Parliamo delle mie donne: recensione del film di Claude Lelouch
Parliamo delle mie donne (di cui potete vedere il trailer) è il quarantaquattresimo film del regista francese Claude Lelouch, prodotto e distribuito in Francia nel 2014 e in arrivo in esclusiva per l’Italia con Rai Cinema, distribuito da Altre Storie a partire dal 22 giugno.
Claude Lelouch in Parliamo delle mie donne ci mostra la storia degli affetti di un uomo vittima di un destino accartocciato su se stesso.
Jacques Kamisky è un fotografo di guerra di fama internazionale, ormai anziano e riflessivo ma non espressamente in declino. È padre di quattro figlie avute da quattro donne diverse: Primavera, Estate, Autunno e Inverno, tutte avute più o meno a 7 anni di distanza l’una dall’altra, come se appartenessero ognuna di esse a una diversa stagione della vita.
Da Parigi, dove viveva con la sua compagna, decide di trasferirsi a Praz-sur-Arly, un paesino ai piedi del Monte Bianco, poiché vuole trascorrere il riposo dal lavoro di una vita in una splendida baita sulle Alpi. Proprio la scelta della baita è determinante per la sua vita, in quanto decide di andarci a vivere non più con la compagna parigina ma con l’agente immobiliare che gliel’aveva mostrata: Nathalie.
Jacques, nonostante questo momento di serenità, sente di essere giunto ad un punto della sua vita in cui per essere pienamente appagato, ha bisogno di riconciliarsi con la sua famiglia, con le sue figlie e con se stesso. Lui, per tutta la vita, ha preferito il lavoro, la macchina fotografica agli affetti familiari. Così, l’amico di una vita, il medico Frédéric Selman, giunto a trovarlo nella sua nuova e grandissima casa, decide di aiutarlo in modo irrazionale e azzardato, montando su una messinscena per farlo riavvicinare alle proprie figlie.
Una menzogna, la montatura di una malattia terminale, porterà non solo a un’avvicinamento inconscio delle sue quattro figlie, ormai donne indipendenti, ma a uno sconvolgimento emotivo di tutte le persone coinvolte in modi diversi nella sua vita.
Parliamo delle mie donne di Claude Lelouch è un film sereno che volge bruscamente verso un epilogo sconsideratamente pleonastico.
Con questo film Claude Lelouch mette nel piatto tutti gli ingredienti sentimentali utili a tenere su una storia che si regge totalmente sulla commistione di generi diversi ma allo stesso tempo mescolati bene. La macchina da presa, precisa nella sua caratterizzante incertezza, ruota intorno a personaggi forti e ben delineati, su tutti il protagonista Jacques – interpretato dal cantante Johnny Hallyday con convinzione e carisma. Nel cast troviamo, inoltre, Sandrine Bonnaire nei panni della compagna del protagonista Nathalie ed Eddy Mitchell nei panni del migliore amico Frédéric Selman.
Parliamo delle mie donne è un film che conclude prima della sua effettiva conclusione in termini di durata, con un’azione inaspettata e sconsideratamente pleonastica, che amareggia e delude in quanto un’opera concepita come quella di Lelouch sarebbe risultata più godibile se fosse rimasta apertamente squarciata al sereno fino alla fine.
Con i personaggi raccontati la tela dei sentimenti è variegata e interessante, si snoda tra i valori della famiglia e dell’amicizia e tiene ben saldo l’amore come sentimento trascinante ma anche come entità che si consuma col tempo, termina e ricomincia senza sosta con persone e caratteri diversi. Il materiale narrativo così ricco viene svilito da una sostanza non limata a dovere in fase di sceneggiatura e che risulta stancante in termini di visione. Il film di Lelouch, notoriamente distante dai dettami convenzionali del cinema e con una cifra stilistica marcatamente personale, rimane dunque un’opera in dialogo con se stessa, in definitiva, manchevole.