Berlinale 2021 – Mr Bachmann and his class: recensione del film di Maria Speth
La recensione di Mr Bachmann and his class, il documentario di Maria Speth presentato alla Berlinale 2021 che indaga sul rapporto tra scuola e diversità.
Il lungo documentario di Maria Speth, Mr Bachmann and his class viene presentato in Competizione alla Berlinale 2021: con i suoi 217 minuti di durata, il film indaga il rapporto tra il professor Bachmann e i suoi alunni, nei confronti dei quali utilizza metodi alternativi e inusuali.
La classe esaminata è formata da un gruppo di ragazzi tra i 12 e i 14 anni, in fase preparatoria per l’istituto comprensivo superiore che li accoglierà. La convivenza in un’unica classe di età e attitudini diverse, oltre al fatto che gli alunni sono originari di una decina di Paesi diversi, definisce chiaramente che ognuno di loro avrà percorsi di studi differenti, così come sono diverse le inclinazioni e le preferenze di ognuno. L’obiettivo centrale della suola ritratta in questo documentario è preparare gli studenti a quello che la società si aspetta da loro: il successo. Con questa sfida ben presente davanti a loro, gli alunni reagiscono secondo le loro caratteristiche personali, evidenziando come la scuola cerca di trattare tutti nello stesso modo, ma sembra dimenticare le differenze culturali che appartengono a ogni ragazzo e che potrebbe in effetti essere una marcia in più per raggiungere quel successo che la civilizzazione contemporanea impone.
Il rapporto tra scuola e diversità nel documentario di Maria Speth, Mr Bachmann and his class
Con Mr Bachmann and his class Maria Speth si interroga sul rapporto tra scuola e diversità culturale, indagando il modo in cui la scuola può lenire e prevenire l’intolleranza ma anche la relazione tra provenienza culturale e performance accademiche. L’approccio del professor Bachmann si basa proprio sulla concezione di diversità individuale, la sua preoccupazione principale è quella di individuare il talento di ognuno perché, e di questo il professore è fermamente convinto, ognuno ha abilità diverse e altrettanto importanti e strategiche. Per questo gli input che cerca di dare agli studenti sono variegati e intrisi di diverse forme di arte, in modo che ognuno da fornire stimoli diversi alle attitudini di ogni alunno che è, prima di tutto, una persona. La scuola ripresa dalle rispettose inquadrature di Maria Speth riflette in buona sostanza la società che la circonda, cioè Stadtallendorf, vale a dire una cittadina con una forte presenza di abitanti immigrati, seconde generazioni e persone che ancora non hanno la cittadinanza tedesca, essendo oltretutto una zona la cui economia si fonda su una lunga tradizione industriale (soprattutto fonderie e anche una fabbrica Ferrero). In queste fabbriche lavorano migliaia di immigrati e figli di immigrati già a partire dagli Anni ’60, per non parlare delle grandi armerie attive durante le guerre mondiali.
L’occhio della regista di Mr Bachmann and his class è quanto mai rispettoso dell’equilibrio che si è creato, con tutte le sue contraddizioni, interessandosi proprio a come la società fuori dalle classi si riflette all’interno di esse e concentrandosi su un protagonista eclettico e sicuro dei propri metodi, messi a punto nell’arco di decenni di esperienza. Quello che emerge a livello tematico è anche che, nonostante il corposo curriculum dell’insegnante, non si smette mai di imparare e non esiste un modo per stabilire degli equilibri granitici e immutabili. La società è un concetto estremamente fluido e vulnerabile e i cambiamenti culturali fanno parte della viva contemporaneità e, anzi, ne misurano la capacità di adattamento e di reazione, ponendo l’integrazione e la creazione di nuovi mix come elemento fondamentale per la sopravvivenza di quella stessa cultura.