Liberaci dal male: recensione del film
Liberaci dal Male, un film guardabile, ma che al primo quarto d'ora abbassa - e di parecchio - le aspettative. Bana e Ramirez insieme non convincono.
Il maligno per insinuarsi nel nostro mondo, ha bisogno di qualcuno che gli apra delle porte. Alcune persone lo fanno volontariamente tramite l’occulto, altre soltanto perché sono vittime di una maledizione.
Un film profondamente disturbante, cupo quanto basta e tremendamente reale: Liberaci dal male non è solo una storia, ma è la realtà vissuta e documentata di un poliziotto dall’esistenza tormentata, che si scopre demonologo per caso e fa, della caccia al maligno, la sua vera vocazione. Naturalmente la pellicola di Scott Derrickson ha l’intento di scavare nella mente delle persone, insinuando il dubbio – lecito – che ognuno di noi può aver incontrato il demonio, sotto diverse forme. Eric Bana convince, ma fino ad un certo punto, purtroppo di lui si ricorda molto di più la parte di Ettore in Troy e quindi è difficile poterlo “leggere” il ruoli più oscuri e forse impegnati, che sono il frutto di esperienze di vita reale.
Liberaci dal male: il fatto che sia una storia vera è l’unico dettaglio interessante del film
Ho conosciuto due tipi di male in questa vita, agente. Quello spirituale e quello secondario fatto dagli uomini.
In questo film a farla da padrone c’è un semisconosciuto Edgar Ramirez nel ruolo di Padre Mendoza. Un ruolo alternativo, decisamente lontano dai cliché cui siamo abituati come, ad esempio, Padre Lankester Merrin de L’Esorcista o, per scegliere un personaggio più recente, Padre Burke (protagonista di The Nun). Padre Mendoza è un uomo con un disperato bisogno di trovare la via e indicarla agli altri, uno che ha conosciuto il vero male, ma dal quale non sa ancora fino a che punto potersi difendere.
Purtroppo, però, la pellicola rispecchia solo in parte – minima parte – le verità descritte nel libro Beware The Night di Sarchie: il film sembra quasi una forzatura sia di eventi raccontati che di personaggi. In realtà quello che porta lo spettatore a guardare questo film non è il cast e nemmeno la storia, ma solo il fatto che si tratta di eventi realmente accaduti.
C’è qualcosa di sbagliato nel modo di approcciarsi alla storia proprio da parte di Scott Derrickson il quale, accollatosi la responsabilità di portare in scena la realtà, avrebbe dovuto farlo nel migliore dei modi, ma questo è chiaro che non accade.
Probabilmente forte del successo de L’Esorcismo di Emily Rose, il regista non ha pensato di enfatizzare al meglio questa pellicola che, badate bene, di materiale su cui svilupparsi ne aveva a iosa!
Liberaci dal male: un film banale
Il prodotto finale è un film estremamente banale, dal finale scontato, dalle battute ovvie e dai personaggi (Bane e Ramirez) incapaci di dire nulla, perché male assortiti. Jumpscare praticamente inesistenti, Derrickson ha praticamente riscritto una storia – che avrebbe potuto funzionare alla grande – forzandola in un poliziesco/thriller con qualche rarissima sbirciatina verso l’horror.
Liberaci dal male è il classico esempio di film dalle enormi potenzialità, sfruttate al minimo indispensabile. Il successo? Solo una questione di curiosità: il pubblico è attratto dal fatto che il tutto è ispirato ad una storia vera, come le storie legate ai casi dei Warren, ma The Conjuring è tutto un altro pianeta.