Miami Beach: recensione del nuovo film di Carlo Vanzina
Se ultimamente si pensava che il cinema italiano avesse ripreso a produrre pellicole di un certo spessore e qualità, il nuovo film di Carlo Vanzina, Miami Beach, riporta al concetto di scadente commedia all’italiana.
Il film si apre all’aeroporto di Fiumicino con la diciassettenne Giulia (Neva Leoni) che scappa da una vacanza in Bretagna con il padre Lorenzo (interpretato da Ricky Memphis) per andare con le sue amiche a Miami e partecipare ad un famoso festival di musica elettronica. Lorenzo decide, quindi, di andare a cercarla a Miami ma non conoscendo la città e non conoscendo una parola di inglese, chiede aiuto ad un giovane studente italiano, fuori corso e perdigiorno (Emanuele Propizio). Contemporaneamente vengono presentati Luca (Filippo Laganà) e Valentina (Camilla Tedeschi), due neo iscritti all’università di Miami che nel loro trasferimento da Roma all’America vengono accompagnati dai genitori orgogliosi: Giovanni (Max Tortora), padre di Luca, e Olivia (Paola Minaccioni), madre di Valentina. Se tra i ragazzi è subito amore, tra i genitori scatta subito una profonda antipatia.
Miami Beach è il cinquantottesimo film diretto da Carlo Vanzina nei suoi quarant’anni di carriera
Diretto da Carlo Vanzina e scritto dallo stesso regista insieme al fratello Enrico, Miami Beach procede tra improbabili incontri/scontri per tutta Miami e un gratuito e forzato romanticismo. Grazie a un uso eccessivo della commedia degli equivoci e a paradossali “colpi di scena”, la trama risulta prevedibile e banale. La regia sembra inesistente e la recitazione è in generale scadente. Ricky Memphis e Max Tortora indossano per l’ennesima volta i panni dei soliti personaggi.
L’unica nota positiva del cast è Paola Minaccioni, anche se nemmeno lei esce indenne da questo disastro di commedia. Tra gli attori più giovani Filippo Laganà e Camilla Tedeschi, entrambi figli d’arte come i Vanzina (lui figlio di Rodolfo Laganà e lei figlia di Corrado Tedeschi), sono gli unici a non risultare pessimi. L’immagine degli italiani che esce da questo tipo di film è come al solito, purtroppo, quella di un popolo di cafoni. Vista l’ambientazione americana, l’italiano medio risulta un volgare ignorante incapace di comportarsi all’estero, per non parlare poi del basso livello culturale dei giovani rappresentati nel film.
Negli anni ottanta e novanta i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina hanno contribuito a rendere la formula del cinepanettone un successo commerciale, diventato, purtroppo, un’abitudine del Natale cinematografico italiano al pari dell’albero e del panettone. Questa versione “estiva” in teoria ha come obiettivo quello di raccontare il rapporto genitori/figli e lo stereotipo degli studenti italiani in un campus universitario americano, ma in pratica risulta solo una pellicola scadente priva di vera comicità e basata su volgarità e doppi sensi.
Prodotto da LOTUS PRODUCTION (una società di Leone Film Group) e RAI CINEMA il film è in sala distribuito da 01 Distribution.
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