Parto col folle: recensione del film con Robert Downey Jr.
Un duo di attori insolito e certamente irripetibile è l'elemento di spicco che rende piacevole da seguire Parto col folle, con Todd Phillips alla guida di un viaggio on the road spericolato.
Parto col folle è una pellicola del 2010, diretto da Todd Phillips. Una commedia incentrata su un viaggio denso di accadimenti fuori dagli schemi e con un’accoppiata vincente di protagonisti formata da Robert Downey Jr. e Zach Galafianakis. Interpretano rispettivamente Peter Highman e Ethan Tremblay: il primo è un architetto in trasferta ad Atlanta per lavoro, il secondo un aspirante attore che non ha ancora sfoggiato il suo potenziale artistico. Insieme si ritrovano in una serie di equivoci che li costringeranno ad affrontare un’avventura da costa a costa; il film ritrae un viaggio per assistere la moglie di Peter, pronta a partorire il loro primogenito.
Parto col folle: due personalità impossibili da coniugare, ma la sceneggiatura punta sul contrasto fra due attori di diversa formazione
Cosa salta subito all’occhio in Parto col folle? Lo spunto comico che nasce da una dinamica improbabile e poco credibile sulla carta: si affianca la figura dirompente di Zach Galafianakis, che già si era fatta notare nella trilogia di Una Notte da Leoni, con un attore di alto rango come Robert Downey Jr. , ai tempi pronto per cimentarsi nell’universo Marvel al cinema nei panni di Iron Man. Tutto quello che segue da questa interazione di partenza, sembra essere frutto della loro più totale improvvisazione. La sensazione di star assistendo ad un tour de force della loro forza comica è palpabile e ben delineata dalle fasi iniziali, dove faremo la conoscenza di Peter e Ethan.
Prendendo come esempio il cinema di John Hughes, in particolare il cult Un biglietto per due con Steve Martin e John Candy protagonisti, Todd Phillips rielabora una tipologia di commedia incentrata sugli imprevisti incessanti, dove la risoluzione del problema durante il turbolento viaggio diventa essa stessa fonte inesauribile di ilarità. Una formula ottimamente gestita da uno scatenato Downey Jr. , inizialmente poco a suo agio nel ruolo per poi sbloccarsi gradualmente ad ogni ribaltamento dei piani prefissati, e da un Galafianakis irresistibile quando si presta ad offrire un supporto di rilievo nei frangenti più spassosi della pellicola.
Parto col folle: quando la regia tiene il passo al ritmo indiavolato che viene descritto su schermo
Complessivamente, il copione partorito a otto mani da Alan Cohen, Alan Freedland, Adam Sztykiel e Todd Phillips, vive di situazioni spericolate e sfoggio di cammei di notevole importanza (da Juliette Lewis a Jamie Foxx); non rientra tra i loro interessi esercitare pressione alcuna sulla definizione dettagliata dei singoli personaggi portati in scena. Archiviata la questione del soggetto basilare, arricchito da inseguimenti, incomprensioni, missioni di salvataggio e incontri ravvicinati altamente rischiosi, Todd Phillips entra in gioco mostrandosi pienamente capace di mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Per provenire dall’esperienza di Una Notte da Leoni, Phillips può cimentarsi in sezioni puramente adrenaliniche senza sacrificare l’approccio demenziale di base.
Una carica energica viene potenziata da una direzione schietta, intraprendente, che non teme svolte molto più dinamiche degli standard imposti dal genere di appartenenza. In questo modo la trama di base, anche se traballante nella composizione e nella struttura non del tutto coesa, ingrana la marcia a più riprese in ritmo e nel susseguirsi di eventi sempre più bizzarri. Vi è la necessità di approfondire i background di due caratteri agli antipodi, di due sventurati protagonisti alle prese con un animo irascibile da riassestare e correggere; in questo senso i due interpreti principali sanno offrirci, con spiccato entusiasmo, dei gradevoli spunti per una trasformazione netta nel loro arco evolutivo.