Life in Pieces 1×01: recensione
Frutto delle migliori tradizioni americane, Life in Pieces è una commedia corale che va in onda da questo autunno sul canale CBS. La serie tv racconta le vicende di tre generazioni della famiglia Short, narrate attraverso i differenti punti di vista di ogni componente. Così ogni episodio racconta quattro storie corte, annessi al personaggio che narra gli eventi. Ecco quindi la famiglia Short: l’adorabile Joan (Dianne Weist) e suo marito John (James Brolin), un uomo affabile alla ricerca di modi per ammorbidire la botta di aver compiuto settant’anni, sono i genitori di tre adulti alle prese con le rispettive vite di coppia. Heather (Betsy Brandt), la maggiore, è sposata con Tim (Dan Bakkedahl) e con lui condivide i timori per l’incombente nido vuoto. Matt (Thomas Sadoski), il figlio di mezzo, pare abbia trovato finalmente l’amore, ma il fatto che si tratti della sua collega Colleen (Angelique Cabral) complica le cose. Greg (Colin Hanks), il più piccolo e quindi il più coccolato di casa, e sua moglie Jen sono invece sopraffatti dalla nascita del loro primo figlio. Mentre le singole storie di questa grande famiglia felice collidono, ognuno cerca di godersi questi piccoli frammenti di tempo che volano via ma restano indelebili, perché sono proprio loro a dare un senso alla vita.
Sia ben chiaro, Life in Pieces non aggiunge niente di più alle comedy che vediamo in tv, anzi la sua struttura di famiglia allargata potrebbe ricordarci da vicino molto Modern Family. Tuttavia la particolarità del dividere una puntata in quattro parti è quello che attira maggiormente: l’idea di base non è male, e in ogni mini episodio che troviamo dentro lo stesso episodio può farci reagire diversamente: si ride, si sorride, si riflette. C’è la scena di un funerale con una bara, dove ogni personaggio immagina di assistere alla propria veglia. Il concept è un po’ macabro di suo, ma non mancano le buone intenzioni finali.
Life in Pieces: una comedy con buone premesse
Il cast è tutto di prim’ordine, in cui si vede l’imponente figura di James Brolin su tutti. Tra i tanti volti, ritroviamo Colin Hanks reduce dalla prima stagione di Fargo, e Thomas Sadoski di The Newsroom. La cosa che manca in Life in Pieces è forse una spinta in più per ingranare: la paura del cadere in simpatici cliché rischia di rovinare una comedy dalle belle premesse. La narrazione degli episodi è costellata da musichette forzate, oltre che da eventi semplici (oltre il già citato funerale, si parla di primo appuntamento e di gravidanza) non approfonditi più del dovuto. Sembra proprio che in casa CBS, dopo la fine delle sit-com How I Met Your Mother e Due Uomini e Mezzo, non si riesca più a ridere.