Oceania 2: recensione del film d’animazione Disney
Un film incredibile e assolutamente all'altezza del primo capitolo!
Mercoledì 27 novembre 2024 esce nelle sale cinematografiche italiane l’attesissimo Oceania 2, sequel del fortunato film di animazione prodotto dalla Walt Disney Animation Studios con protagonista Vaiana Waialiki, giovane matai (capovillaggio) dell’isola di Motunui.
Per questo nuovo capitolo, ambientato tre anni dopo le vicende del film precedente, Dave G. Derrick Jr. (Megamind, Le cinque leggende, Raya e l’ultimo drago), Jason Hand e Dana Ledoux Miller hanno sostituito alla regia Ron Clements e John Musker, mentre la sceneggiatura è firmata ancora una volta da Jared Bush, in collaborazione Dana Ledoux Miller. Per quanto riguarda la colonna sonora, questa è stata nuovamente composta da Mark Mancina e Opetaia Foaʻi, mentre Abigail Barlow e Emily Bear hanno scritto e composto i brani originali del film, sostituendo Lin-Manuel Miranda.
Oceania 2: di cosa parla il nuovo classico Disney
Sono passati tre anni da quando Vaiana (Emanuele Ionica e Chiara Grispo) è riuscita a restituire il cuore alla dea Te Fitigli: ora, l’ormai giovane donna, è chiamata a salpare per una nuova missione: spezzare la maledizione del dio Nalo sull’isola nascosta di Motufetu, che un tempo univa tutti i popoli dell’oceano, e affrontare una nuova nemica, la dea degli inferi Matangi (doppiata dalla cantante Giorgia). La protagonista, con il sostegno degli antenati e del semidio Maui (Fabrizio Vidale), forma un equipaggio di fedelissimi aiutanti per portare a termine la pericolosa missione attraverso i mari più remoti dell’Oceania.
La posta in gioco è altissima in questo nuovo capitolo
Ci sono voluti ben otto anni e il rischio di diventare una serie tv – come nel caso di Rapunzel – ma poi è successo: Oceania 2 è finalmente realtà e, dopo averlo visto, possiamo affermare che ne avevamo bisogno! La sceneggiatura è solida, piena di scene di azione, e la posta in gioco è molto più alta rispetto al passato. Se nel primo capitolo il viaggio di Vaiana inizia per sua scelta e contro il volere del padre, qui l’eroina è titubante, non è certa di voler partire e rischiare di non fare ritorno dai suoi cari e, soprattutto, dalla sorella minore Simea. Sì, perché la nuova missione è pericolosa e se non andasse a buon fine la vita di Vaiana – e di tutto il suo equipaggio – sarebbe appesa ad un filo.
Similmente al caso della saga letteraria di Harry Potter il pericolo aumenta man mano che la protagonista cresce. L’eroina ha sedici anni nel primo film e diciannove nel secondo; è un’adulta a tutti gli effetti, oltre che capovillaggio, e non deve più entrare in conflitto con i genitori per prendere delle decisioni, sta a lei decidere se partire o meno; nelle parole dell’amata nonna Tala “non smettiamo mai di scegliere chi siamo”. Vaiana è una principessa Disney e quindi è pronta a rispondere alla chiamata, per il bene del suo popolo e di tutti i popoli degli oceani, a navigare per la missione più pericolosa della sua vita. La novità di Oceania 2 è proprio l’equipaggio; al contrario del capitolo precedente Vaiana non è sola in missione ma è accompagnata dalla fidata amica e geniale costruttrice di barche Loto, il cantastorie Moni, e l’anziano contadino Kele; tornano, ovviamente, il maialino Pua e la gallina Heihei. La presenza di altri compagni di avventura aiuta, senza ombra di dubbio, ad alleggerire la tensione nei momenti più drammatici e di azione, nonché a sostenere emotivamente l’eroina principale. Dobbiamo sottolineare, tuttavia, che questi personaggi hanno una scrittura piuttosto approssimativa e macchiettistica rispetto, ad esempio, a Maui, che ha carisma da vendere e, dunque, è difficile affezionarcisi. Si è lontani, insomma, dalla creazione di un legame simile a quello tra Mulan e Yao, Ling e Chien Po.
Passiamo ora alla chiacchieratissima colonna sonora: l’ingaggio di Giorgia per prestare la voce alla dea degli inferi Matangi ha suscitato scalpore. Da un lato dobbiamo ammettere che l’interpretazione della cantante nei dialoghi è un po’ debole dal punto di vista carismatico. Matangi è seducente, ambigua, a tratti ricorda Eris, la dea del caos antagonista di Simbad – La leggenda dei Sette mari, non a caso è il viola il suo colore predominante. Insomma, Matangi è tra i personaggi chiave di Oceania 2 e, pertanto, necessitava di più grinta interpretativa. D’altra parte, è giusto sottolineare che il brano interpretato da Giorgia Perditi è tra i più riusciti, coinvolgenti e divertenti di questo secondo capitolo; quindi, per quanto riguarda l’interpretazione musicale quella di scegliere come villain l’attuale conduttrice di X-Factor è stata una mossa vincente.
Oceania 2: valutazione e conclusione
È indubbiamente emozionante poter ammirare sullo schermo il cambiamento di Vaiana, non solo fisico ma anche, e soprattutto, emotivo. La protagonista è certamente più riflessiva e matura rispetto al primo film, dove era adolescente, ed ha delle responsabilità da leader. E che tipo di leader è questa eroina? Da un lato la protagonista condivide due caratteristiche con le sue colleghe principesse Disney, ovvero l’empatia e la gentilezza, dall’altro la vediamo rimanere ferma e decisa durante tutta la missione, e questo fa di lei una leader perfetta e giusta, forse anche troppo perfetta, ma senz’altro un ottimo esempio da seguire.
Dal punto di vista del messaggio, del sottotesto del nuovo classico Disney, particolare attenzione viene posta sulla cooperazione tra popoli, e tra stati, dunque; un inno all’aiuto e al sostegno reciproco, molto importante per i tempi che stiamo vivendo (anche se fa sorridere che sia proprio la Disney a lanciare un messaggio di questo tipo). Per concludere, Oceania 2 si dimostra all’altezza del suo predecessore, e se non vi abbiano convinti ad andare al cinema per la trama o per la colonna sonora, andateci per l’animazione: uno spettacolo incredibile!