Master of None 2 – recensione in anteprima della serie Netflix con Aziz Ansari
Recensione in anteprima di Master of None 2, la seconda stagione della serie tv scritta e interpretata da Aziz Ansari, in onda su Netflix dal 12 maggio.
La seconda stagione di Master of None (trailer e poster) è un’elogio agli stereotipi italiani, ma anche alla buona tavola, agli scorci di Modena e alla gentilezza genuina della gente.
Dal 12 maggio Netflix regala ai fan nuovi episodi firmati sempre da Aziz Ansari e Alan Yang e sempre colmi di quella spensieratezza di base capace di darci l’impressione di non sapere in che direzione stiamo andando; di farci pensare (ma non troppo) e di farci immedesimare nei sentimenti di un ragazzo come tanti, in cerca della sua strada, di un sentimento che sia giusto, puro, ma che forse non sa riconoscere.
Se nella prima stagione abbiamo lasciato Dev Shah a bordo di un aereo adesso lo ritroviamo nella nostra bellissima Italia, in una Modena in cui la tradizione si taglia a fette e alla quale il bianco e nero dona quel tocco neorealista stile retrò che già da solo basta per farci sognare.
Master of None 2 e l’Italia dei tortellini, del mercato rionale e di Massimo Bottura
Il Bel Paese in cui approdiamo fa scopa con le passioni gustative del protagonista, che in questo angolo di Emilia-Romagna si diletta nella preparazione della pasta fresca lavorando presso la Boutique del tortellino alle dipendenze di un’anziana signora. A rendere briosa e tumultuosa la sua permanenza la presenza di Francesca, interpretata da una bravissima Alessandra Mastronardi.
Non mancano poi altri personaggi di contorno, come il ragazzino furbo che lo strattona da un punto all’altro della città o il carabiniere tipicamente italiano che non applica la legge se non per casi di estrema importanza. Ma della nostra Italia, accanto ai “difetti” e forse proprio grazie a quelli, emergono i tratti peculiari dell’accoglienza e quella goduria di base che New York non sarà mai in grado di estrapolare.
Scene come quella in cui Dev Shah e il suo migliore amico Arnold (interpretato da Eric Wareheim) mangiano alla tavola di Bottura leccandosi i baffi (e ricordandoci molto Julia Roberts in Mangia prega ama) o ancora quella in cui rimangono incastrati tra le strade strette della città – in una caricatura sensazionale – fanno emergere la giusta comicità, esprimendo una voglia di vivere genuina quanto volatile.
Master of None 2 si conferma, dunque, una serie ironica e un prodotto che, nella sua spasmodica volontà di rimarcare le differenze etniche, in fondo non fa la differenza, strizzando l’occhio ad alcune commedie di Woody Allen e a quella “newyorkesità” in fondo necessaria per farci comprendere quanto il protagonista, di origini indiane, sia costretto a chiudersi in tabù e regole religiose che non sente proprie.
Insomma Dev Shah (interpretato dallo stesso autore della serie, Aziz Ansari) è un newyorchese, punto e basta! È un trentenne che cerca di fare l’attore e cerca la donna giusta e in tutto questo è anche figlio, amico, amante. Per farla breve è un po’ tutti noi!
Analizzando i primi cinque episodi di questa seconda stagione ci rendiamo conto di come l’evoluzione della serie si adagi ai ritmi cardiaci di Dev: gli alti e bassi vanno di pari passo alla sua situazione. Così, se all’inizio è tutto più romantico e sognante, verso la fine ciò che si palesa è un esubero di “infrastrutture tecnologiche” che affievoliscono la forza propriamente umana dell’essere.
A tal proposito vale la pena concentrasi sulla comicità scaturita dall’episodio 4 in cui il protagonista, attraverso una nota App, incontra diverse ragazze, ognuna differente dall’altra. Il mush-up è favoloso e divertente e racchiude davvero in una manciata di minuti tutti gli stereotipi e i luoghi comuni del mondo in una maniera che è critica, ironica ed educativa al tempo stesso.
La seconda stagione di Master of None vanta una colonna sonora degna di nota!
Oltre a darci uno sguardo originale sull’America e sulle contraddizioni, Master of None 2 risulta impeccabile dal punto di vista tecnico e attoriale, vantando una fotografia azzeccatissima. Ma ciò che trascina al cento per cento nella serie targata Netflix è la colonna sonora che da Mina a Sylvester passando per Ennio Morricone, Krafwerk e molti altri regala attimi sonori ineccepibili e perfettamente contestualizzati.
Tirando le somme Master of None 2 è una serie tv da vedere, un quadro in movimento di luoghi comuni e dell’arma a doppio taglio che essi rappresentano, volente o nolente. Master of None 2 è la nostra vita, il problema della nostra generazione, perennamene in bilico tra tradizione e progresso, perennemente informata da ignorante, che sembra sapere tutto e in fondo non sa niente.