Messaggi e segreti: recensione del remake di Perfetti Sconosciuti
Primo lungometraggio in lingua araba per Netflix, Messaggi e segreti prende l'eredità dell'italiano Perfetti Sconosciuti, confezionando un remake che non riesce a spiccare per originalità.
Per il suo primo lungometraggio in lingua araba, Netflix accetta di buon grado di inaugurare questo nuovo filone produttivo viaggiando per mari sicuri, e cede così al remake libanese di Perfetti Sconosciuti, il film italiano diretto da Paolo Genovese, il cui successo raggiunto nel 2016 porta ancora oggi i suoi frutti, come mostra l’infinita serie di remake che si producono di anno in anno in tutto il mondo. Questo nuovo Perfect Strangers, che Netflix in Italia traduce nel titolo italiano con Messaggi e segreti diretto da Wissam Smayra, non aggiunge né innova in qualche modo – considerando che è ambientato in una regione che culturalmente e socialmente avrebbe potuto offrire tanti e diversi spunti – nulla di nuovo rispetto al suo predecessore italiano.
Messaggi e segreti: più ironia e meno comicità, una cena sul filo dell’inquietudine
La trama la conosciamo già: una semplice cena tra amici nella sera di una rara eclissi lunare totale in una notte di luna piena, si trasforma in un’imprevista occasione per scongelare verità scomode e mettere a tavola insoddisfazioni, delusioni e colpi di scena tra un gruppo di amici che scopre in realtà di non conoscersi abbastanza. Complice il gioco proposto da uno dei padroni di casa di condividere ogni messaggio e chiamata arrivi sul loro smartphone.
Rispetto al primo – e ad oggi aggiungiamo insuperabile – Perfetti Sconosciuti nostrano, questo remake libanese, a partire dal suono di una fisarmonica, minacciosa e disincantata allo stesso tempo – vuole generare un’atmosfera più inquietante, dove la convivialità della cena e della complicità che respiriamo nella versione italiana tra gli invitati prima che il climax si diriga verso la catastrofe, viene decisamente meno. I dialoghi quindi preferiscono affidarsi a toni ironici, talvolta taglienti e un po’ affilati, soprattutto quando a tavola entrano in gioco argomenti che mettono in discussione la fiducia reciproca in amicizia. Si avverte quindi per tutta la durata del film qualcosa che turba costantemente gli invitati, e il gioco loro offerto diventa per alcuni quasi l’occasione tanto attesa per non nascondere più equilibri già incrinati.
I protagonisti di Messaggi e segreti manifestano, già consumati dai ritmi e dai pensieri delle loro vite, un atteggiamento già sul piede di guerra, chi con se stesso e chi con il proprio partner, e alcuni di loro anche una certa rassegnazione agli eventi della loro vita. Un esempio su tutti in quest’ultimo stato emotivo sono Will e Beebo, i personaggi corrispettivi interpretati nell’originale rispettivamente da Marco Giallini e Giuseppe Battiston.
Occasioni mancate e un ritmo poco brillante: il remake libanese pecca di originalità
Pur se nel complesso i personaggi e i dialoghi mostrano un ottimo affiatamento tra gli attori che riescono a tenere alta l’attenzione di chi assiste, quello che manca in maniera evidente a Messaggi e segreti è la capacità di contrapporre ad un’atmosfera che già si presenta minata, un ritmo brillante e una regia più ricercata che gli avrebbe permesso di viaggiare verso toni grotteschi, dando così anche al remake un tocco di originalità, ed evitare l’effetto piatto.
Il nostro Perfetti Sconosciuti non deve il suo successo unicamente ad un argomento trattato attualissimo e di portata universale, ma anche ad una regia che ricerca inquadrature curiose, inaspettate, dovendo focalizzare tutta la durata del film sul solo soggetto della cena tra amici. Messaggi e segreti invece rischia di accollare tutto il peso della sceneggiatura sulle spalle degli attori, senza dargli però quell’attimo di respiro che avrebbe arricchito ancora di più la narrazione, senza rischiare nel corso del film di perdere ritmo e di conseguenza rendere intermittente l’attenzione dello spettatore che arriva al finale accusando un po’ di fatica.