Our Ladies: recensione del film di Michael Caton-Jones disponibile su Netflix
Caton-Jones punta su un cast di giovanissime disegnano personaggi femminili fuori dagli schemi ma in ogni modo umanissime.
Our Ladies è un viaggio a Edimburgo a metà anni Novanta. Cinque studentesse di periferia alla ricerca di trasgressione e sperimentazione sessuale, costrette a scendere a patti con i cambiamenti della propria, unica, adolescenza.
Il film è l’adattamento del romanzo di formazione al femminile The Sopranos scritto nel 1998 dal Alan Warner. Grazie al regista Michael Caton-Jones e allo sceneggiatore Alan Sharp, l’opera cambia formato e, dopo un primo adattamento teatrale vincitore di un Laurence Olivier Award nel 2017, Our Ladies arriva finalmente sul catalogo Netflix a partire dall’1 novembre 2021.
Our Ladies coglie un (ri)tratto essenziale della vita di cinque giovani studentesse nella Scozia del 1996
Coming-of-age irriverente e anticonformista, la pellicola, presentata due anni fa al BFI London Film Festival, cattura lo spaccato di vita di cinque adolescenti scozzesi, colte fra la voglia di emanciparsi dal grigiore sconfortante di Fort William, e la necessita febbrile di aprirsi al mondo per trasgredire, in un viaggio a Edimburgo che le costringe a partecipare con il resto della scuola ad una gara musicale di canti religiosi.
Scese dal pullman e salutata la suora insegnante, zelante nel metterle in guardia dai pericoli immorali della metropoli tentacolare, Orla, Finnoula, Chell, Manda e Kyla gettano via le uniformi desolanti del liceo Nostra Signora del Mutuo Soccorso, e indossano minigonne e top all’ombelico, cappotti sgargianti e stivali al polpaccio, proprio come vuole la moda riot girl e girl power della metà degli anni Novanta.
Dopo aver condiviso stupore e entusiasmo per l’atteso arrivo in città, il gruppo tenta percorsi individuali ed è lì, fra locali aperti di giorno e conoscenze di una sola notte, che vivranno attimi di crescita e consapevolezza personale, incidendo sulla trasgressione e la sperimentazione sessuale, quello che ora sono e quello che, invece, potrebbero essere una volta salutata la giovinezza.
Ribellione pop-rock e cattolicesimo nell’ultimo film di Michael Caton-Jones
Insolenti e sfrontate, ma non per questo esenti da afflizioni personali e scomparse parentali, le protagoniste di Our Ladies si distinguono per caratterizzazione e riconoscibilità, assumendo nella loro sregolatezza l’esplosione giovanile di una generazione pre-social e pre smartphone, abbeverata dal conformismo religioso del cattolicesimo integerrimo e dunque della naturale inclinazione a trasgredire ai codici della castità, su tutti ritrovando nella libertà di voler sperimentale la propria sessualità, non solo nell’atto fisico per sé, ma nella costante provocazione anche linguistica e comportamentale che le relazione ai maschi.
Attento a non ridurle a stereotipi femministi o a classificarle nel binomio inverosimile “o sante o poco di buono”, Caton-Jones punta ad un cast di giovani esordienti (Abigail Lawrie, Rona Morison, Marli Siu, Tallulah Greive, Sally Messham) affidando loro personaggi spesso insofferenti di ragazzacce fuori dagli schemi ma in ogni modo umanissime, vagliando tematiche come la malattia, la morte di un genitore, il bullismo, l’incapacità di sperare sempre con piglio ironico e mai pietistico, giocando sull’incontro fra icone cattoliche e atti impuri, ubbidienza e infrazione, ricerca identitaria e riconciliazione.
Sebbene il film non scombussoli definitivamente l’ampio e sperimentato genere del racconto di formazione declinato al femminile, restando piuttosto pacato nella sua ricerca di climax o di grandi sconvolgimenti, l’adattamento del romanzo di Warner riesce a catturare le manifestazioni esterne delle sommosse strettamente intime delle adolescenti di oggi e di ieri, scegliendo un’inedita veste di irresolutezza punk e tocchi pop anni novanta, irresistibili nella loro connotazione così opposta ma sempre così universale di ogni sedicenne di sempre.