Peter Rabbit: recensione del film d’animazione
Peter Rabbit è una divertente commedia all'ultima carota, al cinema dal 22 marzo!
Non tutti i conigli sono teneri e batuffolosi. O meglio, non tutti i conigli sono solo teneri e batuffolosi. Peter è furbo, è vendicativo, è irriverente, è scorretto. Peter è anche un coniglio. Un coniglio comunque tenero e batuffoloso. Nato grazie alla mente e alle illustrazioni agli inizi del Novecento della naturalista britannica Beatrix Potter e dopo un primo momento di passaggio televisivo con il cartone animato Peter coniglio, per l’irrefrenabile animaletto di campagna è giunta l’ora di ritrovarsi sul grande schermo con Peter Rabbit, diretto con tecnica mista dal regista Will Gluck.
È cosa nota da sempre, la campagna offre moltissime possibilità, ma non tante quanto quelle di un orto curato e costantemente rigoglioso. Ne è cosciente lo scorbutico signor McGregor (Sam Neil) e lo sono anche i coniglietti suoi vicini dell’albero accanto, capitanati dall’intraprendente Peter. Una faida continua lega i due nemici, condizione che sembra favoreggiare i conigli con l’improvviso attacco di cuore del signor McGregor. Nessuno potrebbe togliere loro l’orto ora, se non l’arrivo di un nipote sconosciuto del padrone di casa dal carattere altrettanto irascibile. Inizierà così tra Peter, la sua famiglia e il nuovo arrivato Thomas McGregor (Domhnall Gleeson) una lotta per la conquista di quel paradiso di frutta e verdura, nonché per l’affetto della gentile Bea (Rose Byrne).
Peter Rabbit – Una divertente commedia all’ultima carota
Esiste una regola fondamentale di cui nessuno parla: mai fare arrabbiare un coniglio. Con il loro pelo morbido, il loro aspetto adorabile e quel musetto da accarezzare, gli animali amanti delle carote possono sembrare le creaturine più deliziose al mondo, ma se mini alla loro sicurezza, soprattutto all’appropriazione del loro cibo, potrebbe essere l’ultima cosa che farai. Una lotta all’ultimo ortaggio è dunque quello che accade nel nuovo film Peter Rabbit, in cui la supremazia per le proprietà dell’orto e per il cuore dell’umana Bea delineano il contorno per un racconto educatamente sfrontato dalla facile presa per grandi e più piccini.
Un film che sa trasportare con sé una buona carica di simpatia, mostrandosi consapevole di quali tasti premere per attivare l’attenzione, ma ancor più importante la risata dei bambini, principali spettatori di Peter Rabbit che cerca però insieme di non deludere un pubblico di fascia superiore. È infatti in una storia per giovanissimi che la pellicola si muove, con situazioni giostrate appositamente per scatenare la loro fantasia assieme al riso, ma al contempo non privandosi di spunti più ammiccanti per degli spettatori maturi e piacevolmente sorpresi di fronte alla sagacia impudente del peloso protagonista.
Peter Rabbit – La guerra tra i conigli e l’umano
Una sfacciataggine che parte dalla sceneggiatura scritta da Rob Lieber e dallo stesso regista e che Will Gluck sembra riportare direttamente dalle sue operazioni passate, seppur in maniera del tutto diluita. Non certo sfacciata come Fired Up! – Ragazzi pon pon (2009), Easy A (2010) e Amici di letto (2011), ma nonostante tutto una commedia dai toni divertenti in grado di modularsi su diverse frequenze.
I conigli di Peter Rabbit ballano, cantano, ma, come obiettivo primario, hanno quello di fare la guerra all’impettito personaggio di Thomas McGregor interpretato da Domhnall Gleeson. Un orto e una casa che, a mo’ di campo minato, vengono sparsi di trappole e marchingegni per rendere spassosa al proprio pubblico la sfida tra gli animaletti e l’uomo, dove ad essere punzecchiati non sono solo i protagonisti, ma tutti coloro che si lasceranno coinvolgere dal vivo dal combattimento. Mai fare arrabbiare un coniglio. Con questo film finalmente la regola comincerà a girare.