New York Academy – Freedance: recensione del film di Michael Damian
Un film adatto per intrattenere il pubblico adolescenziale attraverso performance e scenografie spettacolari e attori giovani e belli.
Juliet (Juliet Doherty) e Charlie (Harry Jarvis) sono rispettivamente una ballerina di danza moderna e un appassionato pianista che svolgono lavori degradanti in attesa di realizzare il loro grande sogno: entrare a far parte della prestigiosa New York Academy. Dopo i successi di Step up e New York Academy il 13 settembre arriva sul grande schermo il nuovo film musicale New York Academy – Freedance diretto da Michael Damian.
Juliet, figlia di un’importante coreografa (Jane Seymour) non vuole seguire le orme della madre ma costruirsi autonomamente una carriera. Dopo numerosi provini falliti un giorno entra a far parte del cast del tour internazionale del più atteso show dance di New York diretto artisticamente da Zander Raines (Thomas Doherty). Il ragazzo è prima indifferente a Juliet poi scopre in lei un talento straordinario e se ne innamora. Charlie è un pianista squattrinato che per vivere fa consegne a domicilio e sporadicamente suona nei locali notturni. Grazie a un incidente Charlie conosce Zander e Juliet e dimostrando la sua bravura diventa il pianista dello show. Anche lui si innamora della bella e dolce Juliet che però ha solo occhi e cuore solo per la danza e per Zender. Presto però le cose cambieranno…
New York Academy – Freedance: inseguendo un sogno
Un copione già scritto, una storia trita e ritrita: questo nuovo film musicale – romantico, diretto dallo stesso regista del primo capitolo, non aggiunge nulla di nuovo al genere. Giovani ballerini o cantanti con un sogno da realizzare, pieni di talento, inizialmente costretti a guardare da dietro le quinte altri vivere la vita che vorrebbero. Un giorno, all’improvviso, cambia tutto perché il loro talento per un caso fortuito viene scoperto, ottenendo da subito il successo tanto agognato. Non manca ovviamente la storia d’amore a lieto fine. Vi ricorda qualcosa? Non solo i titoli sopracitati ma anche uno dei primissimi film di questo filone come Save the last dance del 2001, di gran lunga più appassionante e meglio scritto. Nulla a che vedere, invece, con uno dei capostipiti del genere musicale Dirty Dancing, del quale Freedance (e company) risultano una bieca imitazione.
New York Academy – Freedance: un film che assomiglia a un lungo videoclip musicale
Se vogliamo, però, trovare dei meriti a New York Academy – Freedance sono, ovviamente, le bellissime coreografie di danza moderna e la bravura dei ballerini/attori. La debole sceneggiatura si regge esclusivamente su questi momenti musicali, facendo sembrare il film un lunghissimo videoclip, con tanto di rapper che si aggira per strada facendo freestyle con lo sguardo a favore di camera. Non c’è conflitto tra i protagonisti, sempre troppo sorridenti e solidali tra loro, una situazione alquanto inverosimile visto il feroce ambiente dello spettacolo. Ogni vicenda si risolve in maniera frettolosa e senza nessuno scavo psicologico: come il rapporto di Charlie con una misteriosa anziana pianista o i problemi di Juliet con l’insensibile madre. Una “struttura” tipica di film televisivi da fascia pomeridiana.
Si tratta di un film senza pretese, che vuole essere mero intrattenimento servendosi di performance e scenografie spettacolari, di attori giovani e belli di facile appiglio per un pubblico adolescenziale – c’è anche la star Disney Thomas Doherty (Descendants 2) – e soprattutto amante della danza.
Per spostare l’asticella, ottenendo così un prodotto memorabile, sarebbe bastata una scrittura meno superficiale e una storia più accattivante. Il risultato invece è un prodotto confezionato per soddisfare un pubblico ristretto e destinato al dimenticatoio nel mare magnum dei film musicali.