Mission: Cross – recensione del film sudcoreano Netflix

La recensione dell’action-comedy sudcoreana scritta e diretta da Lee Myung Hoon, disponibile su Netflix dal 9 agosto 2024.

Vista la mole di progetti audiovisivi di ogni genere e formato prodotti da un’industria particolarmente solida e florida come quella sudcoreana è difficile che Netflix e i suoi abbonati rimangano a secco di contenuti anche nel corso della stagione più ostica dell’anno per quanto concerne il comparto, ossia quella balneare. Ecco allora che pure nel mese più torrido la piattaforma a stelle e strisce ha potuto contare su un’opera realizzata in quell’area geografica. Si tratta di Mission: Cross, l’action-comedy scritta e diretta da Lee Myung Hoon, rilasciata dal broadcaster a stelle e strisce il 9 agosto 2024.

Gli amanti dei k-movies meno autoriali e più di intrattenimento troveranno in Mission: Cross tutto ciò che cercano

Mission: Cross cinematographe.it

Gli amanti dei k-movies meno autoriali e più di intrattenimento troveranno nell’opera prima della regista di Seul tutto ciò che cercano, a cominciare da un mix ben calibrato di azione e commedia che consente al film di scivolare piacevolmente sino al pirotecnico epilogo, laddove l’autrice e la macchina da presa scaricano sullo schermo i restanti caricatori a disposizione. Negli ultimi roboanti venti minuti i personaggi e l’autrice sfoderano l’intero armamentario balistico e marziale per portare a termine la missione e sventare la minaccia. Il tutto a base di sparatorie in slow motion che ritmicamente e coreograficamente traggono – con le dedite distanze – ispirazione dalla lezione di John Woo. Si perché è proprio lì che la “sinfonia” inconfondibile di proiettili e detonazioni trova la sua massima espressione in termini balistici e di adrenalina, dopo che una prima abbondante dose era stata iniettata nelle vene dello spettatore di turno nello spettacolare inseguimento a bordo di una camion cisterna con tanto di sparatoria consumata a tutta velocità in un tunnel autostradale più o meno in prossimità del giro di boa della timeline.

Un film che si regge su un plot molto easy, ma comunque sufficiente a garantire uno strato sul quale stendere la storia di un uomo “segreto”

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L’azione, non può essere altrimenti, è dunque l’ingrediente principale della ricetta ed è su di essa che la cineasta punta tutte le volte che lo humour non riesce a coinvolgere il fruitore. Tuttavia si registrano delle scene dove la comicità offre il proprio contributo alla causa, strappando un sorriso o una risata anche grazie alle performance di interpreti collaudati come Hwang Jung-min e Yum Jung-ah, che si calano entrambi alla perfezione nei protagonisti. Tutto si regge su tematiche come la fiducia, l’identità e il delicato bilanciamento tra vita privata e professionale, che alimentano un plot drammaturgicamente molto easy, ma comunque sufficiente a garantire uno strato sul quale stendere la storia di un uomo che, lasciandosi alle spalle la sua vita passata, conduce un’esistenza tranquilla fino al giorno in cui il senso del dovere lo richiama all’ordine. L’uomo, infatti, ha dei trascorsi ingombranti e pericolosi come agente speciale, di cui la moglie ovviamente ignorava l’esistenza. Ma quando questo torna a bussare alla porta, non può che innescare una reazione a catena di segreti e rivelazioni.

Mission: Cross è una versione di Mr. & Mr. Smith e True Lies in salsa sudcoreana

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Il cocktail, seppur non equilibrato tra azione e commedia, permette comunque al film di portare a termine la mission, vale a dire di tirare dentro e trattenere il pubblico per l’intera durata, cosa tutt’altro che scontata visti i tanti prodotti scadenti in circolazione sulle piattaforme che si sgretolano spesso prima dell’arrivo a destinazione. Ciò che Mission: Cross ha in dotazione, che ricorda se vuoi per assonanze una versione di Mr. & Mr. Smith con una spruzzata di True Lies e Bad Boys in salsa sudcoreana, gli permette di non subire la medesima sorte e al netto di limiti e di una ridotta propensione all’originalità sul versante narrativo porta comunque a casa un prodotto divertente, fresco e leggero da fruire in salotto in compagnia dell’aria condizionata, di pop corn e una bibita fresca.

Mission: Cross – valutazione e conclusione                

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Dalla Corea del Sud un mix di azione e commedia fresco, leggero e divertente, che trova nella componente action, nella confezione e nelle performance di due interpreti collaudati come Hwang Jung-min e Yum Jung-ah una buona valvola di sfogo. L’esordiente Lee Myung Hoon non calibra sempre al meglio gli ingredienti a disposizione, ma riesce tuttavia a intrattenere lo spettatore con una versione in salsa sudcoreana di Mr. & Mr. Smith e di True Lies. Gli ammiccamenti e le analogie con le due pellicole a stelle e strisce fanno venire meno l’originalità, ma non tolgono il gusto agli amanti dei k-movies, nonostante il caldo di agosto, di tuffarsi nella visione di Mission: Cross prima di quella in piscina o al mare.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3

Tags: Netflix