Leggere Lolita a Teheran: recensione del film da Roma FF19

Leggere Lolita a Teheran, la recensione del film autobiografico diretto da Eran Riklis e dal romanzo di Azar Nafisi.

Trasportare sullo schermo un romanzo complesso e articolato come Leggere Lolita a Tehran non è facile. Il regista israeliano Eran Riklis (La sposa siriana, Il giardino di limoni) decide perciò di concentrarsi maggiormente sulla vita dell’autrice Azar Nafisi, che attraverso il romanzo omonimo ha raccontato la sua esperienza come insegnante di letteratura inglese in un’università iraniana, offrendo uno spaccato del prima e dopo la rivoluzione islamica di Khomeyni del 1978-79. In un periodo di forti sommosse politiche e sociali, Azar sceglie di abbandonare l’insegnamento impegnandosi in una missione ancora più ardua: spiegare ai suoi studenti la letteratura Occidentale. Segretamente raduna sei delle sue ex alunne per creare una sorta di club del libro proibito: da Lolita a Il grande Gatsy, le ragazze man mano si tolgono il velo e prendono parola, giungendo a una consapevolezza su cosa vuol dire essere donna in un regime islamico sciita.

Leggere Lolita a Tehran: le problematiche di portare sullo schermo un libro “universale”

Leggere Lolita a Tehran; cinematographe.it

Leggere Lolita a Tehran è un romanzo “frammentario”: nelle quattro parti, che vengono poi raccontate anche sullo schermo, si raccontano determinati periodi della vita di Azar Nafisi, che sullo schermo è interpretata dall’attrice iraniana Golshifteh Farahani. Se l’opera originale comincia spedita ad illustrare il seminario e le sue studentesse, per poi andare a ritroso, il film di Eran Riklisi sceglie di raccontare gli eventi in ordine cronologico. Si parte dal ritorno di Azar a Tehran con il marito dopo il soggiorno negli Stati Uniti. Colpa di speranza, la scrittrice inizia a insegnare letteratura inglese all’università di Allameh Tabatabei usando testi occidentali non proprio accettati dal governo iraniano. Tuttavia incontra fin da subito la diffidenza degli studenti, al contrario delle sue alunne, ben disposte ad aprirsi ad una sorta di cambiamento. La rivoluzione interna coincide con quella esterna delle lotte studentesche e del regime che sopprime ancora di più il suo popolo, specialmente le donne, arrivando a imporre l’obbligo del velo. Una chiusura a cui Azar difficilmente si adegua, ma alla quale è poi costretta ad arrendersi.

Leggere Lolita a Tehran, dicevamo, è un romanzo complicato poiché non basta raccontare gli eventi storici e sociali della Rivoluzione islamica. Per capire cosa voglia dire realmente essere donna in un Paese come l’Iran e quanto l’oppressione nei decenni non si affatto cambiata, anzi, è nettamente peggiorata, bisogna farlo anche attraverso le sue protagoniste. E il film di Riklisi riesce solo a metà nel suo intento.

L’importanza di dividere la storia in quattro parti

Le quattro parti di Leggere Lolita a Tehran, che portano ognuna il titolo di un romanzo o di un autore, sono fondamentali nel romanzo e servono a comprendere meglio ciò di cui si sta parlando. Il film inverte Lolita con Il Grande Gatsy, cominciano dal periodo di Azar come docente universitaria. In aula si mette il personaggio di Francis Scott Fitzgerald a processo perché ritenuto immorale. Ma chi è Lolita, il personaggio letterario di Vladimir Nabokov da cui prende il titolo il libro? E’ ciò che si domandano le giovani studentesse protagoniste (Manna, Nassrin, Mahshid, Yassi, Azin, Sanaz e Mitra, personaggio che il film ha eliminato). Lolita incarna l’annullamento di una persona per conto di qualcun altro – in questo caso il regime iraniano. Lolita sono le giovani donne a cui Azar insegna e cerca loro di aprire gli occhi: è questo il mondo in cui vogliono vivere? Prigioniere? Perché non provare a fuggire dall’Iran?

La parte intitolata a Henry James, dove si prende in esame il romanzo Daisy Miller, è quella più crudele, che il film riporta solo in parte. Ghomi, uno studente molto fondamentalista, prende di mira la protagonista del romanzo. I suoi atteggiamenti distruttivi culmineranno in un evento che sconvolgerà profondamente Azar. L’ultima parte è quella decisiva, in cui si prende ad esame Orgoglio e Pregiudizio e la critica sociale di Jane Austen. E’ il momento clou che cambierà per sempre la vita delle protagoniste, quella di Azar inclusa. Tuttavia, e qui c’è un evidente problema, la trasposizione cinematografica non rende giustizia alle storie delle sue donne: per avere una visione completa servirebbe capire meglio la vita personale delle studentesse che partecipano al seminario dell’autrice, poiché è solo attraverso lo studio di questi romanzi che le giovani donne prendono consapevolezza di ciò che sono e prendono importanti decisioni sulle loro vite. Nella pellicola, invece, si hanno pochi elementi a disposizione per capire le condizioni sociali in cui vivono Manna, Nassrin, Mahshid, Yassi, Azin e Sanaz, non permettendo di identificarsi con nessuna di loro.

Leggere Lolita a Tehran: valutazione e conclusione

Leggere Lolita a Tehran film; cinematographe.it

Con Leggere Lolita a Tehran, il regista Eran Riklis compie delle scelte narrative che non cambiano l’opera originale, ma per dovere di montaggio non riescono ad esprimere al meglio l’importanza del romanzo di Azar Nafisi. L’opera letteraria è un’autobiografia coraggiosa, che il film riesce a trasmettere solo in parte. Compiendo dei tagli, il regista comprime la storia e si concentra più sulla vita della scrittrice che delle sue studentesse – e per capire la condizione della donna in Iran è fondamentale averne una visione completa. Leggere Lolita a Tehran lascia comunque con un senso di amarezza più che di speranza, esattamente come il romanzo, poiché ci si rende conto che, anche se gli eventi narrati sono accaduti in un arco di tempo di 40-30 anni fa, le situazione sociale non è affatto cambiata.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8