Maschi contro femmine: recensione del film di Fausto Brizzi
La pellicola di Fausto Brizzi gioca con leggerezza, fin troppa, sui luoghi comuni dell'universo maschile e di quello femminile.
Una commedia leggera e godibile, in stile Brizzi, che non lascia grandi amarezze ma nemmeno grandi soddisfazioni. Maschi contro femmine, pellicola del 2010 diretta da Fausto Brizzi, che è anche co-sceneggiatore del film insieme a Marco Martani, rientra a pieno titolo negli esempi meno impegnati di cinema italiano, quelli ancora capaci di portare le persone al cinema e di farle uscire con l’accenno di un sorriso che dura giusto il tempo di rientrare alla propria abitazione. Niente di male, ad ogni modo: se piace il genere Maschi contro femmine potrebbe trovare una felice collocazione in una delle vostre serate. Ma vediamo qual è la storia che Brizzi ci racconta, storia che l’anno successivo avrà seguito nello spin-off diretto dallo stesso Brizzi Femmine contro maschi.
Maschi contro femmine: amore, amicizia, sesso e tradimenti scandiscono la trama della commedia di Fausto Brizzi
Lo schema di Maschi contro femmine è quello delle narrazioni incrociate legate alle vicende dei diversi protagonisti del cast, composto, tra gli altri, da Fabio De Luigi, Paola Cortellesi, Alessandro Preziosi, Lucia Ocone, Giorgia Würth, Giuseppe Cederna, Carla Signoris, Nicolas Vaporidis e Francesco Pannofino. Walter (Fabio De Luigi), ad esempio, ha appena avuto un figlio e, confuso dalle novità che il nuovo arrivato ha portato a casa Bertocchi, dà il via a una relazione extra coniugale con una delle pallavoliste della squadra femminile che Walter allena, da anni segretamente – ma neanche troppo – innamorata del coach. Simile la situazione del presidente della squadra, interpretato da Pannofino, scoperto dalla moglie mentre si intrattiene con un’altra donna. La consorte Nicoletta, con il volto dell’attrice Carla Signoris, chiederà il divorzio e sprofonderà in una depressione che si porta dietro tutti gli stereotipi di genere che si possano immaginare, per poi ritrovare la sicurezza (e, pare, l’amore), con il collega Renato, il cui panni sono vestiti da quel Giuseppe Cederna che abbiamo imparato ad amare nei film di Gabriele Salvatores, su tutti Marrakech Express e Mediterraneo. Nicoletta, poi, ha un figlio, Andrea (Nicolas Vaporidis), un altro dei protagonisti del film. Lui e la sua migliore amica e coinquilina, Marta, finiscono per innamorarsi della stessa persona, una ragazza bisessuale che porta avanti tanto la sua frequentazione con Marta quanto quella con Andrea, che si sfideranno a colpi bassi per conquistare l’esclusiva della ragazza. C’è poi il dongiovanni Diego, interpretato da Alessandro Preziosi: a furia di battibecchi con la sua vicina di casa, l’attivista ambientalista Chiara (Paola Cortellesi), scoprirà nuovi interessi e nuovi aspetti di sé.
Maschi contro femmine: la canzone di Francesco Baccini sigla il fulcro del film
A tenere insieme l’intreccio di trame è il fatto che molti dei personaggi si conoscono e capita che condividano quello che succede loro, spesso davanti a una birra. Proprio nei momenti conviviali o di contorno compaiono alcuni dei personaggi che saranno poi protagonisti del sequel/spin off del 2011 Femmine contro maschi, come Claudio Bisio, Nancy Brilli e Luciana Littizzetto, che in Maschi contro femmine ricompre il ruolo della dottoressa dalla quale si reca Diego.
Il tenore degli scambi di battute che vorrebbero incarnare le visioni X e Y della vita viaggiano su espressioni come “maschilista porco” (come la Cortellesi è solita chiamare Preziosi), “fricchettona frigida” (come, viceversa, Preziosi ama chiamare la Cortellesi), “nano ubriaco urlatore” (come Fabio De Luigi presenta suo figlio appena nato), non lontane insomma da quelle dei cinepanettoni che hanno reso celebre Brizzi come Merry Christman, Natale sul Nilo, Natale in India, Natale a Miami e così via.
“Siam maschi contro femmine/ Ed è un’eterna disputa/ Senza nessuna regola/ Come una guerra atomica”, canta Francesco Baccini nell’eponima canzone, Maschi contro femmine, che apre il film: la pellicola ricalca grossomodo queste strofe, che forse svariati decenni fa sarebbero suonate meno superate e semplificatorie. Le interazioni tra esseri umani sono – com’è ovvio, ma forse non a tutti – molto di più del dualismo maschio-femmina e ricordarsene è sicuramente più edificante che presentare i due mondi come universi in collisione, “vicini a una voragine”, per citare di nuovo il brano di Francesco Baccini. Salvo che, recita sempre la canzone, “poi facciamo l’amore e dimentichiamo”. Non esattamente.