RomaFF13 – Noi siamo Afterhours: recensione del docufilm di Giorgio Testi

L'Io narrante di Manuel Agnelli accompagna gli spettatori nel viaggio di Noi siamo Afterhours.

La fine di qualcosa spesso rappresenta un nuovo inizio. Questo è il motto di Noi siamo Afterhours, docufilm diretto da Giorgio Testi, esperto di riprese live e concerti. Il regista, che ha lavorato con grandi della musica quali Bon Jovi, Oasis, Sting, Rolling Stones e Amy Winehouse, ha sfruttato il grande evento sold out degli Afterhours al Forum di Assago, tenutosi il 10 aprile scorso, per celebrare l’acclamata band fronteggiata da Manuel Agnelli.

Tramite il concerto sold out al forum di Assago, ripercorriamo i 30 anni di carriera degli Afterhours, tra immagini e video d’archivio, brevi considerazioni e varie performance, guidati dalla voce ipnotica dell’Io narrante Manuel Agnelli. Dal debutto inglese fino al successo internazionale, passando per modifiche nella formazione della band, alla consolidazione attuale, Noi siamo Afterhours, oltre a essere una sorta di pietra miliare, di traguardo per la rock band, è anche un regalo a tutti i fan che li hanno seguiti fin dall’inizio, quegli stessi fan che in più di 10.000 hanno riempito il Forum di Assago a Milano, provenendo da ogni parte d’Italia.

Noi siamo Afterhours: un docufilm diviso in capitoli

Noi siamo Afterhours Cinematographe

Giorgio Testi struttura il film su una divisione a capitoli, ciascuno dei quali corrisponde a un album/brano significativo nella carriera degli Afterhours. Ogni nuovo capitolo viene introdotto dalla voce di Agnelli, che spiega poeticamente le ragioni che hanno portato lui e i suoi compagni verso quella particolare selezione musicale. Un progetto, dunque, diviso a blocchi, suddiviso anche per periodi temporali diversi: ciascun blocco, ciascun album/brano corrisponde a un periodo diverso della storia degli Afterhours, contribuendo a ricostruire i loro 30 anni di esperienza musicale.

Tutto ruota attorno al concerto. Possiamo notare anche il fatto che Manuel Agnelli presenta varie versioni dell’Io narrante, a volte serve da “cronista” del concerto stesso, commentandolo nelle varie parti che lo compongono, altre volte è un vero e proprio narratore che racconta la storia del suo gruppo. Una sorta di flusso di coscienza, incantatorio, che trascina i fan e gli spettatori nel viaggio dei protagonisti in tutti questi decenni. Si può notare una cura maniacale nei dettagli, così come anche una certa volontà nel trasmettere, in maniera quanto meno nitida per trattarsi di rock, i veri significati dei testi che vengono cantati durante il live. La qualità del suono è davvero impeccabile.

Noi siamo Afterhours non è un documentario tradizionale

Noi siamo Afterhours Cinematographe

La grandezza del docufilm sta proprio nella decisione di voler creare un prodotto per il cinema da un concerto unico. Quello al Forum di Assago non è il culmine di una somma di più concerti, ma rappresenta l’unico enorme live realizzato dalla band nel “tour” 2018.

Sicuramente Noi siamo Afterhours è un docufilm che farà gioire i fan, i quali avranno modo di rivivere (o vivere) il più grande evento tenuto dalla band. Tuttavia, chi si aspettava un documentario tradizionale dell’amatissima rock band, rimarrà deluso, in quanto l’obiettivo di Testi non era quello di realizzare un progetto didascalico, una sorta di biografia del gruppo, quanto più mostrare uno dei loro più grandi traguardi, corredandolo con elementi fondamentali che hanno contribuito a creare e a far evolvere gli Afterhours.

Regia - 3
Fotografia - 2.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

2.9