Mister Car e i templari: recensione del film Netflix
La recensione del primo capitolo della saga tratta dai romanzi omonimi per ragazzi di Sbigniew Nienacki. Su Netflix dal 12 luglio 2023.
I templari e il loro fantomatico tesoro nascosto chissà in quale angolo sperduto del mondo hanno sempre suscitato un certo fascino tanto nella letteratura d’avventura quanto nella Settima Arte, lo dimostrano film come Indiana Jones e l’ultima crociata piuttosto che Il mistero dei Templari di Jon Turteltaub, Il Codice Da Vinci o la trilogia scandiva de Il tesoro dei Templari. Un fascino che sembra non affievolire vista l’uscita di nuovi progetti audiovisivi che li chiamano in causa come il recente Mister Car e i templari, primo capitolo di una futura saga made in Polonia tratta dalla raccolta di romanzi omonimi per ragazzi di Sbigniew Nienacki, che ha ottenuto un clamoroso successo in patria, mentre è rimasta inedita nel nostro Paese, almeno fino al 12 Luglio 2023, data scelta da Netflix per il rilascio della trasposizione firmata dall’esordiente Antoni Nykowski.
Uno storico con il vizio dell’avventura, una bella giornalista, una femme fatale e tre agguerriti boy-scout sono i protagonisti di una caccia al tesoro in Mister Car e i templari
Per coloro che ne fossero a digiuno, protagonista dei romanzi prima e del film poi è uno storico dell’arte con il vizio dell’avventura. Il suo nome è Tomasz Samochodzik e a interpretarlo sullo schermo è un volto noto del cinema polacco, ossia l’attore di Cracovia Mateusz Janicki. È lui a vestire i panni dell’infallibile cacciatore di tesori nonché curatore per il museo nazionale, impegnato nel tempo libero in missioni pericolose atte al recupero di preziose reliquie. Una delle sue ultime indagini lo vede alla caccia di una misteriosa croce dei templari, che secondo la leggenda potrebbe condurre a un immenso tesoro risalente addirittura ai tempi di Jacques de Molay, gran maestro dell’ordine cavalleresco in seguito condannato per eresia. Ma lui non è il solo sulle tracce della croce, poiché dovrà vedersela sia con lo spietato Adios che con altri individui che hanno interesse a mettere le mani su quelle presunte, immense, ricchezze. Ad accompagnarlo in questa pericolosa missione una bella giornalista, la figlia di un suo collega ucciso in circostanze misteriose e tre piccoli orfani reduci da un campo scout.
Un film chesi ispira ai grandi classici del cinema d’avventura da una parte e ai successi statunitensi dall’altra, tentando invano di emulare i blockbuster hollywoodiani
È fin troppo chiaro quanto Nykowski e l’autore dei romanzi si siano ispirati ai ai grandi classici del cinema d’avventura da una parte e ai successi statunitensi dall’altra, tentando invano di emulare i blockbuster hollywoodiani. Il divario tra Mister Car e i templari e i suoi predecessori è infatti decisamente elevato e al momento fuori portata, per non dire incolmabile. Le citazioni e le analogie con gran parte dei film citati nell’apertura di questa pubblicazione sono più che evidenti e spudorate, tanto da rendere il risultato un prodotto derivativo che non ha davvero nulla di originale o di farina del proprio sacco da proporre. Basta pensare al terzetto di boy-scout che accompagna il protagonista, un gruppo di ragazzini un po’ nerd a caccia di un tesoro misterioso che rievoca The Goonies oppure la bizzarra jeep super-accessoriata, capace di trasformarsi in vettura anfibia e di muoversi anche sulle acque, quasi fosse uscita da un film di James Bond. Ecco perché nel corso della visione la mente dello spettatore di turno viene continuamente invasa da déjà-vu che non consentono al fruitore di lasciarsi andare al gusto della sorpresa. Il ché rappresenta a nostro avviso un limite per qualsiasi operazione che ha come scopo l’intrattenimento.
Mister Car e i templari è un’operazione che mira a un target preciso, quello di un pubblico di bambini e preadolescenti
Bisogna tenere conto del fatto che l’operazione in sé mira a un target preciso, quello di un pubblico di bambini e preadolescenti, ma questo non vuol dire che si debba abbassare di default l’asticella e pensare che le esigenze o le aspettative siano inferiori a quelle di una platea di adulti. Negli anni infatti il suddetto target ha affinato i propri gusti, alzando e di molto i propri standard e di conseguenza le pretese che non vanno sminuite o sottovalutate come hanno fatto gli autori di Mister Car e i templari. Motivo per cui il compito di coloro che decidono di confrontarsi con il suddetto target è diventato più difficile. Operazioni come quelle di Nienacki, nonostante gli sforzi profusi, sono destinate dunque a dissolversi come meteore nell’universo dello streaming dopo aver brillato per un breve periodo in qualche top ten come quella della grande N. Ma è solo un caso dovuto alla siccità di nuovi contenuti offerti dalla piattaforma a stelle e strisce nel periodo estivo.
Mister Car e i templari: conclusioni e valutazioni
Dai romanzi omonimi per ragazzi di Sbigniew Nienacki arriva su Netflix il primo capitolo di una futura saga incentrata sulle rocambolesche missioni di uno storico dell’arte con il vizio dell’avventura. A interpretarlo nel film diretto con scolaresca semplicità dall’esordiente polacco Antoni Nykowski troviamo il volto noto del cinema polacco Mateusz Janicki, che si presta senza pretese al gioco. Divertimento e coinvolgimento a piccole dosi per un’operazione assai derivativa, che mescola in maniera spudorata personaggi e dinamiche già viste per tentare di conquistare il proprio target di riferimento. Peccato che gli autori hanno fatto male i loro calcoli.