Korea Film Fest 2021 – New Year Blues: recensione del film di Hong Ji-young
Hong Ji-young con New year Blues ci trasporta in un viaggio emozionale unico nel suo genere, in cui luoghi ed emozioni si fondono insieme.
New Year Blues è un film drammatico multi-narrativo sudcoreano che rientra nella sezione Orizzonti Coreani della 19esima edizione del Florence Korea Film Fest. I temi che il film affronta spaziano dall’amore alla famiglia fino alla creazione di nuovi percorsi di vita. Proprio come nella pellicola del 2013, Marriage Blue, anche in questo caso il regista Hong Ji-young incentra il suo nuovo film sulle storie vagamente collegate di quattro coppie (come in Love Actually) che stanno vivendo ognuna una delle tante facce di una relazione moderna. Ad aumentare la drammaticità, il periodo in cui si svolge il film: nei giorni da Natale a Capodanno.
Nel 2013, il suo film Marriage Blue ha adottato la formula stabilita dal successo di Richard Curtis del 2003 e ha seguito quattro coppie di fidanzati nella settimana precedente ai loro matrimoni. Otto anni dopo New Year Blues introduce un quartetto di coppie che devono affrontare una serie di sfide relazionali durante l’ultima settimana dell’anno.
New Year Blues: il racconto di quattro storie d’amore
Con New Year Blues Hong Ji-young non si limita a presentarci il classico film natalizio in cui emergono i problemi di coppia, piuttosto cerca di mostrarci in modo abbastanza spensierato come e perché le coppie tendono a non comprendersi. Lo fa puntando su un cast impeccabile e abbastanza noto (in cui spiccano i nomi di Kim Kang Woo, Yoo In Na, Yoo Yeon Seok, Lee Yeon Hee, Lee Dong Hwi, Chen Du Ling, Yeom Hye Ran, Choi Soo Young e Yoo Teo) e, nonostante tenda a mantenere toni costantemente leggeri, non manca di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Durante tutta la durata della pellicola, infatti, il regista riesce a toccare molti piccoli ma importanti aspetti della vita, coprendo temi relativi alle rotture, alla solitudine, alla guarigione, al matrimonio multiculturale e anche alla ricerca del significato della vita. Il modo in cui questi semplici momenti quotidiani vengono rappresentati, fa di New Year Blues un’opera dal grande potenziale comunicativo.
A colpire nel film è però anche il suo ritmo narrativo, scandito sia dai luoghi che dalle emozioni dei protagonisti. L’autore spazia da Seoul (con la Torre Namsan sullo sfondo) fino a Buenos Aires, passando anche dalle famose e maestose cascate di Iguazu. Il viaggio che compie non è solo attraverso nuovi luoghi ma anche attraverso nuove emozioni. I protagonisti non vengono fagocitati dalla maestosità delle location, ma ne diventano essi stessi parte, con la macchina da presa sempre molto attenta a riprendere le espressioni dei loro volti.
Nel tour che facciamo insieme alle quattro coppie sia dentro che fuori i confini coreani, a colpire di più dal punto di vista visivo sono le scene girate a Buenos Aires che, oltre a farsi notare per la qualità della fotografia, rappresentano un elemento innovativo nel cinema asiatico (non è molto comune, infatti, vedere personaggi coreani in luoghi esotici).
New Year Blues: Hong Ji-young introduce elementi innovativi con maestria
Sebbene con un tono molto diverso, il film ricorda le atmosfere di Happy Together o Lost in Translation di Wong Kar Wai con il contrasto tra ambientazioni e personaggi che gioca un ruolo importante. La sostanziale differenza è che nei film appena citati i sentimenti dei protagonisti sono spesso in contrasto con i luoghi in cui si trovano, mentre in New Year Blues accade l’esatto contrario.
Le caratteristiche e le innovazioni di New Year Blues vogliono sicuramente catturare l’attenzione di un pubblico globale. Da un lato è bello vedere questo tipo di espansione, ma film come questo tendono a correre pochissimi rischi, il che rende la pellicola un po’ prevedibile e quindi lontana da tutte le caratteristiche che hanno reso popolare il cinema coreano. La caratterizzazione dei personaggi in questo senso è molto superficiale e in molti casi, i dilemmi che devono affrontare potrebbero essere risolti con una semplice conversazione. Eppure, in qualche modo Hong Ji-young riesce a sostenere per quasi due ore questo collage di primi piani, incomprensioni e comportamenti inspiegabili.
New Year Blues ha un tono complessivamente leggero ma riesce a ritrarre bellissimi momenti di pura connessione umana che, puntando tutto sulla comprensione emotiva dei personaggi, trascendono sia la lingua che la cultura.
Nonostante spesso sacrifichi una narratività più profonda e matura, Hong Ji-young regala al pubblico amante delle commedie romantiche un prodotto capace di farsi apprezzare, soprattutto grazie all’importanza che riesce a dare ai piccoli gesti quotidiani.