Loro chi? – recensione del film con Marco Giallini ed Edoardo Leo
Perché ogni persona ha un solo volto, ma molte maschere; perché si crede di conoscerla ma in fondo non si può mai sperare di addentrarsi troppo tra le beghe di un sipario interiore in cui ogni gesto è una mutazione e ogni promessa un salto nel buio. Ecco allora che per chiamare in causa Marco Giallini, istrionico protagonista della commedia di Francesco Micciché e Fabio Bonifacci non dovremmo usare il pronome lui, bensì Loro, già ma Loro chi?
La Warner Bros. si prepara a invadere le sale cinematografiche con la storia di Marcello (Marco Giallini) e David (Edoardo Leo), creativo truffatore di professione il primo, giovane scrittore in erba e in perenne fase di decollo il secondo che, non trovando soddisfazione economica nella sua aspirazione per eccellenza, è costretto a trasferirsi a Trento e a vestire i panni del manager.
Adesso, all’età di 36 anni, David è in procinto di conquistarsi la stima del presidente, ottenere un aumento e la promozione da dirigente ma, se è vero che la notte porta consiglio, in questo caso porta l’ingenuo ragazzotto ad imbattersi in una vera e propria truffa coadiuvata dall’abile Marcello e dalle sue avvenenti socie Ellen e Mitra (Catrinel Marlon e Lisa Bor). In meno di ventiquattro ore il povero David perde praticamente tutto: macchina, soldi, fidanzata e lavoro. Non gli resta che cercare l’uomo che ha deturpato la sua vita e vendicarsi, ma di chi si tratta?
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Tutta la pellicola, inchinata a omaggiare la commedia italiana di Gassman, Sordi, Risi, si concentra sulla figura istrionica, immensa e affascinante di Marco Giallini che, svestendosi e rivestendosi di tic, modi di fare, di dire, di camminare, di rapportarsi col prossimo, intorbidisce la sua essenza agli occhi dello spettatore, incanalandoci in un tunnel di bugie e risate, forse a tratti malinconico.
Io creo storie nel mondo vero; diciamo che sono un compositore della realtà: regalo emozioni quindi devo essere pagato
Con questo ragionamento filosofico Marcello sintetizza la sua professione, rafforzando l’immagine, cara al cinema nostrano, dell’italiano simpatico e beffardo, esperto nel sapersi arrangiare con eleganza e molta inventiva e ponendo quasi in secondo piano la figura del truffato, ossia il personaggio interpretato da Edoardo Leo. Eppure, strano a dirsi, tutto parte dal suo sogno infranto: l’intera pellicola altro non è che la proiezione di un desiderio rimasto a marcire sullo stomaco e che, forse, non esiste neppure.
Loro chi? intreccia la dinamica furbizia di un giallo, rotolando poi sull’asfalto rovente di un road movie e, mentre il vento sbatte in faccia, ci si ritrova nel bel mezzo di un film d’azione; il tutto senza rendersene conto: il regista ci lascia ruzzolare da un gradino all’altro di un universo gestito secondo i diversi piani della truffa, creando una rosa complessa di livelli di lettura capaci di districarsi non solo nella personalità dei personaggi ma anche nella realtà da essi creata, che si avvicina progressivamente per poi di colpo allontanarsi e rimescolare le carte.
È come se il regista giocasse a mettere a fuoco lo svolgimento delle azioni, per poi sfocarle e farci concentrare solo ed esclusivamente sulle maschere da lui create e lasciandoci, volente o nolente, con un senso di truffa irrorato di flebile comicità, arricchito da gag e immagini grottesche, caricaturali eppure profondamente autentiche.
Loro chi? si lega inevitabilmente alla filosofia della maschera cara a Pirandello (ovviamente ivi rappresentata nella sua forma più esagerata), lasciando in bocca un riso amaro, ricamato da sogni realizzati solo a metà, dipinto in fondo dalla solitudine di una società intenta a correre verso la perfezione, finché non arriva un tizio che così, semplicemente, si finge reale e sparge sogni per colorare la vita.
Un’opera che trae nettamente giovamento dalla mirabile recitazione dei protagonisti e dalla bellezza delle ambientazioni, lasciandosi certamente qualche spiraglio per ambire a migliorie.
Loro chi? è un film che sa divertire, scuotere, riflettere. Una pellicola dalla smania imprevedibile, capace di dissacrare il velo di opacità della vita ingessata, sempre uguale, per perdersi nella bugia di una sala cinematografica.
Al cinema dal 19 novembre.