Nimona: recensione del film d’animazione Netflix

Una storia d'amore e accettazione di se stessi e degli altri che ha come punto di forza una protagonista irresistibile

Dopo anni di lavoro, finalmente Nimona è uscito su Netflix il 30 giugno. La storia di come Nimona ha visto la luce ha un po’ di quei contorni da outsider che ha la protagonista del film: nato dall’idea di due sceneggiatori esiliati della Disney e Pixar, il film doveva proprio uscire per Disney quando quest’ultima aveva acquisito Blue Sky, una filiale della casa di produzione Fox, successivamente chiusa solamente due anni dopo l’acquisizione.
Nimona sembrava essere un progetto cancellato, solamente una bella idea che non avrebbe mai visto la luce finché Netflix non si è mostrata interessata. Una scelta azzeccata non solamente perché il catalogo d’animazione della piattaforma statunitense si arricchisce di un’altra perla, ma soprattutto perché la Disney, ora come ora, è molto lontana dal proporre storie in cui la rappresentazione queer è il centro nevralgico della trama.

La trama di Nimona

Nimona. cinematographe.it

Siamo in un mondo fantastico in un anno non meglio specificato in cui il Medioevo incontra la tecnologia moderna. Una città fortificata con al centro la statua di un’antica guerriera sovrasta le strade affollate e gli schermi che le invadono, ma la statua di Gloreth non è solamente un simbolo, ma un monito.
Difatti la città è protetta da alte mura da cui è impossibile vedere l’esterno, mura che proteggono gli abitanti dai mostri che invadono il mondo esterno. Gloreth infatti è famosa per aver sconfitto un drago e per aver creato un esercito di cavalieri addestrati per combattere i mostri.

Un’antica tradizione che prevede il passaggio generazionale del titolo di cavaliere dai genitori ai figli; questo finché a Ballister (doppiato da Gabriele Sabatini, nella versione originale da Riz Ahmed), figlio di una famiglia povera, gli viene conferito il titolo di cavaliere dalla regina che è intenzionata a cambiare questa antica tradizione. A sostenerlo c’è anche il leggendario Ambrosius Lombidoro con la quale Ballister ha una relazione, e la Direttrice dell’Ente.
Ma durante la cerimonia dei cavalieri la regina viene uccisa e Ballister viene considerato il colpevole. Costretto alla fuga e rintanatosi in una casa decadente, alla sua porta si presenta Nimona (doppiata da Chloë Grace Moretz, in italiano da Margherita De Risi), una ragazzina folle e imprevedibile che si rivela essere una mutaforma e che è intenzionata ad unirsi a lui, credendolo un criminale.

Un film che riprende gli stilemi classici e li ribalta, raccontando una fiaba che è un inno all’inclusione

Nimona. Cinematographe.it

Diretto da Nick Bruno e Troy Quane, Nimona è quello che molti altri film d’animazione provano ad essere senza però riuscirci: innovativo e sovversivo, prende le idee principali dalla narrazione classica, ma le ribalta totalmente a suo favore. La protagonista ruba la scena a chiunque con il suo carattere fuori dagli schemi, la sua personalità invadente quanto rivoluzionaria e il suo amore per se stessa. È questa la vera forza di Nimona, il modo totalmente nuovo con cui riesce a parlare di accettazione senza ripetere cliché ed escamotage abusati dai racconti di formazione.

Nimona si accetta per quel che è, adora il suo essere una mutaforma e la libertà che le conferisce l’essere una creatura fluida tanto che alle ripetute domande su chi è, ma soprattutto su cosa è, la ragazza risponde indispettita solamente ripetendo più volte il suo nome. “Non puoi essere semplicemente normale? Penso che sarebbe più semplice se tu fossi solamente una ragazza” le dice imbarazzato Ballister, “facile per chi?” le risponde pungente Nimona in un dialogo che riassume l’essenza del film. Nimona parla di accettazione non solamente verso se stessi, ma soprattutto nei confronti degli altri e lo fa mettendo in scena una rappresentazione della comunità LGBTQ+ che è rara da trovare.

La storia d’amore tra Ballister e Lombidoro si inserisce naturalmente nella trama ed è funzionale alla caratterizzazione dei personaggi, Nimona non si limita a mettere questi personaggi sullo schermo come un contributo alla malconcia causa della rappresentazione, ma aggiunge caratteristiche su di loro e sulle loro relazioni con lo status quo.
Le tradizioni della città istituite 1000 anni sono fin dall’inizio del film un importante campanello d’allarme che ricorda che la storia è scritta dai vincitori e che la società per essere equa deve continuamente mettersi in discussione ed essere meno cieca di fronte ai pericoli che, più spesso di quanto si immagini, non sono dall’altra parte del muro, ma nelle nostre case.

Conclusioni e valutazioni di Nimona

Nimona. Cinematographe.it

Nimona è un film d’animazione che incontra i gusti di tutti, dai bambini agli adolescenti agli adulti, grazie allo stile d’animazione accattivante e ben realizzato, all’ambientazione particolare e curata che ci catapulta in una città viva e dettagliata che riesce a miscelare l’architettura medievale con i mezzi tecnologici che siano gli schermi che invadono ogni angolo della città o i mezzi volanti, ma soprattutto grazie ai diversi livelli di lettura.

I più piccoli rimangono colpiti dalla storia fiabesca dei cavalieri, dai colori accesi e dal messaggio della storia di accettazione e amore nei confronti degli altri; mentre i più grandi sono intrattenuti dai dialoghi brillanti che si basano principalmente su giochi di parole e battute (per questo è consigliata la visione in lingua originale), dagli intrighi politici che coinvolgono l’Ente e dalla critica sociale alle istituzioni che sono anaffettive e incapaci nel prendere le distanze da tradizioni e mentalità vecchie di generazioni.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 10
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

5.1

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