Nymphomaniac Director’s Cut: recensione del capolavoro di Lars von Trier
Lars von Trier, regista, sceneggiatore, attore, direttore della fotografia e montatore danese, oltre che per i suoi atteggiamenti anticonformisti e controversi che hanno spesso attirato l’attenzione della stampa, è conosciuto per essere diventato in breve tempo uno degli autori cinematografici più innovativi e influenti del cinema contemporaneo. Nymphomaniac (film drammatico del 2013 composto da due volumi), capitolo finale di una trilogia della Morte formata anche da Melancholia e Antichrist, è uno degli esempi più grandi di Cinema con la C maiuscola. Non è solo un’opera Artistica che andrebbe conservata, vista e rivista da tutti ma è anche un’ ode alla vita, alla morte, all’essere umano, all’Amore e al sesso come forma di comunicazione, di svago, di punizione e di viaggio interiore.
Nymphomaniac Director’s Cut
Joe, una donna, viene trovata sanguinante e semi svenuta in un vicolo da Seligman, un pensionato dalla vita tranquilla. Egli la porta a casa propria e la cura. Joe per dimostrare la propria malvagità racconta la propria vita, fortemente segnata da un ipererotismo che ne ha dominato quasi tutti i tempi e gli spazi, complicando e danneggiandone i rapporti sociali, familiari, affettivi e lavorativi…
La regia di Lars von Trier per Nymphomaniac Director’s Cut funziona al 100% e raggiunge il suo intento: tutta l’opera brulica di stacchi veloci, molto spesso con raccordi che non esistono ma, proprio nell’alternarsi di situazioni veloci e frenetiche colpisce in pieno lo spettatore, trasportandolo in un mondo dal messaggio forte ma reso con dolcezza e poesia. Le scene di sesso rappresentate senza la minima censura non portano agli occhi un’immagine erotica ma anzi, fanno parte di una storia che si narra e la completano, la espandono senza voler gridare allo scandalo ma aggiungendo elementi ad una narrazione estremamente profonda.
La sceneggiatura scritta sempre da Lars von Trier insieme al soggetto, ci catapulta in un mondo misterioso che incanta lo spettatore, una storia che racchiude tantissime emozioni che, a poco a poco durante la visione di Nymphomaniac Director’s Cut, vengono trasportate fuori dal nostro corpo di spettatori: ci si arrabbia, si sorride, si piange, si prova compassione ma, cosa più importante, si rimane incollati allo schermo con la curiosità di un bimbo affamato di conoscenza.
Anche se il nostro consiglio è di guardare per intero l’opera di von Trier, il film si suddivide in due capitoli come per la versione Theatrical Cut: il VOL 1 esplora la parte più dolce e spensierata della vita di Joe, senza tralasciare il dolore, un dolore che a livello narrativo giunge quando lo spettatore non è preparato, così come nella vita; dolori che difficilmente si dimenticano ma che segnano e aiutano a crescere, ad evolversi prima con disperazione, poi con accettazione, poi con eterno e malinconico ricordo.
Il VOL 1 di Nymphomaniac Director’s Cut è molto più incentrato anche sulla vita sessuale della protagonista Joe, di conseguenza è la parte dell’intero film più votata all’erotismo in tutte le sue sfaccettature, una scelta voluta probabilmente per andare a sottolineare l’adolescenza della protagonista, una parte della vita più leggera in cui, con molta naturalezza, si compiono molte azioni che possono ferire senza rendersene conto.
il VOL 2 è invece il giro di boa, il problema della crescita, dell’accettazione dell’essere ninfomane, la voglia di trovare un metodo per resistere all’impulso irrefrenabile di fare sesso ma anche l’ingresso nel “mondo degli adulti”, la presa in carico delle proprie responsabilità e il confrontarsi finalmente con i propri demoni per mettere la parola fine a incubi perenni che infestano la vita di Joe.
Tutto ciò è rappresentato anche a livello estetico e visivo dalla fotografia di Manuel Alberto Claro, che va ad espandere il messaggio di Lars von Trier: il VOL 1 (salvo per le scene ambientate all’interno della casa di Seligman dove il regista sceglie tonalità più calde ma anche più cupe per entrambi i volumi) adotta toni pastello, con scene molto luminose sia in interni che in esterni, scelta stilistica totalmente diversa rispetto al VOL 2, dove tutto è molto più cupo, oscuro e sporco, con una scelta cromatica di toni molto più scuri rispetto alla prima parte del film, un cambiamento netto che va appunto a sottolineare la differenza tra la vita adolescenziale e adulta di Joe.
La parentesi recitativa del film è ovviamente di altissimo livello, con un cast ricchissimo che vanta nomi internazionali: Charlotte Gainsbourg, Stacy Martin, Stellan Skarsgård, Christian Slater, Uma Thurman, Hugo Speer, Shia LaBeouf, Connie Nielsen, Felicity Gilbert, Jesper Christensen, Cyron Melville, Sophie Kennedy, Clark Nicolas Bro, Christian Gade Bjerrum, Jamie Bell, Willem Dafoe, Mia Goth, Jens Albinus, Udo Kier, Caroline Goodall e Jean-Marc Barr. Tutti i protagonisti, sia in parti più importanti, sia in parti minori, hanno una funzione narrativa precisa, totalmente eccelsa anche solo nello scambio di poche battute, una rappresentazione, se vogliamo, di persone che incrociano il nostro cammino durante tutta la nostra vita e che, sia che siano rimaste più a lungo o meno, hanno comunque una funzione importantissima per la nostra crescita e per il nostro percorso sia fisico che emotivo.
Nymphomaniac Director’s Cut è un film bellissimo, ma è bello come può essere bella la vita: mille sfaccettature, tantissimi alti e bassi, tantissime emozioni; un film che va visto per amare l’Amore, il sesso e la vita, una pellicola che creerà domande in eterno e di sicuro continuerà ad emozionare sia nel bene che nel male.
Un film coraggioso, di cui avevamo bisogno.