Mangia prega ama: recensione del film con Julia Roberts

Tratto dal libro autobiografico di Elizabeth Gilbert, Mangia prega ama vede Julia Roberts nei panni di una romantica protagonista in giro per il mondo.

Mangia prega ama, ovvero la ricerca della felicità secondo Ryan Murphy. Il regista, creatore di serie televisive di successo come Glee e American Horror Story, dirige l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo autobiografico di Elizabeth Gilbert con Julia Roberts nei panni della scrittrice. Insoddisfatta della sua bella vita newyorkese, la donna lascia ogni cosa e parte per mete lontane. Il suo viaggio si divide in tre tappe: l’Italia, dove scoprirà la buona cucina; l’India, luogo dove imparerà a pregare; e infine l’Indonesia, che la indurrà a trovare di nuovo l’amore.

Mangia prega ama: Julia Roberts, inguaribile protagonista romantica

Fin dai tempi di Pretty Woman, Julia Roberts è l’emblema della classica protagonista romantica. Giovane, carina, sorridente e intraprendente, nel corso degli anni l’attrice è diventata un sinonimo di Cenerentola americana, sempre alla costante ricerca del vero amore e del principe azzurro. Con Mangia prega ama, la diva hollywoodiana, seppur superata l’epoca in cui la si definiva la fidanzatina d’America, continua a sognare ingenuamente la sua favola.

mangia prega ama Cinematographe.it

Ryan Murphy si concentra sulla sua protagonista e realizza una pellicola piacevole per gli amanti delle storie a lieto fine e per gli appassionati dei luoghi esotici. Perché Mangia prega ama è un film dal duplice intento: mostrare una donna che intraprende un viaggio (fisico che personale) alla ricerca di se stessa, ma è anche occasione per regalare ai voyeur più avventurosi ambientazioni esotiche da sogno.

Mangia prega ama: il giro del mondo in tre Paesi

Le bellezze dell’Italia, i luoghi paradisiaci dell’Indonesia, i paesaggi mistici dell’India: la fotografia di Mangia prega ama è maestosa, ben curata e dettagliata come una guida turistica. Seppur i posti visitati dalla protagonista sono tre, il film si divide in due capitoli: il primo, quello più leggero, dedicato all’Italia e al cibo. Elizabeth conosce Giovanni (il nostrano Luca Argentero), un giovane affascinante che la porta tra Roma e Napoli alla scoperta dei prodotti tipici del nostro Paese – inclusa la piazza, patrimonio dell’umanità per ogni italiano. Elizabeth si gode la bella vita, salvo poi partire verso l’India dove inizia il suo percorso meditativo. mangia prega ama Cinematographe.it

Lì incontra Richard (interpretato da Richard Jenkins), un uomo con un doloroso divorzio alle spalle che le fa ricordare la sua complicata vita a New York. Da questo punto in poi, Mangia prega ama prende una piega seriosa e filosofica, ma si perde nell’ultima parte quando Elizabeth giunge in Indonesia. L’incontro con l’affascinante Felipe (Javier Bardem), che non si rivela propriamente l’uomo dei sogni – all’inizio lei non cede facilmente alle sue avance – ma sicuramente il punto di partenza per ricominciare a vivere e amare di nuovo.

Mangia prega ama: una trasposizione leggera ricca di luoghi comuni

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Purtroppo, Ryan Murphy sfiora debolmente le tematiche trattate nell’opera originale per confezionare l’ennesima commedia romantica con Julia Roberts con una sceneggiatura fragile e ricca di imperfezioni. La sensazione si nota fin dall’inizio: Elizabeth conduce una vita apparentemente perfetta, che indica l’arrivo di un cambio di rotta. La donna non affronta i suoi problemi, anzi decide di partire in solitaria. Lo spunto per approfondire questo aspetto c’è, ma Murphy non si sofferma e punta al sentimentalismo. Il viaggio di Elizabeth è costellato da location incantevoli, purtroppo condite di stereotipi. Il Bel Paese è descritto come la patria del dolce far nulla; l’Indonesia e l’India sono invece mete dove espiare i propri peccati e in cui il pregare è l’unico modo per trovare la felicità – come se fosse necessario spingersi dall’altra parte del mondo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 4
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.7