un giovane e brillante addetto stampa che lavora per il governatore della Pennsylvania Mike Morris, candidato alle primarie del Partito Democratico per la presidenza degli Stati Uniti d’America. Meyers è un idealista, conteso dagli avversari, ma incorruttibile. Morris è il candidato ideale: carismatico, di alta caratura morale, fedele ai principi della Costituzione americana. Almeno solo in apparenza. Ben presto Meyers scoprirà il lato oscuro del suo candidato e del mondo della politica, tra intrighi, corruzione e ricatti.

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Le idi di marzo: la politica e Shakespeare prima di House of Cards

Due anni prima dell’acclamata serie tv House of Cards, concepita dallo stesso Beau Willimon e diretta da David Fincher, Le idi di marzo è una lucida critica del sistema politico e della sua doppia morale. Figure irreprensibili e apertamente interessate solo al bene pubblico tramano per accrescere il loro potere, guidati da un’avidità insaziabile. George Clooney, alla sua quarta regia, dirige un film classico, chiaro omaggio al cinema politico degli anni ’70 da Il candidato di Michael Ritchie a Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula.  Dopo l’ottima prova in Good night and good luck sul maccartismo, il regista torna nei meandri del potere, stavolta raccontandolo dall’interno attraverso gli occhi di Stephen Meyers – uno dei primi ruoli significativi per Ryan Gosling – guru della comunicazione nonostante la giovane età che conserva ancora un po’ di ingenuità. La stessa che gli fa credere che Morris costituisca il cambiamento. A cambiare sarà Meyers stesso, plagiato da un’ambiente che ammorba anche gli animi più puri.
La trama, di impostazione shakespeariana, vede i personaggi muoversi come pedine di una scacchiera: ognuno fa il suo gioco, ognuno ha un segreto da difendere o da usare come una coltellata a tradimento. Ci sono, ovviamente, Giulio Cesare e Bruto, Cassio e i vari Iago: un copione che si ripete, ma Clooney riesce con intelligenza a non scadere nella retorica e nella banalità e a costruire, quindi, un thriller politico avvincente, servendosi di un cast eccezionale.

Le idi di marzo: la mala politica prima dell’era Trump imperversa nella trama del film di George Clooney

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“L’etica conta, da essa dipende il nostro futuro!” urla Morris in una delle sue tante orazioni. L’ipocrita affermazione sulla quale, in realtà nessuno può fare leva. Nemmeno i media, impersonati da Ida Horowicz (Marisa Tomei)  giornalista  esperta e senza scrupoli: “Mike Morris è un politico, sa essere carino, sanno esserlo tutti, ma ti deluderà un giorno o l’altro”, spiega lungimirante a Meyers. Il democratico George Clooney in piena era Obama – proprio lui sostenitore della campagna “Yes we can” – mette in piedi un racconto onesto sulla mala politica e le illusioni della democrazia, anni prima dell’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca. Con una lungimiranza impressionante uno dei motti di Morris è “Riprendiamoci la nazione!” che ricorda tanto lo slogan dell’attuale presidente degli Stati Uniti “Make America Great Again!” scippato da quello di Reagan durante la campagna presidenziale del 1980.

“Lui è quello giusto…soltanto lui è in grado di cambiare veramente la vita delle persone” afferma Myers ancora incantato dall’immagine perfetta di Morris. Le idi di marzo, come altri film e in primis la Storia, ci insegnano, invece, che sì, il potere logora chi non ce l’ha, ma anche chi lo detiene e può spegnere gli ideali più alti, le intenzioni più ammirevoli.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.5