Per il mio bene: recensione del film con Barbora Bobulova

La maternità attraverso tre diversi punti di vista. Da dicembre 2024 al cinema Per il mio bene, dramma familiare con protagoniste Barbora Bobulova, Marie-Christine Barrault e Stefania Sandrelli.

A partire dal 5 dicembre 2024 arriverà nelle sale cinematografiche italiane con 01 Distribution Per il mio bene, dramma familiare diretto da Mimmo Verdesca (Sciuscià 70) su una sceneggiatura dello stesso regista pugliese, scritta in collaborazione con Pierpaolo De Mejo e Monica Zapelli.

Nel film Barbora Bobulova interpreta una tenace direttrice di azienda, nonché mamma single, che si troverà a gestire la notizia di una terribile malattia e, conseguentemente, la verità sulle sue origini. Nel cast anche Marie-Christine Barrault, Stefania Sandrelli, Leo Gullotta e Sara Ciocca.

Per il mio bene: la trama del film con Barbora Bobulova

Per il mio bene recensione - Cinematographe.it

In Per il mio bene Giovanna è una stimata direttrice di azienda e orgogliosa mamma dell’adolescente Alida. La vita della donna sembra scorrere tranquilla fino al giorno in cui scopre di avere una grave malattia: per sopravvivere le serve urgentemente un trapianto di fegato. Dal momento che è necessario un donatore compatibile, Giovanna chiede a sua madre Lilia (Sandrelli) di aiutarla, ed è in questo preciso istante che il mondo della protagonista cade in frantumi: Lilia non è la sua madre biologica.

Disperata, Giovanna contatta i servizi sociali che, dopo numerosi ostacoli burocratici, riescono a rintracciare la sua vera madre: si chiama Anna (Barrault) e, nonostante la grave situazione in cui si trova la figlia, ha chiesto di non essere coinvolta. Giovanna, determinata a vivere, aggirerà le regole del tribunale e rintraccerà personalmente la madre. La protagonista si troverà di fronte ad una situazione totalmente inaspettata: l’emarginazione sociale di una donna ferita, che nasconde un grande trauma.

Una storia che ci parla di maternità attraverso gli occhi di tre donne

Per il mio bene è un racconto al femminile sull’essere madre e l’essere figlia. C’è Giovanna, che deve sostenere emotivamente sia la scoperta della malattia che l’inganno sulle sue origini; Lilia, la quale, per necessità, è costretta a rivelare alla figlia un segreto tenuto nascosto per fin troppo tempo; Anna, una donna costretta a vivere in un caos mentale e materiale, all’interno di una società in cui è invisibile; infine, Alida, una giovane adolescente dal cuore grande, terrorizzata all’idea di perdere la sua mamma.

Se la prima parte del film è dedicata interamente alla protagonista, al suo rapporto con la malattia e al desiderio di rimanere aggrappata alla vita, la seconda ci lascia osservare l’incontro/scontro tra una madre e una figlia che non si conoscono ma che hanno bisogno l’una dell’altra. Giovanna ha bisogno di Anna per sopravvivere, ma scopriremo che anche Anna ha bisogno di Giovanna; infatti, una volta rintracciata l’abitazione della madre, la protagonista si troverà di fronte ad una situazione completamente inaspettata: Anna vive nel disordine più totale, isolata dal mondo, senza reti familiari ed amicali.

La condizione di emarginazione in cui vive l’anziana signora smuove un senso di tenerezza in Giovanna: mossa in principio da motivi “egoistici” – “per il suo bene” – il suo istinto materno la porterà a volersi prendere cura di questa donna ferita e in perenne stato confusionale. Giorno dopo giorno, le due donne imparano a conoscersi e a rispettarsi, e quando Giovanna conquisterà la piena fiducia di Anna, scoprirà il terribile trauma subito dalla sua vera madre; un trauma che è direttamente correlato anche alla sua esistenza.

Per il mio bene: conclusione e valutazione

Per il mio bene è un racconto delicato e, allo stesso tempo, forte. Verdesca attraverso il personaggio di Anna ci porta a riflettere sulle condizioni di chi vive ai margini della società, senza supporto psicologico, economico, e facili prede di truffatori, come Luciano (Gullotta), l’unica figura maschile presente nel film; l’uomo è l’host di un’attività di appartamenti e b&b, tutt’altro che legale, che da anni manipola i conti di Anna con la scusa di aiutarla.

Dal punto di vista registico, le sequenze con protagoniste Anna e Giovanna, che ci mostrano l’intensificarsi del loro rapporto, fino alla creazione di un legame di fiducia reciproca, vi ricorderà Persona (1966), il capolavoro scritto e diretto da Ingmar Bergman. La pellicola va apprezzata anche per la sua fotografia, particolare e dinamica, e per le interpretazioni delle protagoniste. Per il mio bene è il film da guardare in compagnia delle donne della vostra vita.  

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.1