Bif&st 2017 – Nobili Bugie: recensione del film con Claudia Cardinale e Giancarlo Giannini
Nobili Bugie è una tragicommedia, con Claudia Cardinale, ambientata sul finire del secondo conflitto Mondiale nella campagna Bolognese.
A chiusura della sezione Panorama Internazionale del Bif&st 2017, Nobili Bugie vede nel suo cast l’icona del cinema italiano Claudia Cardinale. Diretta da Antonio Pisu, la musa di Fellini è accompagnata anche da Raffaele Pisu, Giancarlo Giannini, Ivano Marescotti, Federico Tolardo, Nini Salerno, Tiziana Foschi, Paolo Rossi, Silvia Traversi, Gaia Bottazzi e Stefano Baldini.
Nobili Bugie, presentato sul palco del teatro Petruzzelli ad una vastissima platea, è una tragicommedia ambientata sul finire della Seconda Guerra Mondiale nei pressi di Bologna
Racconta le vicende della famiglia Martellini, una nobile dinastia ormai decaduta che vive in disparte dal conflitto in corso. Il Duca Pier Martellini e la Duchessa Romola Valli trascorrono tediose giornate accanto al loro figlio cinquantenne Jean-Jacques, eterno bambino, e con gli unici tre membri rimasti della servitù: Giovanna, una cuoca perennemente insoddisfatta, e Tommaso e Federico, reduci di guerra, tuttofare della villa – sono rispettivamente sordo e cieco. Completa il quadretto familiare il maggiordomo personale del Duca, spaventosamente silenzioso. Nel ricordo di gloriosi tempi passati, la famiglia Martellini vive con poco quando, una sorprendente fortuna bussa alla loro porta. Una famiglia ebrea in fuga trova riparo dai nazisti presso la sontuosa, ma vuota magione.
Pur di trovare un compromesso – la nobile famiglia è restia ad ospitare Beniamino, Stefania e Anna essendo privi di una vera e redditizia fonte di guadagno – le due parti trovano un accordo. I tre potranno restare dai Martellini a patto che questi diano un lingotto d’oro allo scadere di ogni mese di permanenza. Gli ebrei, infatti, hanno con se un sacco pieno di lingotti d’oro, eredità lasciata dalla loro comunità e che la famiglia custodisce gelosamente a costo di riportarla ai legittimi proprietari a guerra conclusa.
Raccontato con toni leggeri ed ironici, Nobili Bugie si perde nella sua messa in scena non plasmando una forte identità personale
In film, infatti, si muove, alcune volte arrancando, su più livelli tonali. Ora comico, ora drammatico, ora satirico, ora più romantico. Nobili Bugie sembra costruirsi su un impianto molto più teatrale che cinematografico. Certamente la presenza di nomi di spicco come Claudia Cardinale e Raffaele Pisu pone l’accento su interpretazioni curiose ed apprezzabili. Un po’ meno immediato, tuttavia, è l’inquadramento narrativo del film. Non è facilmente comprensibile il genere cinematografico a cui Nobili Bugie vuol far riferimento.
Se la mescolanza di genere è elemento di immediata interrogazione, alcuni espedienti tecnici lasciano allo stesso modo pensare. La colonna sonora utilizzata, fortemente in opposizione al contesto storico, è onnipresente e molto spesso ingombrante. A volte sembra quasi voler sorpassare le voci dei protagonisti ostacolando in questo modo lo spettatore.
Nonostante grandi scivoloni di produzione, Nobili Bugie riesce a strappare un sorriso
La famiglia protagonista guida il gioco raccontandosi esuberante, esagerata, provocatoria, sarcasticamente avida e pronta a tutto pur di tornare ai vecchi fasti dei tempi ormai perduti. I Martellini certamente divertono e si lasciano amare/odiare. Peccato non siano stati accompagnati da altrettanti co-protagonisti all’altezza. Il trio ebreo non viaggia sulla stessa linea e sembra fortemente distaccarsi biforcando il sentiero in due racconti distinti: le folli peripezie dei nobili e la drammaticità dei fuggitivi nascosti in casa.
In conclusione, anche il finale drammaticamente alterato e troppo sopra le righe non aiuta Nobili Bugie nella sua ricerca di una identità propria. Una tangente potenzialità iniziale si è persa in un risolutivo mosaico di elementi narrativi e registici.