Love Lies Bleeding: recensione del film di Rose Glass

La seconda prova da regista di Rose Glass rielabora codici e linguaggi del western moderno, del neo noir e del cinema sentimentale, dando vita ad un’allucinazione pulp incredibilmente conturbante e seducente. In sala dal 12 settembre 2024.

Tra le primissime suggestioni visive di Love Lies Bleeding, coraggiosa e conturbante opera seconda della giovane autrice britannica Rose Glass, tenuta giustamente sott’occhio dalla newyorkese A24, che cinque anni fa ha prodotto e distribuito il suo convincente e minimalista esordio alla regia Saint Maud, vi è uno squarcio nella notte, nel deserto americano e così nella mente della solitaria e osservatrice Lou, protagonista assoluta del film, interpretata da una Kristen Stewart mai così sensuale e fragile. Come detto, uno squarcio tinto di rosso, che mutando lentamente in profonda oscurità, ci suggerisce fin da subito l’ambiguità identitaria dei volti e corpi che di lì a poco ci apprestiamo a conoscere.

A partire da Jackie (Katy O’Brian, che combattente lo è stata perfino nella vita reale, dà vita ad un fascio di muscoli e istinti sessuali di rara ferocia e intensità drammaturgica), giovane straniera che viene da lontano, ritrovatasi suo malgrado pedina di un’America provinciale senza nome, nella quale criminalità e violenza familiare si intrecciano tra loro, finendo per confondersi. Ancora, J.J (Dave Franco tra sesso clandestino e botte domestiche, sembra strizzare l’occhio al Jeff Gillooly di Sebastian Stan in I, Tonya), la moglie crudelmente plagiata Beth (Jena Malone, protagonista di una vera e propria rinascita hollywoodiana, qui orrendamente deformata) e il padre, colui che non ha nome, ma un ruolo, o forse molto più di uno, tanto rispetto al sangue, quanto al destino, che non è mai caos, né tantomeno caso, piuttosto diabolica volontà. Chi meglio di Ed Harris avrebbe potuto incarnare una tale ambiguità e inquietudine emotiva ?

Sesso, palestra e influenze autoriali

Love Lies Bleeding: recensione del film di Rose Glass

Ancor prima della violenza, del sangue e della macabra resa dei conti familiare al centro di Love Lies Bleeding, Rose Glass ci guida attraverso la palestra scalcinata eppure più che frequentata gestita da Lou. Là dove c’è merda che ripetutamente intasa i gabinetti e sudore che insozza panche e manubri, può esserci perfino l’amore. Si osservano infatti attraverso lo specchio – torna qui la traccia dell’ambiguità identitaria e dello sdoppiamento – Lou e Jackie, senza tuttavia parlarsi. Lo faranno in un secondo momento, seguirà il sesso, che non è suggerito, bensì mostrato nella sua carica goffa, seducente ed esplicita, poiché definitivamente estranea alla vergogna e al pudore, tipici di moltissimo cinema recente, omosessuale e non. Vivranno insieme, ecco perché la famiglia, ecco perché la violenza che improvvisamente spezza la calma e così gli equilibri fragilmente costruiti dalle due e ancor più da Lou, rimasta sola troppo a lungo e in fuga da una vita che cela nello sguardo, destinata a riapparire sempre più.

Da un fatto di “ordinaria” violenza domestica, traccia tematica ricorrente nel cinema che racconta l’America di provincia, ad un altro di straordinaria follia, allucinata quasi, senz’altro psichedelica e dolcemente spietata, come può esserlo soltanto un decisivo incontro rimandato troppo a lungo. Qui infatti gli incontri decisivi sono due. Quello di Lou con i macabri fantasmi della memoria e del lascito del padre, che silenziosamente e sanguinosamente serpeggiano e sopravvivono nel suo stesso essere donna incapace d’amare e di vivere davvero e quello di Jackie con la natura dalla quale è sempre fuggita. Tutto accade sotto un meraviglioso cielo stellato ed un provincialismo talvolta buffo e talvolta disperato, cui Rose Glass dà abilmente vita tra citazionismo cinematografico e letterario che passa per nomi quali Dashiell Hammett, James Ellroy, Cormac McCarthy, Elmore Leonard, Paul Verhoeven e Sean Baker.

Love Lies Bleeding: valutazione e conclusione

Love Lies Bleeding trailer cinematographe.it

Chi l’avrebbe mai detto che il western moderno, dopo le eccellenti creature televisive e cinematografiche di Taylor Sheridan – cui dobbiamo l’universo narrativo di Yellowstone – e di Scott Cooper, sarebbe passato presto per i linguaggi di un cinema queer sotto steroidi e imprevedibilmente divertente e pulp come quelli offerti da Love Lies Bleeding? Rose Glass all’opera seconda strizza l’occhio a Tarantino, ma nello squarcio che apre e tinge di rosso e poi di oscurità amniotica e mortifera, c’è ampio spazio per moltissime altre voci e tracce. Dal culto dell’idiota tipico del cinema dei fratelli Coen, alla sessualità torbida, sudata e gloriosamente esibita di Russ Meyer e Jess Franco e ancora il maligno dell’inconscio, dei corpi e della notte del David Lynch di Velluto Blu, Strade perdute e Mulholland Drive.

Oltre il citazionismo però vi è lo sguardo e il taglio registico di qui in poi immediatamente riconoscibile di Rose Glass, cui dobbiamo uno dei casi cinematografici dell’anno, di quelli che non soltanto non si scordano a distanza di tempo, ma che appaiono destinati a segnare la storia del cinema per via della loro imprevedibile anima e forza stilistico/narrativa, oltreché tematica. Love Lies Bleeding infatti non è soltanto una folle storia d’amore, né tantomeno un racconto di vendetta o una tipica indagine noir o neo-noir. È un mix di questi linguaggi e qualcosa di ancora diverso e curiosamente nuovo. È il cinema di Rose Glass.

Qualora non fossero sufficienti le due prove incredibilmente tormentate, elettrizzanti e seducenti di Kristen Stewart e Katy O’Brian, la colonna sonora di Clint Mansell vale la visione e con questa il momento d’incontro emotivo e sessuale più significativo del cinema ultimo internazionale. Jackie fa da sé, ai suoi piedi Lou osserva, per poi cominciare lentamente la sua esplorazione, che è di corpo, anima e molto di più, osservando il godimento e facendolo proprio, in nome di una promessa d’amore e familiare, che stretta lì e ora sopravvive per l’eternità, nonostante il male, la violenza e ciò che entrambe in passato sono state e che per nessuna ragione, desiderano essere più.

Love Lies Bleeding è in uscita nelle sale cinematografiche italiane a partire da giovedì 12 settembre 2024, distribuzione a cura di Lucky Red.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4