Marvel’s Agent Carter 1×01 e 1×02: recensione
Abbandonate momentaneamente le vicende della seconda stagione di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D, ora in pausa invernale (la serie riprenderà a Marzo), facciamo un passo indietro nel primo Dopoguerra subito dopo gli eventi di Captain America: The First Avenger. La nuovissima serie dei Marvel Studios è stata confermata ufficialmente, per canale statunitense ABC, nel Maggio 2014 e con un doppio episodio, andato in onda lo scorso 6 Gennaio, ha dato il via al nuovo anno televisivo.
Marvel’s Agent Carter è il sequel e spin-off ideale del primo lungometraggio dedicato a Steve Rogers aka Captain America e vede come protagonista assoluta delle 8 puntate, Peggy Carter, prima fidanzata dell’eroe nonchè Soldato durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente membro d’ufficio della Strategic Scientific Reserve (SSR). Il personaggio, nato dalla penna di Stan Lee e dalla matita di Jack Kirby nel 1966, ha nuovamente il volto di Hayley Atwell.
L’incipit del pilot intitolato Now is Not the End sigilla esplicitamente il legame tra la serie e Captain America: viene mostrata, infatti, la scena che vede come protagonisti proprio Peggy e Steve nel loro ultimo tragico dialogo prima dell’impatto in mare di quest’ultimo.
Cosa ne è ora dell’Agente Carter?
Lavora per la Strategic Scientific Reserve (SSR) che è al momento impegnata nella ricerca di Howard Stark, padre del famoso Tony, accusato di tradimento per aver veduto armi letali ad ignoti. E’ lo stesso Howard, interpretato dall’inglese Dominic Cooper, a mettersi in contatto con Peggy e a chiederle il suo aiuto. Entra quindi in scena Edwin Jarvis, maggiordomo fidato di Stark, che affidatogli da quest’ultimo, si unisce all’Agente nell’obiettivo di scovare coloro che hanno realmente incastrato il milionario e recuperare le armi rubate.
Immersi nell’atmosfera del 1946, le prime scene di Marvel’s Agent Carter sono un vero e proprio ritorno al passato. C’è un’ottima cura del dettaglio a partire da una fotografia molto calda e che si adatta perfettamente al contesto storico; anche i costumi, il trucco e il parrucco, ben si sposano con la moda del tempo. Dettagli tecnici, forse minori, ma che certamente non vanno trascurati poichè vanno ad arricchire, nel complesso, quella che è stata la produzione della serie. Alla regia dei due episodi troviamo, inoltre, rispettivamente, Louis D’Esposito, regista del primo Captain America e Joe Russo regista del suo sequel.
Punta di diamante è certamente l’omonima protagonista. Peggy Carter si differenzia dalle sue future colleghe. Diversamente da Natasha Romanoff/Vedova Nera/Scarlett Johansson, vista a partire da Iron Man 2, e l’Agente Melinda May/Ming Na Wen, componente nel Team di Agenti capitanati da Phil Coulson in Marvel’s Agents of SHIELD, deve tener testa alla società iper-maschilista del suo tempo. Relegata in ufficio come mera impiegata, combattendo il sentimento di oppressione di quel ruolo limitante, esprime se stessa nel momento in cui, all’oscuro di tutti, indaga in solitudine. E’ una donna istruita, scaltra, audace e sempre pronta all’azione, non per questo meno femminile. L’ottima interpretazione di Hayley Atwell ci fa amare il suo personaggio già a partire da queste due prime puntate, regalandoci un vero e proprio soldato in gonnella.
Howard Stark, che compare in un cameo, chiede a Peggy di ripulire la reputazione sporcata dall’accusa di tradimento. Le affida il fedele maggiordomo, il cui cognome, Jarvis, fa rizzare le orecchie ai fan dell’UCM.
JARVIS infatti, come ben ricorderete, è il maggiordomo virtuale di Tony Stark nella sua villa a Malibu Beach.
Edwin Jarvis, interpretato da James D’Arcy, diventa quindi il compagno d’armi, forse impacciato eppure razionale e logico, di Peggy Carter e comincia, assieme a lei, ad indagare al mistero di un enigmatico nemico celato dietro al nome di Leviathan.
Chad Michael Murray è Jack Thompson, il non ancora ben definito Agente dell’SSR, quindi collega di Carter. Con lui troviamo Daniel Sousa, interpretato da Enver Gjokaj, veterano di guerra e vicino di scrivania di Peggy.
Shea Whigham è infine Roger Dooley, Ufficiale della SSR che supervisiona le missioni di Carter, Thompson e Sousa.
Now is Not the End e il secondo episodio intitolato Bridge and Tunnel inquadrano la trama principale e con easter egg più o meno evidenti, vengono citati alcuni lungometraggi dello stesso universo: la più eclatante, oltre a Jarvis, è l’introduzione del personaggio di Anton Vanko, padre di Ivan/Whiplash interpretato da Mickey Rourke in Iron Man 2, inoltre la Roxxon Oil, azienda sponsor del programma radiofonico Captain America Adventure, di cui una raffineria viene distrutta dall’arma di Howard Stark, comparirà anche in Iron Man 2 e si troverà coinvolta nel tragico incidente che ha messo fine alla vita dei genitori di Iron Man. Infine, tra le citazioni più importanti, c’è il riferimento ad Abraham Erskine, il medico, che trasforma Steve Rogers nel Supersoldato, interpretato da Stanley Tucci, sul macchinario che utilizza i VitaRay.
Con uno sguardo rivolto non più al futuro, ma al passato, Marvel’s Agent Carter si pone il fine di completare il grande mosaico dell’Universo Cinematografico Marvel andando a pavimentare quell’area lasciata ignota dagli avvenimenti del primo Captain America e arricchendolo con nuovi personaggi ed approfondimenti. La nuova serie scritta da Christopher Markus e Stephen McFeely proseguirà per altri sei episodi e si concluderà riallacciandosi al cortometraggio intitolato Marvel’s One Shot: Agent Carter presente nel blu-ray di Iron Man 3.