Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali: recensione
Personaggi particolari, ambientazioni fuori dal mondo, inquietanti cattivi e una giostra di effetti visivi nati dalla fantasia di uno dei registi più pazzi della storia del cinema: Tim Burton. Con Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali il regista prende tra le mani il romanzo dell’autore Ransom Riggs e lo trasforma in un’avventura per giovani dalle tinte ombrate, classiche della propria filmografia, contornandosi di un cast d’eccezione in cui spiccano Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Judi Dench, Ruper Everett e Terence Stamp.
Jacob (Asa Butterfield) è diverso dagli altri. A disagio insieme ai suoi coetanei, l’unica vera persona cara al ragazzo è il vecchio nonno Abraham (Terence Stamp), singolare personaggio con un passato straordinario, che rivive nelle storie inverosimili raccontate come favole della buonanotte al nipote. Cresciuto quindi con la convinzione di una casa in cui vivono ragazzi dalle incredibili peculiarità, diretta dall’autoritaria Miss Peregrine, dopo la misteriosa morte del nonno, Jacob decide di intraprendere un viaggio per visitare i luoghi ascoltati nei racconti, ritrovandosi così immerso in una realtà fino ad allora soltanto immaginata. Tra ragazzi leggeri come una piuma, capaci di accendere un fuoco con le loro mani e dalle altre, uniche abilità, Jacob dovrà difendere i suoi nuovi amici e il posto dove finalmente si sente a casa, combattendo contro gli spietati Vacui capitanati da Mr. Barron (Samuel L. Jackson).
Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali: ritorno all’immaginifico
Dopo la vera storia dell’artista Margaret Keane, che valse alla straordinaria attrice Amy Adams il Golden Globe per Big Eyes, Tim Burton lascia indietro la verosimiglianza per tornare nel suo mondo fatto di universi immaginari dalle tinte cupe, per inquadrare con occhi da fanciullo le intricate e sorprendenti vicende del giovane Jacob e dei suoi incomparabili compagni nell’ultimo lungometraggio Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali.
Avendo alla base il lavoro dello scrittore Ransom Riggs, Burton si appropria del cuore del romanzo per impastarlo e stravolgerlo quasi interamente, apportando un numeroso quantitativo di cambiamenti al fine di creare una narrazione totalmente dedita al funzionamento sul grande schermo.
Funzionamento che poco compie il suo dovere tecnico avvalendosi di un elevato numero di errori di scrittura e mal riuscita gestione del tempo, con una prima parte troppo lunga ed un proseguimento edificato su accavallamenti di intrecci e poca chiarezza nella sceneggiatura, che compromettono in buona parte l’intera attuazione di Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali. Anelli temporali sfasati, possibilità di viaggiare nella dimensione spazio-tempo, risoluzioni sbrigative per un film che, già poco lineare nel libro, sembra complicare ulteriormente la sua riuscita; l’ultima opera di Tim Burton è in pericolo come i suoi protagonisti, eppure riesce a trovare salvezza nella spettacolarità della sua messa in scena, in bilico tra il dark e l’immaginifico.
La fortuna di Miss Peregrine
Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali si avvale infatti, per sua fortuna, della possibilità di lasciare che il pubblico smetta di porsi domande che rimarranno senza evidente risposta per essere trasportato in un’esperienza di totale disimpegno, dove ad intrattenere saranno gli affascinanti nonché lugubri poteri dei personaggi, vero punto di attrazione dell’intero film. Anche se l’impatto visivo non combacia con la stesura del racconto, non sarà difficile lasciarsi trascinare nei giardini della grande abitazione della rigida eppur affettuosa Miss Peregrine o nella frenetica lotta finale contro gli spaventosi Vacui, con un cast di grandi nomi e buoni attori a rendere maggiormente piacevole la confusionarissima avventura.
Con Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (in uscita il 15 dicembre distribuito da 20th Century Fox) troviamo un Tim Burton che ancora non riesce a cavalcare gli antichi splendori, ma che tuttavia si mostra in grado di allestire spettacoli per indulgenti spettatori.