Piccoli Brividi: recensione del film con Jack Black
Piccoli Brividi, serie di libri per ragazzi scritti da R.L Stine vanta dalla sua prima pubblicazione oltre 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il mondo di Piccoli brividi dagli anni ’90 si è espanso a dismisura proponendo non solo le trasposizioni dei romanzi sottoforma di serie tv cult, ma anche ampliando l’universo creato da Stine con film direct-to-video e racconti antologici con storie autoconclusive creati appositamente come special natalizio.
Gli anni sono passati e finalmente dopo tanta attesa è giunto il momento di accomodarci in sala, indossare gli occhialini 3D e gustarci la trasposizione cinematografica di uno dei franchise più redditizi della storia dell’editoria mondiale, ma saranno riusciti a trasportare l’atmosfera horror/comedy presente nei romanzi nella controparte cinematografica? scopriamolo insieme…
Piccoli Brividi
Zach Cooper, un adolescente, si trasferisce a malincuore con la famiglia in una piccola città. La sua nuova vicina di casa è Hannah, una bella ragazza che vive con un padre misterioso che si rivela essere R.L. Stine, l’autore della serie di bestseller “Piccoli brividi”. Zach ben presto capisce che il padre di Hannah è prigioniero della sua stessa immaginazione e che i mostri che hanno reso famosi i suoi libri sono reali. Stine protegge i suoi lettori tenendoli rinchiusi nei libri fino a quando Zach involontariamente libera i mostri e questi cominciano a terrorizzare la città. Sarà compito di Stine, Zach e Hannah riportarli tutti indietro nei libri a cui appartengono.
Siamo sinceri, per le persone nate a metà degli anni ’80 e che a metà degli anni ’90 hanno apprezzato, letto, divorato sia i libri che la serie tv di Piccoli Brividi (all’epoca uscivano episodi singoli in VHS e ora è disponibile l’intera prima stagione della serie su Netflix) la paura era veramente tanta: paura di ritrovarsi davanti all’ennesima delusione per la creazione frettolosa di un franchise, perché la storia non avrebbe retto oppure, più semplicemente, un singolo film da due ore non poteva tenere testa ad una serie di libri per ragazzi; fortunatamente per noi, le preghiere sono state esaudite.
Il film di Rob Letterman (che ha già diretto Jack Black ne I fantastici viaggi di Gulliver) sforna una commedia ricca di azione, avventura e un pizzico di horror, richiamando i generi e i cult movie d’annata per confezionare un prodotto godibile sotto ogni punto di vista. La regia è molto veloce e pienamente d’intrattenimento, con i ritmi di un film di avventura degli anni ’80 con gli effetti speciali dei giorni nostri, il tutto viene condito da un 3D che non stona ma anzi, è parte integrante dello scoppiettante show pirotecnico che ci prestiamo ad osservare, rendendo l’esperienza visiva veramente ottima.
La fotografia di Javier Aguirresarobe (vincitore di numerosi premi e già direttore della fotografia di The Twilight Saga New Moon e Eclipse) è molto ispirata, con colori vivi che ricordano per certi versi altri film di stampo fantasy come Una notte al museo e, per le parti più cupe e sinistre presenti in particolare nella seconda parte del film, adotta tonalità più oscure che richiamano appunto i passati lavori del DOP strizzando l’occhio alle atmosfere funeree di The Twilight Saga: Eclipse.
La sceneggiatura di Darren Lemke basata su un soggetto di R.L. Stine (per quanto riguarda i racconti), Scott Alexander e Larry Karaszewski come detto in precedenza porta a termine il suo compito, unendo in un’unica storia i personaggi più famosi creati dalla mente di Stine per metterli contro l’autore stesso; il genio sta appunto nel non voler narrare esclusivamente una storia ma nel voler porre Stine di fronte alle sue creature per la prima volta in assoluto. unica nota negativa, se vogliamo trovarne una, è l’assenza di tutti i personaggi presenti nei libri ma, ovviamente, un singolo film non poteva contenerli tutti e il finale aperto fà presagire l’inizio di un possibile franchise cinematografico.
Gli attori su schermo sono perfettamente in parte e, come accade sia nei libri di Stine che nei film Direct-to-video, ogni personaggio compie un arco narrativo ben definito, una crescita interiore che porta a far riflettere il pubblico oltre che intrattenerlo per tutta la durata del film.
In conclusione Piccoli Brividi è un film assolutamente godibile, capace di intrattenere sia grandi che piccoli, avvolgendoli con un 3D completamente riuscito e trasportando lo spettatore all’interno di un mondo magico dal sapore horror; inoltre rimanete seduti per tutta la durata dei titoli di coda per fare un bellissimo e nostalgico salto negli anni ’90.
Piccola Curiosità: Il vero R.L. Stine compare alla fine del film interpretando il professor Jack Black, insegnante di recitazione.
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