Non sono un assassino: recensione del film con Riccardo Scamarcio
Non sono un assassino, pur non coinvolgendo troppo, funzione nella sua parte narrativa, appesantita dalla ricerca di autorialità.
Il diavolo esiste ed è bene stare attenti. Lo scrive Francesco Caringella, magistrato ordinario e autore di Non sono un assassino, e lo ripropone Andrea Zaccariello nel film da lui sceneggiato – insieme a Paolo Rossi – e girato, basato sull’omonimo romanzo pubblicato nel 2014 e interpretato da Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce e Claudia Gerini. Diavolo che si cela sempre in bella mostra, che agisce per proprio conto e di cui pensiamo di poterci prendere gioco, ma che manovra in gran silenzio per dirigere direttamente verso le fiamme dell’inferno.
Non cedere è tutto ciò che conta in Non sono un assassino: alle accuse di colpevolezza, alla tentazione di avere tutto, agli inganni di un essere luciferino che potrebbe condurre alle sorti più sgradevoli della propria vita. Ma è lo stesso film di Zaccariello a lasciarsi andare in eccessi formali, che rendono il lavoro del regista una fucina di vizi registici in linea con le stesse debolezze del protagonista.
Non sono un assassino – Il diavolo si nasconde nei dettagli
Un caso di omicidio e un’amicizia in ballo. Francesco (Riccardo Scamarcio), vice questore, viene incriminato dell’assassinio di Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), giudice coinvolto in affari malavitosi e amico da tanti anni dell’uomo ucciso. Per farsi difendere, Francesco sceglie come avvocato Giorgio (Edoardo Pesce), parte del trio che gli uomini fondano fin dai tempi dell’adolescenza e che non ha in mano alcun elemento per far scagionare il suo cliente. Un caso che si costruirà su prove mancanti, testimonianze inattese e quella duplicità in cui il male è sempre pronto a nascondersi.
È una personalità ambigua quella del protagonista di Non sono un assassino, imperscrutabile eppure interpretabile in svariati modi, innocente eppure possibilmente letale, succube eppure in grado di poter piegare un processo al proprio tornaconto. Capacità di un inventore di storie, che manipola gli eventi, i fatti, le persone, e tenta di liberarsi nell’intrigata trappola che lo vede al centro del misfatto aggiungendo indizi e depistaggi al racconto.
Caso che, però, non riesce mai a incastrare anche lo spettatore all’interno delle indagini di omicidio, che rimane al di fuori dell’operazione giudiziaria e umana dei personaggi, anche in virtù del finale intuitivo che lo aspetta e che non viene mai dissimulato a sufficienza da creare suggestioni e ipotesi che non spingano solo in un’unica direzione. Che non recherebbe neanche tanto tedio alla pellicola, se il contorno del film concedesse di concentrarsi almeno su qualche altro aspetto di possibile interesse.
Non sono un assassino – La doppiezza di una storia e il suo protagonista
Nonostante il rigoroso svilupparsi della sceneggiatura, pur nello spostarsi avanti e indietro sulla linea temporale di ricordi e simulazioni, nella storia di Non sono un assassino è il regista stesso a incanalare quel bisogno del suo protagonista di ricreare vite e rimpastare accadimenti. Esprimendo la medesima necessità di avere in pugno la situazione, Andrea Zaccariello abbonda nella ricerca di un’autorialità che, invece di impreziosire il film, ne intacca solo gli elementi basilari, attribuendo metafore e cercando angolazioni per le inquadrature, da rovinare così la rettitudine dell’opera. Una ricerca estetica che fallisce nel proprio scopo e finisce per predominare su una narrazione che sarebbe potuta benissimo procedere con maggior semplicità.
Riccardo Scamarcio, che torna sotto accusa dopo essere stato il primo indiziato nel thriller Il Testimone Invisibile, dà un’altra buona prova d’attore pur non disponendo della tensione che contraddistingueva il film di Stefano Mordini, confermando però nuovamente un percorso in crescita e che funziona a prescindere dall’effettiva qualità del prodotto. Nella doppiezza di Non sono un assassino, il film ne ricalca il significato anche nella propria fattura, da una parte portando ad un compimento sufficiente del lavoro e dall’altro risentendo delle sue pesantezze.
Non sono un assassino, prodotto da Pepito Produzioni e Viola Film con Rai Cinema, sarà in sala dal 30 aprile 2019, distribuito da 01 Distribution.