Venezia 77 – Apples: recensione del film di Christos Nikou
Apples di Christos Nikou è stato presentato alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia ed è disponibile dal 31 marzo 2021, in esclusiva sulla piattaforma MioCinema.
La memoria, i ricordi, la capacità di essere liberi, sono apparentemente i protagonisti di Apples, film di Christos Nikou presentato nella sezione Orizzonti della 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia col titolo Mila, che offre al pubblico una film che è tanto sfumato nella forma quanto nel contenuto, abbracciando una dimensione assolutamente inedita dal punto di vista narrativo e semiotico.
Una commedia? Un dramma? Un film metaforicamente connesso alla filosofia, al sociale? O forse un qualche che abbraccia una denuncia inerente la vita moderna, la socialità viziata da sovrastrutture opprimenti, da uno stile di vita consumistico?
I temi sono tanti, tante le emozioni in Apples, che ha in Aris Servetalis un protagonista di grande impatto, perfetto nel rendere il suo personaggio, incredibilmente umano, toccante, con uno stile sotto le righe che esalta sia la componente comica del film, che quella tragica.
Affetto da una forma di amnesia connessa ad una pandemia globale, perso dentro una Grecia che la bellissima fotografia di Bartosz Swiniarski rende regno di cemento e ombre, claustrofobica agorà fatta di silenzi e colori plumbei, oscuri, egli appare ad un tempo perso e curioso.
Apples si muove tra filosofia ed esistenzialismo
Con un cast di contorno di assoluto livello, e che ha in Sofia Georgovasili e Anna Kalaitzidou due volti antitetici di una femminilità che è sia salvezza che problematicità, sia forza che vulnerabilità, Apples fa della suo essere opera indefinita sia il pregio che il difetto più importante.
In effetti appare davvero difficile comprendere il messaggio di Nikou, o meglio capire quale delle tematiche per lui sia quella più vera ed autentica, quali collegamenti e rimandi siano veri e più calzanti e quali meno.
Sicuramente la tematica della memoria è quella più importante e centrale, intesa come esperienza umana e personalissima, ma ad un tempo universale.
Scegliamo cosa ricordare o meno? E se sì, che cosa? L’oblio è una benedizione o una maledizione? E i ricordi più dolorosi e negativi? Davvero sono inutili?
Palese in diversi momenti il collegarsi al Mito della Caverna e quello della Mela di Platone, alla mitologia greca piena di smemorati e naufraghi, così come ad alcuni dei topoi della psicanalisi, tuttavia il fatto che a più riprese il protagonista, costretto ad eseguire ordini ed azioni da una voce registrata, paia uscito da certi universi distopici e post-apocalittici, è altrettanto centrale.
Apples è un film molto complesso, a tratti forse confuso
“Re-imparare a vivere” assume qui il significato più che altro di vivere secondo certe leggi e dogmi, certe regole imposte dall’alto. Il sesso, la socialità, le proprie paure, le nuove esperienze, i vestiti, persino come e perché ricordarsi le proprie azioni, sono condizionati da un percorso obbligato, a cui Aris non può o non vuole ribellarsi.
Egli non ha memoria, e non avendo un passato non può che garantirsi un futuro, obbedendo a questo Grande Fratello del presente. Fatto ancora più interessante, il tutto viene presentato come una cura ad una pandemia.
In Apples si può scorgere volendo anche un collegamento all’ancor drammatica situazione di un paese, la Grecia, che non sa più chi è e cosa è, ha perso il proprio passato, si dibatte tra desiderio di autoritarismo e spirito anarchico di chi reclama una propria libertà.
A tale chiave di lettura, si può anche aggiungere facilmente quella della moderna vita dell’uomo 2.0, schiavo di dogmi e di ritmi, valori, rituali sociali imposti: esci, divertiti, flirta, fai sesso con qualcuno che dimenticherai, buttati da un paracadute, fatti delle foto con cui ricordarti momenti che non hai vissuto appieno.
Un film che abbraccia molti temi, o forse nessuno
La morte, appare qui come il ritorno alla realtà della vita, ma anche come memoria.
I defunti ci riportano alle origini del ciclo vitale, sono l’ancora imprevedibile di un dolore che ridà significato alla nostra esistenza. Il dolore infatti è anche ricordo, connessione con le persone care, con ciò che sono state nella nostra vita, e tale predominanza, tale funzione, permette si collegare il tutto ancora una volta alla memoria storica ellenica, al negare l’idilliaco ignorare la vecchiaia e la morte nella società moderna, e assieme a nobilitare la solidarietà come forma di sopravvivenza.
Ma quale di queste chiavi di lettura è più presente o più importante? Tutte e nessuna. Il che sicuramente non aiuta lo spettatore, già messo alla prova da un film in cui i dialoghi sono scarni, tutto è lasciato alla notevole espressività, al detto-non detto degli sguardi, dei volti.
Apples colpisce comunque emotivamente lo spettatore, si sorride spesso anche se con malinconia, lascia il segno, ma lo fa forse in un modo poco chiaro, insicuro, pare quasi voler parlare di tutto e sovente rischia di non parlare di niente; ma è un rischio da cui si riscatta con un finale sorprendente.
Il film è disponibile in Italia dal 31 marzo 2021, in esclusiva sulla piattaforma MioCinema.