Biografilm 2017 – Manifesto: recensione del film con Cate Blanchett

Manifesto vede una sublime Cate Blanchett alle prese con 13 differenti ruoli e proclami artistici

Manifesto è un film del 2015 diretto dall’artista tedesco Julian Rosefeldt e interpretato dal premio Oscar Cate Blanchett, alle prese per l’occasione con ben 13 differenti ruoli. Dopo la presentazione al Sundance, il film, basato su un’installazione dello stesso Rosefeldt, è stato selezionato per il Biografilm 2017, dove ha aperto la sezione Biografilm Art. La stessa attrice ha contribuito attivamente allo sviluppo e alla realizzazione del progetto di Rosefeldt, influenzato dalla performance della Blanchett nei panni di Bob Dylan in Io non sono qui di Todd Haynes.

Manifesto

Allo stesso modo dell’installazione su cui è basato, il film mette in scena 13 diversi manifesti, da quello del partito comunista a quello del surrealismo, passando per pop art, dadaismo e persino per il Dogma 95, il celeberrimo movimento cinematografico fondato da Lars von Trier e Thomas Vinterberg. A fare da filo conduttore a questo curioso esperimento filmico è una sublime Cate Blanchett, che dà forma e sostanza a tredici ruoli completamente diversi fra loro, passando con un’insuperabile intensità e una disarmante sicurezza da senzatetto alla CEO di una grande azienda, dall’insegnante alla scienziata, dalla giornalista alla punk girl.

Manifesto: una sublime Cate Blanchett alle prese con 13 differenti ruoli e proclami artistici

Fin dai primi minuti, Manifesto investe lo spettatore con un diluvio di parole potenzialmente indigesto, volto a indagare i concetti stessi di arte e di artista. Gioco forza, la narrazione non procede in modo lineare, ma è invece l’unione di diversi frammenti e punti di vista, proclami artistici e culturali, che finiscono però per essere troppo spesso slegati fra loro e a sfiorare il mero e autoreferenziale esercizio di stile.

Manifesto

La trasposizione dell’installazione di Julian Rosefeldt (esposta anche al Museum für Gegenwart e al Park Avenue Armory di New York) non è sempre riuscita, né completamente appagante. Lo spettatore si trova a più riprese sballottato fra diversi e contraddittori dogmi, che da un lato hanno l’intento di suggerire una visione il più possibile aperta e controcorrente sul valore artistico, ma dall’altro rendono Manifesto spesso inaccessibile e incapace di creare una reale empatia in chi lo guarda.

Rosefeldt dimostra comunque un’ottima abilità nell’utilizzo del mezzo cinematografico, centrando alcune sequenze discretamente riuscite, come il manifesto dadaista celebrato durante una cerimonia funebre o la protagonista che duetta con se stessa, nei panni di anchor woman e reporter, ironizzando sull’arte concettuale e sulle sue contraddizioni.

Manifesto è una masturbazione artistica e intellettuale che riesce a trovare nei suoi eccessi alcuni sprazzi di grande cinema

Con l’azione inevitabilmente deficitaria, i contenuti volutamente ondivaghi e contraddittori e l’intreccio totalmente assente, a risaltare sono i contenuti più puri e intimi del cinema, ovvero l’immagine e le emozioni trasmesse dagli interpreti. A dominare sono quindi la classe e la bravura di una delle migliori attrici viventi, capace di reggere sulle proprie spalle anche la sequenza più mediocre, dimostrando una versatilità semplicemente ineguagliabile. Donando sfumature, inflessioni e gestualità uniche e irripetibili, ma sempre perfette, a ognuno dei suoi tredici personaggi, Cate Blanchett nobilita ancora una volta il mestiere della recitazione, rivelandosi il valore aggiunto di un film che senza il suo contributo avrebbe rischiato di tediare fino allo sfinimento anche il pubblico più volenteroso.

Manifesto

Manifesto è un provocatorio, altisonante e disordinato esperimento cinematografico, una masturbazione artistica e intellettuale che riesce però a trovare nei suoi eccessi e nel suo atteggiamento quasi sdegnato nei confronti dello spettatore qualche sprazzo di grande cinema. Troppo poco per tenere lontana la noia e il senso di disorientamento, ma abbastanza per meritare una visione a mente aperta e completamente libera da pretese e preconcetti.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 2
Recitazione - 5
Sonoro - 2
Emozione - 2

3