Never Let Go – A un passo dal male: recensione del film di Alexandre Aja

Alexandre Aja vira verso il thriller psicologico, ripercorrendo le tracce di M. Night Shyamalan e John Krasinski, faticando tuttavia nel ritrovare una voce ed impronta propria. Curioso ma non convincente. Ottima la prova di Halle Berry. In sala dal 26 settembre 2024, distribuito da Notorious Pictures.

Al terrore profondo generato dagli spazi aperti, cui molto cinema si è interessato nel corso degli ultimi anni, si affianca quello generato dagli spazi chiusi, fortemente limitativi, dunque claustrofobici e pressoché privi di vere e proprie vie d’uscita. Appartiene a questa ricerca Never Let Go di Alexandre Aja. Lo sappiamo bene, il genere cinematografico che meglio e più di ogni altro si è interrogato sulla fascinazione della questione è il thriller, specialmente nella sua derivazione psicologica. Inevitabile tornare a La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock e ancora, rivolgendo lo sguardo a titoli più recenti, quanti ricordano Misery non deve morire di Rob Reiner, Panic Room di David Fincher, Identity di James Mangold e il notevole Kimi di Steven Soderbergh? Più tardi, il thriller cede il passo all’horror.

Di qui in avanti la proliferazione di titoli più o meno riusciti, che hanno colto via via il potenziale narrativo degli spazi chiusi e della paura, generata tanto da quello che vi è all’interno, quanto di ciò che resta confinato all’esterno. Basti pensare al sensazionale 10 Cloverfield Lane di Dan Trachtenberg e così al recente dittico di John Krasinski, composto da A Quiet Place I e II e ancora, le recenti produzioni firmate Shyamalan, Bussano alla porta, The Watchers e Trap. Insomma, la traccia della paura nei confronti di ciò che è esterno, quando la sicurezza deriva invece da tutto ciò che è interno, è ricorrente nel cinema d’oggi, così come in quello di ieri. E chi meglio di Alexandre Aja sarebbe potuto tornare sul luogo del delitto?

Autore francese incredibilmente interessante poiché membro della confraternita di registi horror chiamata “Splat Pack”, per via dell’estrema violenza contenuta nei loro film, Aja abbandona nel corso degli anni la natura originaria del suo cinema, alla ricerca di un modello sempre più spettacolare e da largo pubblico. Basti pensare a Crawl – Intrappolati, elogiato perfino da Quentin Tarantino. E proprio un film come Crawl, preceduto dal cult Alta Tensione e dal meno riuscito Oxygène, rappresenta appieno il grande interesse che Aja nutre nei confronti del cinema da camera, o comunque delle narrazioni confinate a spazi fortemente limitati e claustrofobici. Discorso che si ripete ancor più ferocemente con Never Let Go – A un passo dal male, distribuito da Notorius Pictures, a partire da giovedì 26 settembre 2024.

Il male esiste ed è là fuori. Ma… sarà davvero così?

Never Let Go – A un passo dal male: recensione del film di Alexandre Aja

A differenza dei film precedenti di Aja, Never let go ha i toni e le volontà autoriali tipiche della parabola filosofico/spirituale, che molto deve ad un certo filone proprio della filmografia di M. Night Shyamalan, su tutti The Village e Bussano alla porta, quasi interamente centrato sulla domanda: quanto in là può spingersi una madre, pur di mettere in salvo i propri figli?

Ambientato all’interno di una casa remota occupata da sole tre persone: una madre senza nome (Halle Berry) e i suoi due figli, Nolan (Percy Daggs IV) e Samuel (Anthony B. Jenkins), Never Let Go a partire da una serie di ferree regole e imposizioni, sembrerebbe ricalcare la medesima traccia narrativa del dittico A Quiet Place, eppure Aja, spalleggiato dai suoi due autori KC Coughlin e Ryan Grassby, sposta l’attenzione sempre più su di un miscuglio di spettri metaforici, che hanno a che fare tanto con malattie mentali, traumi, iperprotezione e concreta esistenza del male, quanto con quelli che sembrano essere a tutti gli effetti flashback orrorifici, cupi e paranoici della recente pandemia da Covid-19 e tutto ciò che ne è conseguito.

Ancora una volta una famiglia che lotta contro un male oscuro e apparentemente invisibile. Niente più silenzi, niente più forzata cecità. Piuttosto un elemento fisico, una corda da tenere stretta in qualsiasi circostanza, pena la morte. Perché i figli non vedono il male? Perché solo la madre? E ancora, perché il male appare proprio nelle sembianze di volti che hanno rappresentato qualcosa nel vissuto della famiglia e non di creature sovrannaturali e mostruose? Sono molti i quesiti che Never let go affida allo spettatore, lasciandoli in sospeso. La richiesta principale cui lo spettatore è dunque chiamato a rispondere è: comprendi.
Ci suona familiare. Eppure non così funzionale.

Never let go: Valutazione e conclusione

Never Let Go - A un passo dal male; cinematographe.it

Pur essendo un film di grande impatto visivo, torna la deriva spettacolare e certamente più convenzionale del cinema di Aja, per il lavoro colto e sagace sugli ambienti interni ed esterni, spingendo costantemente i suoi protagonisti e così gli spettatori a chiedersi: c’è davvero qualcuno o qualcosa in agguato là fuori? Sì, deve, eppure… Never let go dimostra in più occasioni di volersi porre fin troppi interrogativi e riflessioni, correndo il rischio di non riuscire a soddisfarne nemmeno la metà, grattando appena la superficie di un discorso autoriale e narrativo che se ridotto, avrebbe senz’altro condotto Aja ad un miglior risultato.

Tuttavia, Never let go ha il pregio d’essere cinema di grande intrattenimento, capace di coinvolgere lo spettatore senza annoiarlo mai. Privandolo dunque di qualsiasi altra ipotetica distrazione, rischio ricorrente con un certo cinema d’oggi. Insicuro sulla propria natura – vuole farci saltare sulla poltrona? vuole farci riflettere sul male più oscuro in assoluto che è quello celato negli abissi della mente e non nella cupa e fitta boscaglia? -, l’ultima fatica di Alexandre Aja si perde nel mezzo, consegnandoci tre ottime prove interpretative – brilla ancora una volta Halle Berry, doveroso rivederla in Gothika di Mathieu Kassovitz – ed un interessante quesito: dobbiamo realmente fidarci delle convinzioni dei nostri genitori?

Il film è al cinema dal 26 settembre 2024, distribuito da Notorious Pictures.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3