Non Uccidere 2: recensione della seconda stagione della serie Rai
Non Uccidere 2, la seconda stagione della serie Rai, è un poliziesco variegato che mette al centro la complessità psicologica della protagonista.
La seconda stagione di Non Uccidere si prepara a fare il suo debutto sulla Rai apportando una nuova e allettante novità tecnologica. Una scommessa che mette la tv italiana al confronto con altri prodotti europei distribuiti su piattaforme quali Netflix o Sky.
Così con Non Uccidere 2 la Rai punta alla modernità cercando di rinnovarsi ed essere al passo di tutti i colossi vicini che producono e trasmettono contenuti internazionali e lo fa attraverso Rai Play.
Non Uccidere 2 – la Rai segue l’esempio delle grandi produzioni!
L’annuncio della seconda stagione di Non Uccidere, con protagonista Miriam Leone, si vociferava già da tempo nonostante la prima stagione abbia contato il 4% di share. La serie debutterà interamente in anteprima, e per interamente si intende con tutte e 12 le puntate, su Rai Play l’1 giugno ed ufficialmente in televisione a partire da lunedì 12 giugno su Rai 2.
Non Uccidere si preannuncia essere dunque un’innovazione, una diversificazione di prodotto che porta la serie a qualificarsi come strategica, da una parte mossa dalla continua offerta della Rai verso l’innovazione rispetto a quanto fatto finora e dall’altra perché è un nuovo modello di offerta, dato che è la prima fiction che debutta in anteprima su Rai Play.
Questa volta, un pubblico più vasto, quello di Internet e quello televisivo, continuerà a seguire la storia in sospeso dell’ispettore della Squadra Omicidi della Mobile di Torino, Valeria Ferro (Miriam Leone) e il suo lavoro ricco di colpi di scena, all’interno di un’ambientazione nordica dalle sfumature inquietanti tipiche di un thriller noir, tratto che contraddistingue questa fiction rispetto alle altre per la sua serialità internazionale.
Non uccidere 2 – quando inizia e cosa accade nei primi episodi della serie con Miriam Leone?
Durante il primo episodio Valeria si ritrova di fronte al corpo senza vita di una donna, Susanna Bianco. I primi sospetti ricadono sul marito, Dario Bianco, già accusato di violenze domestiche sulla moglie. Susanna era riuscita a fuggire con il figlio adolescente Federico trovando rifugio presso un centro di assistenza per donne maltrattate. La soluzione del caso sembra più lontana che mai. Solo l’intuito di Valeria potrà aiutare ad arrivare alla verità e scoprire il vero colpevole dell’omicidio di Susanna. Nel frattempo Lucia, madre di Valeria, fa perdere le sue tracce. Passano giorni e la preoccupazione aumenta. Così l’ispettore inizia ad indagare e scopre che sua madre è stata probabilmente rapita. Nel momento in cui Valeria crederà di essere vicina alla verità, dovrà fare i conti con una sconvolgente scoperta.
Il modo in cui i delitti di Non Uccidere 2 vengono affrontati è imponente, il killer e l’assassinio è sempre dietro l’angolo, dietro un’apparente armonia delle famiglie, donne violentate o piccole compagnie come aziende e ospedali. Tutto si muove intorno a piccoli elitè chiusi in cui avvengono casi, tra l’altro, non troppo distanti da quelli di cronaca nera quotidiana.
Un poliziesco variegato che mette al centro la complessità psicologica della protagonista, Valeria, con un conto personale con la menzogna e mancanza di verità. Per lei risolvere i casi è qualcosa che l’attraversa sconvolgendo le sue emozioni raccontate in linea orizzontale.
Non Uccidere 2 aderisce dunque, in maniera cristallina, sulla messa a fuoco di tutti i personaggi che animano le storie attraverso un “Back2Back”, due episodi da 50 minuti, che segnano un passaggio moderno della nostra tv generalista.
Anche se la struttura narrativa viene ridotta da 100 a 50 minuti, conformandosi ai modelli internazionali, ci si chiede se l’episodio non venga appesantito. La risposta è affermativa, senza alcun dubbio Non Uccidere è una fiction di ottima produzione industriale che, nonostante i tempi di ripresa ridotti, si qualifica come prodotto di alto livello anche se il taglio della durata su ogni episodio viene percepito dallo spettatore a tal punto da chiedersi se questa possa essere stata una scelta necessaria.