Non bussate a quella porta: recensione del film horror
Non bussate a quella porta (Don't Knock Twice) è un film horror diretto da Caradog W. James, con Katee Sackhoff, Lucy Boynton, Javier Botet e Nick Moran
Non bussate a quella porta (Don’t Knock Twice) è un film horror diretto da Caradog W. James, con Katee Sackhoff, Lucy Boynton, Javier Botet e Nick Moran. Non bussate a quella porta racconta la storia di Jess (Katee Sackhoff) una scultrice che ha una figlia, Chloe (Lucy Boynton). Jess e Chloe non si parlano e non hanno rapporti da tempo, poiché Jess, a causa della sua dipendenza da sostanze stupefacenti, ha perduto anni prima la custodia della figlia. Jess è riuscita a riprendersi, si è sposata con un avvocato, Ben (Richard Mylan), mentre Chloe è diventata un’adolescente, che però, nonostante le buoni intenzioni di Jess, non ripone più alcuna fiducia nella madre e ha tutta l’intenzione di starle alla larga.
Una sera Chloe esce con il suo ragazzo, Danny; lui per scherzo la convince a bussare alla porta d’ingresso di una casa abbandonata che secondo un’inquietante leggenda urbana, sarebbe abitata dallo spirito di una strega malvagia. I due, con grande spavalderia, bussano due volte alla porta, cosa che, sempre secondo questo racconto, dovrebbe far risvegliare e scatenare lo spirito demoniaco che infesta la casa. I due dopo quell’episodio si congedano cercando di sdrammatizzare l’accaduto e il mito che lo circonda. Ma inavvertitamente Chloe, da quel momento, comincia a percepire ombre e presenze oscure nella sua vita. In preda alla paura che quella leggenda possa dimostrarsi vera, si rifugia nella dimora materna, e le due donne, assieme, si troveranno a dover affrontare una terribile maledizione, una persecuzione atroce che sembra non lasciare scampo.
Non bussate a quella porta: il mito di Baba Jaga nel film di Caradog W. James
Non bussate a quella porta è un horror piuttosto deludente, a partire dalla trama che non spicca per audacia, anzi porta avanti una storia che sembra già vista, resa in maniera più esaustiva e interessante sicuramente da altri film, come ad esempio in The Witch (2015). La figura del demone/strega è poco approfondita, il suo design è molto rudimentale, e dal punto di vista visivo Non bussate a quella porta non è certo degno di nota per i suoi effetti speciali, quasi da B movie. La storia ha due strade che si intrecciano, ovvero il dramma di una madre che viene respinta dalla figlia, e la strega, con un tenue riferimento al mito di Baba Jaga, il cui spirito abita all’interno di un casolare abbandonato.
Queste due prospettive si intersecano, ma senza un senso logico, relegando la coerenza della trama ad una spersonalizzazione totale, comportando agli occhi dello spettatore solo tanta confusione e mai un senso reale di paura o timore. Ciò che appare guardando Non bussate a quella porta è una identità non chiara, anche i personaggi non vivono di una drammatizzazione precisa. Vengono poste le basi per poterli sviluppare, ma ciò viene vanificato all’interno della storia, poiché si rivelano per quelli che sono, ossia un vuoto cosmico.
Non bussate a quella porta: un horror deludente
Purtroppo Non bussate a quella porta non ha un gusto estetico degno di nota, i momenti di paura o tensione si riducono ad essere quelli studiati a tavolino per far saltare dalla sedia, con un buon gioco di suoni e rumori diegetici, come il vento o lo stridio delle porte. Non bussate a quella porta manca di originalità e creatività, il clima di tensione non è mai davvero presente pur avendo una storia di base interessante che avrebbe potuto sfruttare al meglio, tra case infestate e vecchie streghe. Sarebbe davvero stato stimolante se all’interno della sceneggiatura il rapporto madre-figlia fosse stato approfondito maggiormente, dando enfasi al loro rapporto sofferto e tormentato, ma tutto ciò, purtroppo, sono solo congetture.