Marvel’s Agents of SHIELD – stagione 2: recensione
Tutto comincia da dove finisce. La seconda stagione di Marvel’s Agents of SHIELD si apre nel momento in cui la società segreta è in stato di deframmentazione dopo gli eventi devastanti del finale di (prima) stagione: scoperte le talpe dell’HYDRA, infatti, Coulson & co. sono costretti a fronteggiare un periodo di depressione interna e a cercare di mantenere in vita quel che resta dello SHIELD.
(Al fine di analizzare al meglio la stagione, nell’articolo è presente un riassunto della trama: SPOILER ALERT)
Nel tentativo di restaurare la fiducia nel Governo Americano, i nostri agenti preferiti devono combattere la minaccia senza fine dell’organizzazione neonazista: con un flashback nella prima puntata di questa seconda stagione, ambientata in Austria nel 1945, infatti, Peggy Carter (Hayley Atwell) e gli Howling Commandos assaltano l’ultima base nota dell’HYDRA, diretta da un tale Reinhardt (poi noto con il nome di Daniel Whitehall), arrestano i membri presenti e confiscano i manufatti al suo interno, tra cui il corpo di un alieno blu (un Kree, lo stesso le cui cellule sono state impiantate in Coulson dopo il colpo letale inflitto da Loki, in The Avengers, allo scopo di riportarlo in vita) ed un misterioso piccolo Obelisco, designato come primo 0-8-4. E’ proprio questo Obelisco l’oggetto bramato dall’HYDRA e molto presto conquistato con la morte di alcuni agenti. Whitehall (Reed Diamond), ancora in vita e mai invecchiato dopo 60 anni, scopriamo, ha portato avanti, nel passato, esperimenti sull’Obelisco ed in particolare su una persona ad esso immune: Jiaying (Dichen Lachman), donna dal potere rigenerativo, è la madre naturale di Skye, al secolo Daisy, (Chloe Bennet) e moglie di Calvin “Cal” Johnson. Nel presente, localizzata la città aliena in San Juan, in Porto Rico, il gruppo di agenti dello SHIELD è diviso a metà: da una parte è scontro a fuoco contro l’HYDRA, dall’altra, l’Obelisco posizionato al centro del tempio sotterraneo nella città, scatena una nebbia misteriosa e letale che uccide l’agente Triplett (B.J. Britt) e modifica per sempre Raina (Ruth Negga) e la stessa Skye, accorsa nel luogo con i suoi compagni al fine di distruggere, senza successo, la minaccia aliena.
La seconda parte di stagione segue due strade via via incidenti: la prima riguarda i cambiamenti interni dello SHIELD stesso, in quanto, dopo gli eventi di Captain America – The Winter Soldiers, lo ha visto praticamente fratturarsi in due; la seconda introduce, con i personaggi di Raina e Skye (ora Quake), l’elemento Inumano: le due, infatti, raggiungono un luogo sconosciuto, chiamato Afterlife, abitato da esseri umani superiori, e guidati proprio da Jiaying finalmente ricongiunta con sua figlia. Ma quale modo migliore per preservare una razza se non difenderla eliminando categoricamente tutte le minacce opposte?
Il finale di stagione vede Skye alle prese con una decisione drastica: fronteggiare per la sua famiglia naturale, e quindi sua madre che vuole una guerra a tutti i costi, o parteggiare con la famiglia adottiva che l’ha sempre protetta, lo Shield.
La conclusione è l’inizio di un universo più grande.
Marvel’s Agents of SHIELD, nella sua seconda stagione, riesce in parte a convincere. Ai fini della trama, dopo una partenza stiracchiata e lenta, l’esplosione avviene solamente nella seconda parte di stagione anticipando avvenimenti importanti che verranno sviluppati non solo nella terza, appena confermata dalla ABC Network nonostante un mite riscontro di audience, ma anche in Captain America: Civil War e Inhumans in arrivo nel (lontano) 2019. La grande qualità sta, però, nell’ottima caratterizzazione dei protagonisti di questa stagione: dalla descrizione dei cambiamenti psicologici dei veterani come Fitz-Simmons (Iain De Caestecker e Elizabeth Henstridge), Ward (Brett Dalton), gli stessi Skye e Coulson (Clark Gregg), fino agli approfondimenti sul passato di alcuni, in particolare di Melinda May, protagonista assoluta del bell’episodio intitolato proprio Melinda, i quali mette a nudo la parte più intima dell’agente interpretato da Ming-Na Wen; non solo, l’introduzione di nuovi personaggi che subito entrano nel cuore degli spettatori: parliamo, fra i tanti, della coppia Bobbi Morse (Adrianne Palicki) e l’agente Lance Hunter (Nick Blood) e Cal, padre di Skye interpretato da Kyle MacLachlan.
Trama corposa e personaggi consistenti vengono supportati da una grande qualità tecnica televisiva: regia interessante, fotografia coinvolgente ed un reparto effetti speciali di tutto rispetto.
Ma continuiamo con calma.
In quale maniera AoS sarebbe collegato a Civil War? La risposta si trova nell’ Atto di Registrazione dei Superumani: il suddetto, nato come catalogazione e salvaguardia dei Superumani, sarà causa di scontro fra Captain America e Iron Man.
Tra i superumani troviamo, quindi, gli Inumani. Ma chi sono in realtà?
Dai fumetti apprendiamo che la razza degli Inumani nasce circa venticinquemila anni fa da una sperimentazione genetica effettuata dalla razza extraterrestre Kree sui terrestri, i quali cercavano una soluzione alla loro stagnazione genetica ed al tempo stesso un’arma contro gli acerrimi nemici Skrull. Nonostante gli esperimenti dall’esito positivo, i Kree abbandonarono le proprie creazioni al loro destino. Gli Inumani, più evoluti degli umani, si organizzarono in una società isolata tecnologicamente avanzata. Lo scenziato Randac, successivamente, scoprì che l’esposizione alla sostanza chiamata nebbie terrigene, la famosa Terrigenesi, (i cristalli rilasciati dall’Obelisco in Marvel’s Agents of SHIELD) era in grado di attivare il potenziale mutageno del genoma inumano, trasformandoli in individui con poteri e caratteristiche particolari. Da non confondersi quindi con gli X-Men in quanto mutati e non mutanti naturali.
Da un’intervista fatta a Clark Gregg, sappiamo che la serie, prodotta da Joss Whedon, in realtà è pressoché fine a se stessa pur richiamando le pellicole dell’universo di cui fa parte. E’ chiaro quindi che, molto probabilmente, la tematica sugli Inumani, è sì introdotta, ma verrà ampliata e approfondita nel film matrice che verrà rilasciato a luglio 2019. In definitiva, la serie è parte integrante di un grande mosaico pur non interagendo completamente con esso.
Cosa ci aspetta nella terza stagione di Agents of SHIELD? Una nuova minaccia è in serbo per l’agente Coulson ed i suoi compagni: noi non vediamo l’ora di scoprire di quale si tratta.