Pino Daniele – Nero a Metà: recensione del documentario

Marco Spagnoli (Franco Battiato - la voce del padrone) dirige e scrive, a dieci anni dalla scomparsa un documentario che celebra Pino Daniele. Al cinema per tre date evento: il 4, 5, 6 gennaio 2025.

Napoli anni ‘70/’80, una città viva, sapiente, goliardica, movimentata, in fermento, una città che, lentamente assiste alla nascita e poi alla crescita di un giovanissimo musicista: Pino Daniele. Nero a metà – Pino Daniele scritto e diretto da Marco Spagnoli e Stefano Senardi arriva, a dieci dalla scomparsa del re del jazz partenopeo; una morte improvvisa nel 2015 che ha lasciato un vuoto nel panorama artistico culturale. Un documentario che analizza in profondità i volti intensi, ipnotici di Pino Daniele.

Pino Daniele è il furore dell’improvvisazione

In Pino Daniele – Nero a Metà molte le testimonianze di un pubblico che vive l’assenza dell’artista con grande nostalgia, sente la malinconia del vuoto incolmabile che Pino Daniele, con la sua musica, ha lasciato. Manca la sua ilarità, la sua parola, i suoi testi, le sue improvvisazioni, la chitarra e il jazz che trasformarono Napoli nell’ Harlem dei vicini di casa. Pino Daniele, un “grande” che ha trasformato la musica leggera utilizzando la fantasia e lo strumento straordinario della sua voce! Un artista nato “Mito”!

L’esplorazione di una Napoli che va oltre la sua stessa cultura: la città si percorre in due modi diversi, in superfice e sottoterra, le uscite al Teatro Margherita, l’altezza del Vomero fino a scendere verso Mergellina. Pino Daniele echeggia nei vicoli tra motorini controsenso e ragazzini che giocano a pallone con il mito del calcio.

Napoli è una tazza di caffè, il profumo della cordialità e Pino Daniele l’ha rappresentata visceralmente consentendo a tutti di sentirla dentro, di farla scorrere come fosse sangue nel sangue.

Napoli nera a metà

Nero a Metà è la canzone napoletana che diventa schermo di una città accesa e movimentata, ricca di contrasti, dai colori opposti, fatta di bellezza e violenza, di povertà e opulenza, di mare e cielo. Una Napoli verace e sincera! E Pino Daniele ne è stato un narratore schietto, cantandola in mezzo alla gente, alla sua gente. Un documentario che dialoga con il pubblico; una narrazione che si alterna tra la visione e la storicità della parola attraverso amici e conoscenti. L’intervista dei più cari, il ricorso di serate brave e maledette per chi non si è mai vergognato di dichiararsi pazzo. Pino Daniele è il canto libero che manifesta di un’appartenenza! Pino Daniele è il ritmo, la melodia, il jazz, il beat.

Pino Daniele – Nero a metà: valutazione e conclusione

Marco Spagnoli conferma la sua estetica tra il visivo e il sonoro già sperimentata nel documentario dedicato al grande maestro Franco Battiato. Anche questa volta è riuscito a cogliere gli aspetti intimi realizzando un identikit che coglie le sfumature di un’anima artistica unica per talento e genialità.

Per questo Nero a metà si presenta come una duplice scrittura che batte sulla nostalgia biografica di un giovanissimo Pino Daniele e alza il volume sulla furia di un musicista instancabile.

Un elogio alla storia della canzone italiana attraverso un ritratto del sentimento artistico. Il sudore, il movimento, l’amore, il fuoco, il furore sono gli scenari dell’intero documentario. Una docu-storia che alimenta l’eco di un artista “immortale” che vive in un pubblico  che è rimasto lì, immobile e continua ad ascoltarlo rincorrendolo , magari, dentro un locale sotterraneo della Napoli degli anni ’70.

Nero a metà – Pino Daniele è diretto da Marco Spagnoli, prodotto da Fidelio ed Eagles Pictures per un’uscita evento in tutti i cinema italiani: 4, 5 e 6 gennaio 2025.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 4

3.3