Pioggia di Ricordi: recensione del film di Isao Takahata

Immersi nei ricordi di un'impiegata dal cuore candido, traghettati in un film senza tempo. Isao Takahata con Pioggia di Ricordi oltrepassa ogni confine strutturale per abbracciare un'atmosfera da gustare a piccoli sorsi.

Nel 1982, a Tokyo, un’impiegata ventisettenne di nome Taeko cerca di fuggire da una realtà urbana modellata da infinite promesse e traguardi importanti da raggiungere, sia in ambito lavorativo che sentimentali. Strangolata da uno stile di vita estremamente dinamico, decide di concedersi una breve vacanza in campagna, a Yamagata. Qui la giovane donna trascorrerà un soggiorno di lavoro presso la famiglia del fratello di suo cognato, aiutandoli nella raccolta del cartamo. Uno spunto efficace per poter navigare all’interno dei ricordi di Taeko, cominciando a far riaffiorare la sua infanzia e adolescenza.
Il film diretto da Isao Takahata è un flusso di coscienza ininterrotto che si pone come obiettivo quello di sviscerare un carattere gioioso eppure visibilmente flebile come quello di una protagonista ancora in cerca di risposte.

Pioggia di Ricordi: un salto nel buio, con ricordi dimenticati nel tempo

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L’esperienza che vive il personaggio primario di Taeko ci porta a distaccarci da una dimensione terrena percepibile, per poter intraprendere un viaggio senza un tempo definito al dettaglio. Da spettatore consapevole di stare assistendo ad un film d’animazione improntato sulla fuga dalla quotidianità, si riesce ad assumere pienamente la prospettiva di una ragazza che è pronta a lasciarsi la pressante carriera alle spalle. I ricordi dell’infanzia portano Taeko a rimettere in discussione le scelte che ha compiuto nella sua vita da adulta, in uno schema narrativo volutamente scomposto.

La trama procede secondo dei compartimenti piazzati strategicamente durante le tappe più importanti che hanno definito la sua esistenza. Si mette in gioco un’alternanza incessante fra passato e presente al punto tale da non voler addentrarsi in un capitolo ambientato dopo il soggiorno a Yamagata. Non c’è spazio per progetti ricamati o un organizzazione efficace delle attività da svolgere impostando delle specifiche scadenze. Con Pioggia di Ricordi si ritorna nel periodo della prima cotta, della pubertà e i problemi sentimentali di facciata. Un percorso di consapevolezza essenziale per definire al meglio il carattere di Taeko, che ha bisogno di interagire con gli abitanti di una città rurale incorniciata da montagne.

Pioggia di Ricordi: il paesaggio di Yamagata è fonte di meraviglia nel film di Isao Takahata

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Una base calorosa, un porto sicuro. La capitale della Prefettura di Yamagata è un centro cosmopolita che permette alla protagonista di immergersi in un affascinante angolo del Giappone, ricco di cultura e squarci di mirabile bellezza. Lo specchio della sensibilità di Taeko si manifesta senza filtri, costruendo in tempo reale un varco che conduce ad una riflessione distinta sul senso di appartenenza e sull’adattamento al diverso e allo sconosciuto. Isao Takahata alla direzione impone un contrasto efficace fra i ricordi degli anni Sessanta e l’assoluto realismo degli anni Ottanta.

Un’opposizione stilistica perfezionata dall’umore dei personaggi che prendono parte a questo viaggio sincero, candido ed estraneo a qualsiasi tipo di sopraffazione. Vengono impiegati colori a pastello in maniera piuttosto stilizzata, come per ricalcare una leggerezza di fondo che prende posizione e si estende nello spirito di Taeko e di chi si prende la briga di entrare nella sua delicata sfera emotiva. In questo modo avviene un distacco importante che respinge la minuzia e la cura nei particolari della reale ambientazione del film; disegni spogli e vagamente schizzati vanno a scoprire le necessità di una ragazza in fuga dalle responsabilità, con un invito a riscoprire il vero io.

Pioggia di Ricordi riprende la struttura di un film di formazione, ma evoluto nell’estetica e nella trattazione dei caratteri all’interno di una bolla magica. Le vacanze riflessive si caricano di un valore incommensurabile che va ad abbattere i grandi cambiamenti sociali e la vita frenetica in città. Ormai siamo nei panni di Taeko e veniamo letteralmente travolti in una corrente di vibranti emozioni, al cui termine si troverà l’essenza di una persona nascosta dalle etichette. Lo stile neorealista di Takahata, con dettagli e colori ottimamente riprodotti per trasferirci in un contesto storico a noi ignoto, viene impresso a fuoco lento in una pellicola sensazionale e degna di visione.

Regia - 5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.7