Notte prima degli esami: recensione della commedia con Nicolas Vaporidis
Recensione di Notte prima degli esami, commedia revival anni '80 di Fausto Brizzi che racconta la fine della scuola e con essa la fine dell’adolescenza.
Notte prima degli esami è un film italiano del 2006 diretto da Fausto Brizzi, che ne è anche co-sceneggiatore, con protagonisti Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi e Giorgio Faletti. Il titolo del film deriva dall’omonima celebre canzone di Antonello Venditti e, allo stesso modo, racconta la fine della scuola e, con essa, dell’adolescenza.
Notte prima degli esami racconta le storie intrecciate di Luca e Claudia alla vigilia degli esami di maturità nella cornice di fine anni ‘80
Il film è ambientato nel giugno del 1989 alla vigilia degli esami di maturità e vede come protagonista Luca, ragazzo comune con poca voglia di studiare, ma tanta voglia di vivere spensieratamente la propria vita. In un momento di folle coraggio durante l’ultimo giorno di scuola riesce a sfogare il proprio rancore verso l’odiato professore Martinelli, convinto di non rivederlo mai più, salvo scoprire immediatamente dopo che il professore sarà suo commissario interno d’esame alla maturità. Nei giorni della preparazione ai temutissimi esami Luca incontra a una festa Claudia, la ragazza dei suoi sogni di cui si innamora perdutamente, iniziando dal giorno dopo a cercarla per dichiararle il suo amore.
Alle vicissitudini di Luca e Claudia si intrecciano quelle di altri loro amici, tra sogni, speranze, ansie, amori, sorrisi e lacrime, nella cornice sociale e culturale dell’estate di fine anni ’80, un quadro che racconta l’essenza della gioventù nell’indimenticabile “notte prima degli esami”.
Notte prima degli esami è una storia di formazione abbastanza convenzionale, ma realizzata con un’armonia e una scorrevolezza piacevolmente sorprendenti e adatta a più generazioni
L’opera prima di Fausto Brizzi al momento della sua uscita cinematografica ha riscosso un successo di pubblico e critica oltre le aspettative, merito forse di una certa tendenza “modaiola” verso i revival e le storie nostalgiche, ma sicuramente anche per la godibilità di una storia, per molti versi universale, che viene raccontata con grande scorrevolezza e genuina semplicità. Non siamo di fronte sicuramente ad un film che brilla per originalità o per una ricostruzione meticolosa degli anni ’80, l’intreccio alla base è difatti quello di un convenzionale racconto di formazione, con il protagonista che affronta un evento che sarà il suo spartiacque tra l’essere ragazzo e l’avviarsi alla vita adulta. Attorno a questo evento – ovviamente parliamo degli esami di maturità – si susseguono i classici elementi che condiscono un teen movie: difficoltà scolastiche, rapporti coi propri coetanei, primi amori e prime delusioni, conflitti coi genitori e con i “grandi” in generale, voglia d’evasione e di trasgressione, senso di incomprensione e desiderio di trovare una comunità inclusiva, sogno di cambiare lo status quo e di realizzare il proprio futuro. Inoltre i personaggi sono in parte stereotipati nelle loro caratterizzazioni, tra il farfallone sognatore al primo amore, il figlio di papà, l’amica segretamente innamorata, il bullo, lo scapestrato che poi si redime, la bella e brava ragazza e quella ribelle.
Tuttavia nonostante questi elementi il tutto funziona sorprendentemente bene, la sceneggiatura ha un’ottima armonia e la storia riesce a coinvolgere emotivamente nella sua semplicità. È evidente come la volontà di Brizzi sia stata quella di puntare al cuore degli ormai ultratrentenni di metà anni Duemila, senza però dimenticarsi dei maturandi contemporanei. Il racconto difatti, pur ricostruendo l’atmosfera degli anni Ottanta e portando dunque un contesto significativamente diverso da quelli degli anni Duemila, restituisce quei sentimenti trasversali e universali tra le generazioni che scaturiscono nel cuore di un ragazzo di 18-19 anni e che permettono di ricordare per sempre quel periodo magico della propria vita.
Ovviamente alcuni passaggi vengono un po’ calcati e il regista cede in parte alla finzione cinematografica, ma il film trasuda quelle emozioni e quelle sensazioni senza tempo che travolgono un teenager alla soglia del grande passo di fine scuola superiore. Così come i personaggi, nonostante la loro convenzionalità, riescono a trasmettere affezione nei confronti dello spettatore e creare la giusta immedesimazione, permettendo quel processo di riconoscimento di cui si è appena accennato e che costituisce la vera essenza del film.
Il film di Fausto Brizzi riesce a trasportare e convincere pur senza originalità ed è supportato da un discreto cast in cui emerge il personaggio di Giorgio Faletti, ottimamente interpretato
Una menzione a parte va fatta poi per il personaggio del professore Martinelli, il quale presenta delle sfumature maggiori e una sfaccettatura più marcata, con anche un suo vissuto particolare che ne amplifica l’interesse e che di fatto lo rende il vero perno del racconto, sia per le sue peculiarità personali sia per l’essenziale rapporto che instaura con Luca. A contribuire alla sua riuscita è inoltre l’azzeccata interpretazione di Giorgio Faletti, che con la sua espressività riesce a donare una credibilità ancora maggiore al professore. Al suo fianco Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi, al tempo giovani emergenti, svolgono il loro ruolo senza particolari acuti, risultando forse un po’ acerbi, ma riuscendo a dare comunque una discreta figurazione ai rispettivi personaggi.
Il film d’esordio di Fausto Brizzi è dunque una gradevole commedia che, pur non brillando per particolari caratteristiche d’originalità, risulta essere una piacevole visione, soprattutto per chi vuole reimmergersi nelle sensazioni dell’adolescenza o per chi vuole gettare uno sguardo un po’ nostalgico sugli anni Ottanta, compresa la colonna sonora con le canzoni più in voga del periodo. Notte prima degli esami forse non stupisce, ma accompagna piacevolmente gli adulti in un sentimentalistico revival e permette ai giovani di avere un prodotto che li racconta nella loro essenza.