Ploi (Ploey – You Never Fly Alone): recensione del film d’animazione
Presentato in anteprima al Giffoni 2018, Ploi (il cui titolo originale è Ploey - You Never Fly Alone) è la storia di un pulcino di piviere deciso e delle sue avventure nei cieli d'Islanda.
La vita e le avventure di un piccolo piviere alla prese con la paura di volare. Ploi (Ploey – You Never Fly Alone) è un film d’animazione, uno dei primi prodotti per bambini esportati sul mercato internazionale dall’Islanda, e un racconto di formazione visto dagli occhi di un pulcino coraggioso. Il film è stato diretto da Árni Ásgeirsson e scritto da Friðrik Erlingsson e sarà distribuito in Italia nei prossimi mesi.
Utilizzando una struttura narrativa piuttosto archetipica, Ploi è un film destinato senz’altro ai più piccoli che subito si affezioneranno a questo protagonista dolce e determinato e alla sua battaglia contro le ingiustizie. Gli ingredienti tipici di questo genere di film ci sono tutti: un papà-modello che non c’è più, una famiglia da cui tornare, un cattivo senza scrupoli e delle amicizie che nascono nei luoghi e nei contesti più inaspettati. Ma, su tutti, trionfano il grande cuore del piccolo piviere e i paesaggi innevati dell’Islanda.
La dinamica dello stormo, in cui tutti i suoi componenti hanno una funzione solo se legati l’uno all’altro, sta stretta a Ploi, il pulcino di piviere protagonista della storia. Dopo il trauma che ha visto suo padre cadere vittima dell’attacco del terribile falco Shadow, il pulcino decide che volare non fa per lui e che raggiungerà i suoi cari – partiti per la migrazione invernale – a piedi. Sul suo percorso troverà animali che, come lui, combattono una battaglia solitaria e stringerà amicizia con la pernice delle nevi Giron.
Ploi: il coraggio dei piccoli
Come spesso accade in questo tipo di prodotti, si costruisce l’empatia tra pubblico e storia rendendo il protagonista simile a chi guarda. Anche in questo caso, il pulcino ha la stessa energia ed entusiasmo dei bambini e con loro condivide emozioni e desideri. Il senso di abbandono che il personaggio avverte in uno dei punti salienti della trama è una delle paure più grandi dell’infanzia e il pubblico potrà capire come superarla attraverso l’avventura esemplare di Ploey.
Dal design semplice – abbastanza lontano dai livelli a cui Pixar ci ha abituato, ma non è il caso di lasciarsi andare a inutili confronti – il piviere dalla testa tonda ricorda un po’ quei personaggi entrati nel cuore delle ultime tre generazioni: è una specie di Calimero nordico, dagli occhi grandi e dalle proporzioni tutte cartoonesche. La sua figura, così apparentemente dolce e indifesa, tirerà fuori una grinta inaspettata, trascinando tutti i personaggi che incontra sul suo cammino con la sua determinazione. Un bel messaggio per i piccoli spettatori, incoraggiante, semplice: spesso si dice che i cartoni animati degli ultimi anni parlino ai bambini strizzando l’occhio agli adulti, ma non in questo caso. Ploi (Ploey – You Never Fly Alone) è un cartone animato per l’infanzia, senza troppi livelli di lettura, lineare, didascalico, di intrattenimento e di buoni sentimenti.
Ploi e la ricerca della propria identità
Da Simba de Il re Leone a Piedino de Alla ricerca della valle incantata, la perdita di un genitore come momento cruciale per la formazione del giovane protagonista è ormai diventato un topos della narrazione per l’infanzia. Lasciati soli, i protagonisti di queste storie – tra cui figura anche Ploi – devono affrontare un’indipendenza pramatura e abbandonare (in questo caso letteralmente) il nido. Il bambino si proietta così qualche anno più avanti, quando dovrà fare i conti con la propria autonomia: storie di questo tipo aiutano chi guarda a introiettare l’idea di un necessario distacco e della naturale perdita delle certezze infantili, come tappe obbligate del percorso di crescita. Orfano di figura paterna, il piccolo piviere si sforzerà di replicare nei propri comportamenti l’esempio virtuoso del genitore scomparso, utilizzando tutte le proprie infinite risorse.
I punti di forza di Ploi vanno oltre quello che ci si aspetterebbe da un uccellino della sua specie: nella solitudine e anche nella sofferenza che il protagonista vive nella prima parte del film, trova lo spazio per definire la propria identità e per emanciparsi dalla dinamica del gruppo. In una metafora piuttosto leggibile, la storia invita i più piccoli a pensare con la propria testa e a dare valore alla propria individualità a prescindere dalle aspettative dei genitori e degli amici.
Ploi è una visione consigliata per una fascia d’età che arriva massimo agli otto anni. Manca di quella lettura trasversale in grado accattivare anche i più grandi ma funziona piuttosto bene per il pubblico per cui è stato pensato. Non rimarrà nella storia del cinema, questo no, ma permetterà di passare un’ora e mezza con personaggi simpatici e non mancherà di far sorridere con qualche gag ben riuscita, pur nella sua ingenuità.
Il film animato arriva nelle sale italiane dal 21 novembre 2019 distribuito da Altre Storie e Minerva Pictures.