Noir in Festival 2021 – Non Amarmi: recensione del film di Marco Cercaci
Tra Falconara Marittima e Bari, fra la guerra e gli anni 2000, con Non Amarmi il regista-avvocato Marco Cercaci tenta di ridipingere in noir una storia di resistenza e deprecabili istinti umani. Ma è solo un tentativo.
Ci sono storie personali degne di essere raccontate. Storie vissute per davvero che, nella consapevole scelta di condivisione, diventano immediatamente universali. Capita altrettanto frequentemente però, che molte vicende narrate non riescano a compiere il passo necessario a raggiungere il pubblico, rimanendo purtroppo circoscritte ai loro stessi limiti. Non Amarmi, l’opera prima dell’avvocato-regista jesino Marco Cercaci presentato al Noir in Festival 2021 nella sezione Eventi Speciali, è l’esempio di come la volontà di spartire un fatto realmente accaduto – scovato, presumibilmente, dallo stesso Cercaci – nel suo disvelarsi cinematografico non sia spesso in grado di rompere gli argini dell’esclusività, ma restando anzi incapace di rendere giustizia alla stessa storia narrata.
Non amarmi: tra passato e presente
Tratto da una vicenda realmente accaduta, Non Amarmi prende forma dal ritrovamento da parte del protagonista Carlo Ferranti (Federico Fazioli) di una vecchia foto in un libro raffigurante il padre Aurelio (Fabrizio Romagnoli), all’epoca direttore comunale, accanto ad una misteriosa ragazza. Incuriosito, Carlo, decide di capirne di più e di rintracciare il passato del padre, morto troppo presto per lasciare un ricordo. Al museo della Resistenza di Falconara Marittima, il figlio apprende così il nome di quella ragazza, Giuliana Marinelli (Vanina Marini) staffetta partigiana improvvisamente scomparsa e mai più ritrovata. Di Giuliana si sa anche che aveva una sorella minore, Albina (Ottavia Maceratini), oggi anziana signora che vive ancora lì.
L’incontro tra Albina e Carlo nel corso di un pomeriggio, darà però solo un’immagine parziale e illusoria sulla vera identità di Aurelio. La verità, infatti, verrà disvelata solamente a noi spettatori, attraverso un flashback temporale che ci riporta indietro nell’Italia occupata del 1944 quando, proprio lì a Falconara, ad Aurelio viene dato l’odine di indagare su un presunto partigiano, un certo Ettore Bianchi, operaio addetto alla riparazione dei treni fermi in stazione. Emergerà così una storia di resistenza e di lotta al fascismo, ma anche si ossessioni amorose e violenze nascoste dietro la facciata di uomo italico e fedele alla patria celata dall’apparente integrità morale di Aurelio.
Un tentativo poco efficace
Che sia il low budget o la poca destrezza registica di Cercaci, in Non Amarmi si avverte poco cinema e troppa poca guerra, qualche tocco melò e un sentore di fiction tv non all’altezza di altri titoli visti in concorso. Ad inficiare la riuscita del film tutto è una recitazione davvero fragile dei suoi attori, costretti in una rigidità espressiva che mette a repentaglio non solo la narrazione stessa ma la nostra credibilità come spettatori. Probabilmente infatti, il film si sarebbe prestato meglio ad un tipo di ricostruzione documentaristica recente, ovvero quella delle docufiction tendenti a mischiare ed alternare immagini d’archivio (in questo caso della seconda guerra mondiale e della resistenza partigiana) con scene recitate a farne da contraltare narrativo atto a smuoverne ritmo e scardinandone le modalità. L’idea primaria, ovvero quella di mostrare come la verità sulla vera natura umana sia in realtà celata dalla storia stessa non è sufficiente a sorreggere un film che scompare dietro la sua stessa ambizione, incapace a prendere le redini di un tentativo sfortunato e poco efficace.