Le Invisibili: recensione del film francese campione d’incassi
Chi sono le invisibili? Sono chi c’è, ma non si vede. Il film di Louise-Julien Petit sulle donne senza fissa dimora arriverà al cinema dal 18 aprile
Chi sono le invisibili? Sono chi c’è, chi esiste, eppure non si vede. Sono chi è capace di donare uno sorriso pur sapendo di non esser ricambiato, chi non riceve alcuno sguardo, chi è costretto a fuggire dalla società e da sé stessi.
Le Invisibili per Louise-Julien Petit, il regista di questa delicata opera cinematografica, sono delle donne senza tetto alla ricerca di un letto su cui dormire, un abbraccio nel quale immergersi, uno specchio per guardarsi. Nell’immaginario collettivo un homeless è rappresentato da un uomo, eppure le donne rappresentano fino al 40% delle persone senza dimora in Francia. Tuttavia, noi abitualmente non le vediamo, non le notiamo, perché si nascondono dalla violenza della strada, e così divengono invisibili. O meglio, si sceglie di non vederle, di non cercarle, pur essendo consapevoli della loro tragica esistenza.
Le invisibili, però, sono anche le quattro protagoniste della storia che il regista decide di raccontare: le assistenti sociali. Si parla poco di questo ruolo, anch’esso sembra rimanere nascosto, forse perché impegnato a cercare le invisibili che hanno bisogno di aiuto. È un lavoro di un dispendio energetico, ma soprattutto emotivo, disarmante, nel quale, cercando assiduamente di aiutare gli altri, ci si dimentica di sé stessi. Seppur debbano scontrarsi con una realtà e una società civile totalmente disinteressata, esse, giorno dopo giorno, si prendono cura di persone senza una dimora, nell’angosciante speranza che un loro ritorno alla vita sia possibile.
Le Invisibili: una tematica a noi molto vicina
La trama inizia nell’incontro, e talvolta nello scontro, tra queste due entità impercettibili. Essenze dalle sfumature invisibili che iniziano a danzare tra loro e, in questo atto di puro riconoscimento reciproco, si scoprono l’una con l’altra. Iniziano a guardarsi negli occhi, a sorridersi, perdendo così quell’alone d’invisibilità.
Le assistenti sociali, nel loro centro diurno, forniscono i bisogni necessari a queste donne senza tetto, permettendo loro di vivere oltre che sopravvivere. Le cose iniziano a complicarsi quando il Comune decide di chiudere il centro d’accoglienza per motivazioni economiche. Nelle ultime settimane rimaste, le protagoniste, mosse da un puro ideale di generosità, decidono di provare con ogni mezzo a reinserire queste donne in un mondo che si è dimenticato di loro. Da qui inizia un viaggio di scoperta e appropriazione di sé stesse, innanzitutto di donne prima che homeless o assistenti sociali.
Le Invisibili: un manifesto dell’emancipazione
Questo film, ispirandosi al cinema sociale britannico (come il recente Io, Daniel Blake), affronta un tema delicato, ma presente nella vita di tutti i giorni, seppur troppo spesso trascurato. È come se la storia fosse autenticamente figlia del suo tempo, come fosse davvero necessario che in questo momento chiunque veda un film simile, così da permettere alle persone di aprire gli occhi e vedere finalmente queste invisibili.
Louise-Julien Petit sente sulla propria pelle questa tematica, tanto che per più di un anno ha incontrato donne senza una casa nei vari centri sparsi in Francia, e, allo stesso tempo, ha conosciuto le assistenti sociali, soprattutto donne, che dedicano la loro vita agli altri. Il regista è riuscito a togliere il mantello dell’invisibilità a questi due mondi nascosti. Ha deciso di utilizzare attrici non professioniste per incarnare le donne senza fissa dimora, ha voluto coloro che realmente conoscessero la strada, le sofferenze e i meccanismi di un centro d’accoglienza. È come se Louise-Julien Petit, mostrando fedelmente le donne che ha potuto incontrare, abbia ricercato una verità autentica per mostrare al pubblico la drammatica realtà a cui non assistiamo tutti i giorni.
Le Invisibili: la speranza nasce dalla solidarietà
Eppure, questo film francese riesce a trascendere la tragicità della trama e, conducendoci verso i cuori sinceri di queste donne, raggiungiamo un livello di empatia disarmante. L’autore ha la capacità di farci ridere, giocare e commuoverci con loro, come loro, come se finalmente riuscissimo a vedere queste donne invisibili.
Grandi emozioni emergono dagli sguardi, dal portamento, dai sorrisi di donne che ce l’hanno fatta. Forse non riusciranno a trovare un lavoro a breve, forse rimarranno in altri centri d’accoglienza per molto tempo, ma si sono scoperte agli altri, hanno rincontrato sé stesse e possono tornare a guardare il mondo con speranza.
Campione d’incassi in Francia con oltre 10 milioni di euro al box office, Le Invisibili con Audrey Lamy, Corinne Masiero, Noèmie Lvovsky e Dèborah Lukumuena, è una storia tragica e al contempo divertente che, oggi, necessitava di essere raccontata.
Le Invisibili sarà distribuito nei cinema italiani da giovedì 18 aprile distribuito da Teodora Film.