Non conosci Papicha: recensione del film con Lyna Khoudri
La recensione di Non conosci Papicha, diretto da Mounia Meddour e presentato al Festival di Cannes. Distribuito al cinema dal 27 agosto.
Presentato al Festival di Cannes 2019 nella sezione Un certain regard e pluripremiato ai César dello stesso anno (eppure ancora bandito in patria senza motivazioni ufficiali), Non conosci Papicha è il film d’esordio di Mounia Meddour, regista algerina trapiantata a Parigi dall’età di 18 anni. A metà strada tra un film biografico e una storia di ribellione sociale, la trama presenta molte vicende che si intrecciano tra loro soprattutto a livello etnico e politico.
Sullo sfondo della metà degli Anni ’90, Nedjma studia all’università mentre sogna di diventare stilista, frequentando il mondo della cultura liberale e familiarizzando con una certa apertura culturale. A contrastare le sue aspirazioni, però, sussistono le sempre più stringenti iniziative politiche dell’Algeria di fine millennio, volte a irregimentare l’educazione di un’intera nazione, trovando nelle donne uno degli elementi sociali da tenere maggiormente sotto controllo. Con altre giovani ragazze, Nedjma decide di organizzare sfilate e di vivere comunque una cultura bandita dallo stato. Monia Meddour ripercorre nella fuga di Nedjma dalla realtà il suo spostamento verso la Francia, causato in primis dalle minacce ricevute dal padre, anche lui regista.
Non conosci Papicha: la forza della protagonista
Uno degli aspetti che più colpisce di Non conosci Papicha è il senso della misura, soprattutto per quanto riguarda il personaggio centrale di Nedjma (soprannominata appunto Papicha, cioè ragazza indipendente e attraente). In nessun momento del film viene mai meno la forza dell’istinto della ragazza di cercare qualcosa di diverso rispetto a quanto offerto dalla società che la circonda, dall’incipit a bordo del taxi fino all’imbastitura dei suoi capi. Eppure questo aspetto non soccombe mai a un facile estremismo: Papicha è invece una giovane decisa e ambiziosa, ma profondamente attaccata alle sue radici culturali, tanto da confezionare abiti tradizionali prima che abiti succinti. Nel suo rapporto con le amiche, anche loro insofferenti verso certe imposizioni coatte, emerge grande rispetto per una grande storia culturale che non trova riscontro nelle misure restrittive imposte dalle forze dell’ordine statali.
Una regia al servizio dell’emotività femminile
Trovare nell’aspirazione artistica e professionale la forza di avanti compensa le profonde ferite che Nedjma affronta, che traspaiono costantemente dal suo sguardo intenso e che le inquadrature mettono puntualmente in risalto. Il pianto composto e silenzioso, seguito a stretto giro dall’urlo liberatorio di una vittima della stessa società che finge di proteggerla, si afferma come una delle immagini di maggior impatto di Non conosci Papicha in cui i livelli culturali che compongono la vita di Nedjma si scontrano costantemente l’uno con l’altro. Il francese accademico che Papicha studia all’università si mescola alla commistione linguistica che si evolve ogni giorno nei discorsi tra adolescenti e si scontra poi con il rigido arabo parlato dalle pattuglie e nei luoghi istituzionali.
Questa ricchezza linguistica è la melodia di un film altrimenti quasi privo di accompagnamento musicale, che lascia le vive voci dei personaggi a guidare anche emotivamente lo spettatore in questo continuo scontro tra generazioni di donne diverse. A scontrarsi sono infatti i differenti modi di vivere la quotidianità, con Nedjma e le amiche che cercano di costruirsi un universo e un futuro diverso da quello a loro imposto, senza però che nessuno riesca ad affermare con prepotenza la priorità del proprio punto di vista, rimarcando sottilmente anche il divario che separa le aspirazioni femminili dal mondo ruvido e arrogante degli uomini, che compaiono nel film quasi solamente in veste di guardiani. Le discussioni accese con i più adulti e le continue esplosioni non riescono comunque a fermare la miglior sfilata che Papicha potesse realizzare, anche se le conseguenze saranno dilanianti.