Venezia 74 – L’equilibrio: recensione del film di Vincenzo Marra
L'equilibrio, il film di Vincenzo Marra con Mimmo Borrelli, narra la crisi etica e morale delle istituzioni attraverso la situazione della Terra dei Fuochi.
Il regista napoletano Vincenzo Marra ritorna idealmente a casa con L’equilibrio, film presentato nel corso delle Giornate degli Autori della 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e incentrato su due temi forti e controversi come l’emergenza rifiuti della Terra dei fuochi e la colpevole connivenza di Chiesa e istituzioni nei confronti della criminalità organizzata campana. Protagonista del film è il drammaturgo e attore teatrale Mimmo Borrelli, al suo debutto sul grande schermo, affiancato da Roberto Del Gaudio, Lucio Giannetti, Giuseppe D’Ambrosio, Sergio Del Prete.
Il sacerdote Giuseppe (Mimmo Borrelli), di origine campana ma stanziato a Roma, sentendo la sua fede vacillare a causa di un’attrazione verso una donna, chiede e ottiene dal Vescovo il trasferimento in un paese vicino ai suoi luoghi di nascita. Il protagonista viene scelto per rimpiazzare in un piccolo paesino nel napoletano Don Antonio (Roberto Del Gaudio), che è invece destinato a compiere il tragitto inverso verso Roma dopo essersi guadagnato la stima e il rispetto di tutta la comunità. Una volta insediato, Giuseppe si mette all’opera con decisione a abnegazione per migliorare la situazione del paese, disastrato da disoccupazione, malavita e da un’altissima incidenza di tumori dovuta ai rifiuti tossici. Il sacerdote si renderà ben presto conto dell’omertoso equilibrio raggiunto fra popolazione, chiesa, istituzioni e criminalità organizzata, rischiando la propria pelle per le sua tenace e coraggiosa lotta contro lo status quo.
L’equilibrio: la crisi etica e morale di Chiesa e istituzioni raccontata attraverso la tragica situazione della Terra dei Fuochi
A poche ore di distanza dalla presentazione dell’emozionante Gatta Cenerentola, un’altra pellicola della Mostra di Venezia fa luce sui problemi e sulle contraddizioni della Campania. L’equilibrio mette in scena in modo schietto e realistico alcune delle tante contraddizioni di una terra costantemente presa per la gola da una criminalità organizzata che corrompe, spolpa e distrugge tutto ciò che incontra, lasciando soltanto macerie e devastazione. In questo scenario triste e desolato Don Giuseppe comincia una lotta decisa e a testa alta contro le piccole e grandi ingiustizie che affliggono la comunità, dall’impossibilità per i bambini di giocare in un campetto occupato dalla pecora del boss locale al ben più inquietante abuso sessuale nei confronti di una bambina.
La discesa agli inferi di Don Giuseppe diventa parallelamente per lui anche un percorso spirituale, durante il quale la sua fede messa in crisi dai sentimenti verso una donna viene ravvivata e fortificata da un’incrollabile voglia di aiutare il prossimo, anche in una situazione terribile ed estremamente complicata, in cui il crimine tira le fila della quotidianità della comunità.
L’equilibrio: una pellicola solida, coerente e necessaria, che dipinge il desolante quadro di una terra divorata continuamente da se stessa e dalle proprie contraddizioni
La macchina da presa di Vincenzo Marra segue sobriamente e lucidamente la lotta del sacerdote, che con il passare dei minuti trova una sorprendente resistenza anche nelle alte sfere istituzionali e religiose locali, colpevoli di avere raggiunto con il crimine che dovrebbero osteggiare e combattere una sorta di tacito e complice equilibrio. Il cineasta è abile a non scadere nel melodramma e a caratterizzare, grazie anche all’ottima performance di Mimmo Borrelli e con l’azzeccato utilizzo di molti piani sequenza, il personaggio di un sacerdote imperfetto e temerario, perdutamente innamorato dell’umanità e animato da un desiderio di giustizia e fratellanza.
Una narrazione asciutta e sincera accompagna la strenua battaglia di Giuseppe contro tutto e tutti, sostenuta soltanto dalla sua vocazione e dalla sua imperterrita voglia di aiutare il prossimo in difficoltà e di praticare la sua solidale e altruista concezione di fede. Anche se permane la sensazione che si sarebbe potuto osare di più e attaccare con una maggiore veemenza la connivenza di Chiesa e Stato con la criminalità, L’equilibrio si rivela una pellicola solida, coerente e necessaria, indebolita saltuariamente dalle interpretazioni non eccelse di qualche attore comprimario, ma capace di trovare in un doloroso quanto azzeccato finale la perfetta sintesi dell’attuale situazione di una terra continuamente divorata da se stessa e ben lontana dal trovare una soluzione ai propri mali. Un cinema piccolo e intimo, che trae dal particolare e dal quotidiano la forza per parlare dei vizi e dei problemi della nostra società.
L’equilibrio arriverà in sala a partire dal 21 settembre, distribuito da Warner Bros.