My Best Friend’s Exorcism: recensione del film di Damon Thomas
Su Prime Video dal 30 settembre è disponibile My Best Friend's Exorcism, storia di amicizia, bullismo e Male demoniaco in un gruppo di sedicenni nell'America pop e perbenista degli anni Ottanta. Con Isla Fisher e Amiah Miller.
Ormai non si contano più i film e le serie tv che rievocano l’immaginario sociale e culturale degli anni Ottanta. Un’incontrollabile fucina nostalgica a sua volta alimentata da un numero in crescendo di titoli e produzioni originali, liberamente ispirate a un decennio storico che sembra, ad alcuni, più interessante di quello contemporaneo. My Best Friend’s Exorcism (dal 30 settembre su Prime Video), ad esempio, ripesca ancora nell’iconografia pop e ipercotonata del benessere economico degli 80’s, trovando curiosamente un punto d’incontro fra il successo digitale di Stranger Things e quello iconico e su pellicola del capolavoro di William Friedkin L’Esorcista del 1973.
Linda Blair e Boy George
Riadattamento del romanzo omonimo di Grady Hendrix, pubblicato per la prima volta nel 2016, l’ultimo lavoro del regista Killing Eve e Penny Dreadful Damon Thomas è, prima ancora di essere una storia di possessione demoniaca, una storia di amicizia fra due sedicenni dell’America perbenista del 1988, caratterialmente ed economicamente distinte l’una dall’altra come spesso capita fra migliori amiche, ma accomunate dalla passione per le canzoni e i poster di Boy George, il frozen yogurt assaggiato nei centri commerciali e i film horror del sabato sera.
Una sera Gretchen e Abby, così si chiamato i personaggi interpretati rispettivamente dalle giovanissime Elsie Fisher e Amiah Miller, si ritrovano a sperimentare, così per gioco, una seduta spiritica con tanto di tavola ouija, e le due, persuase dalle inseparabili compagne di classe Margareth e Glee, evocano quello che per Gretchen sarà l’inizio di un invasamento maligno che lentamente s’insinuerà nel suo corpo.
Che sia l’effetto del trip dell’acido ingerito o il trauma di una violenza avvenuta nel buio di quella dimora abbandonata, la bionda del gruppo comincia a comportarsi da bulla insopportabile, dapprima ribelle alle autorità ecclesiastiche del liceo cattolico che frequentano, poi brutalmente decisa a rovinare la vita e la reputazione di quelle che sembrano amiche per sempre. Meglio allora correre ai ripari ed estirpare il Male tramite un esorcismo in perfetto stile Linda Blair. Solo che stavolta non sarà un prete a far schizzare l’acqua santa e a tenere la Bibbia in mano, ma un bodybuilder televangelista con i bicipiti e le meches di Christopher Lowell.
Il demonio è un’amica st****a: My Best Friend’s Exorcism trova un punto in comune fra il bullismo e il demonio
Assurda per l’ironia dark della ‘presa in giro’ ad alcune derive grottesche e kitsch del decennio in questione, la satira di My Best Friend’s Exorcism si mescola ad una forzata fedeltà al genere horror e sci-fi, alternando, non sempre con fluidità ed armonia, l’accuratezza estetica ed effettistica necessaria alla (seria) suggestione orrorifica con la controparte, decisamente più libera e frivola, della rimaneggiamento sardonico e colorato del periodo di riferimento. E’ infatti la dinamica fra le quattro amiche e il loro confronto reciproco fatto di scoperta di sé, rivalità e sgambetti più o meno dettati dalla possessione, ‒ con annesse immissioni di tematiche giovanili (la ribellione, l’orientamento sessuale, i disturbi alimentari, il bullismo) ‒ a rendere il film di Thomas più godibile e ancor meglio interessante rispetto allo spavento e al ribrezzo splatter del mostro demoniaco o forse alieno, evocato prettamente su elementi classici ed archetipici, dalla casa infestata alle convulsioni corporee della lunga sequenza finale.
Fra parodia e fedeltà, caricatura e copiatura, di My best friend’s exorcism viene fuori comunque un percettibile divertimento ideativo nell’aver voluto giocare con i linguaggi e gli immaginari, le citazioni e i riferimenti, sopperendo l’ordinarietà e la scarsa singolarità di alcune scelte horror con un gusto (re)inventivo e più libero della vita da teenagers degli anni Ottanta. Quasi come fosse una sorta di Mean Girls, o più recentemente della serie giordana AlRawabi school for girls, raccapricciante e paranormale, dove a spaventare (anche) stavolta sono le cattiverie e i pettegolezzi, le derisioni e sopraffazioni dell’essere umano, rispetto al vero e proprio demonio o fantasma di turno, passato per caso nel corpo di una sedicenne.