Les souvenirs: recensione

Quanto è bello gironzolare tra mercatini e bottegucce di città lontane dalla nostra in cerca di qualcosa che possa ricordarci quel posto, quelle emozioni, la spensieratezza vissuta in quella settimana a zonzo tra musei e panorami mozzafiato? Un oggetto caratteristico, una cartolina, una bottiglia di vino particolare: tutte cose riconducibili a quella categoria di prodotti che vanno sotto il nome di (per dirla alla maniera dei nostri cugini d’oltralpe) Les Souvenirs. Esattamente come il il titolo del nuovo film di Jean-Paul Rouve (Quand je serai petit, Adèle e l’enigma del faraone) che, sulla falsa riga della definizione della parola a noi più familiare, ha portato sul grande schermo una piacevolissima commedia drammatica capace di far ridere riflettendo sullo scorrere del tempo e i dispiaceri che ne scaturiscono con un’ironia e una sagacia audaci ed al contempo necessarie.

Jean-Paul Rouve

Nel suo ultimo lavoro è difficile delineare i confini tra personaggi principali e subalterni, ognuno di loro ha una caratteristica, un insegnamento utile a qualsiasi tipo di pubblico. La nonna Madeleine (Annie CordyL’uomo venuto dalla pioggia, Gli amori folli), dopo la morte di suo marito, può contare sull’unico affetto sincero di suo nipote Romain (Mathieu Spinosi – Versione teatrale francese di Un tram che si chiama desiderio, Le notti d’estate): studente di lettere e aspirante scrittore che inizia a lavorare come portiere di notte nell’albergo di Philippe (personaggio interpretato dallo stesso regista) e che vive con un magrebino (William Lebghil) che ha come unica preoccupazione il cercare un metodo giusto per sedurre una qualche ragazza. Aggiungiamoci un padre appena pensionato sull’orlo di una crisi esistenziale (Michel BlancIl mostro, Lui portava i tacchi a spillo) circondato da fratelli ingrati ma con una moglie senza peli sulla lingua (Chantal LaubyNon sposate le mie figlie!, La cage dorée), ed ecco delineato un quadro filmico degno di un’operetta teatrale di tutto rispetto ma che non sfigura per niente sul grande schermo.

Les Souvenirs: un viaggio tra famiglia e amore alla ricerca dei ricordi della nostra vita

Con una sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista e dall’autore del romanzo da cui la storia è tratta (L’eroe quotidiano) David Foenkinos, la pellicola risulta la classica commedia francese semplice, spassosa e commovente e che ha come valore aggiuntivo il pregio di saper avvicinare la metropoli parigina e la rurale Étretat, un posto mozzafiato sulla costa della Normandia nonchè paese natale della dolcissima Madeleine. Ci troviamo di fronte ad uno dei pochi casi in cui il lavoro tra cineasta e autore letterario ha portato ad ottimi frutti, allontanandosi dagli stereotipi di inimicizia e incomprensione tipici del caso: ognuno ha saputo trarre il meglio dall’altro in un lavoro di sostituzione e accorgimenti assolutamente complice.

Les souvenirs

Gioia, ricerca e dolore sono gli elementi fondanti di Les Souvenirs, un film che non ha paura di sembrare scontato perchè forte di splendide interpretazioni e di emozioni facili da suscitare. Le musiche di Alexis Rault donano l’atmosfera giusta per la buona riuscita della pellicola, e il riadattamento di un pezzo classico come Que reste‐t‐il de nos amours? lo rende piacevole per il pubblico più disparato.

In uscita nelle nostre sale il prossimo 14 aprile, Les Souvenirs è già pronto a non smentire la rinascita del cinema francese.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.5