Biografilm 2017 – Poisoning Paradise: recensione del documentario

Poisoning Paradise è un documentario appassionato e sincero che, nonostante qualche ingenuità, arriva dritto al cuore dello spettatore.

Poisoning Paradise è un documentario del 2016 diretto da Keely Shaye Brosnan e Teresa Tico, presentato nel corso del Biografilm 2017 di Bologna. Prezioso supporto per la realizzazione del film è stato quello del celeberrimo ex James Bond Pierce Brosnan, che ha affiancato il lavoro della moglie Keely nel ruolo di produttore esecutivo. Poisoning Paradise racconta con amara lucidità la contaminazione a cui sono state recentemente sottoposte le Hawaii e in particolare l’isola di Kauai, diventata teatro di sperimentazioni da parte delle multinazionali di pesticidi e OGM, con conseguenti devastanti danni all’ambiente e alla popolazione.

Poisoning Paradise: lo sconfortante racconto del deturpamento di un angolo di paradiso ad opera di pesticidi e OGM

Poisoning ParadiseCon il contributo di esperti, ricercatori e attivisti come Robert Kennedy Jr., Vandana ShivaEric ChivianSylvia Earle, le due registe dipingono lo sconfortante quadro di un piccolo angolo di paradiso progressivamente deturpato e sfruttato senza freno e ritegno dall’intervento umano per meri fini commerciali. Gli spettacolari paesaggi della più antica isola dell’arcipelago, più volte immortalata dalla settima arte in pellicole memorabili come Jurassic Park e I predatori dell’arca perduta, vengono così affiancati da avvilenti immagini di spruzzi di pericolosissimi pesticidi su piantagioni delimitate da minacciosi cartelli che avvisano i potenziali avventori dei possibili rischi. A pochi metri da dove si consuma uno scintillante e e frenetico turismo avviene così l’abuso e la mercificazione della natura stessa, ridotta a laboratorio per le sperimentazioni e le speculazioni del genere umano.

Il lavoro di ricerca alla base di Poisoning Paradise è stato portato avanti in maniera rigorosa e accurata, grazie anche dalle testimonianze dei locali, immortalati dalle registe senza alcun tipo di filtro e di manipolazione. Le varie personalità che prendono la parola nel corso del documentario illustrano con dovizia di particolari non solo le conseguenze più evidenti dell’utilizzo di pesticidi nei pressi della popolazione autoctona, come il progressivo avvelenamento di quest’ultima o l’impoverimento dell’ambiente da un punto di vista estetico, ma anche i danni indiretti ma non meno importanti, come la perdita di gran parte della flora e della fauna tipiche dell’isola o la contaminazione delle falde acquifere collegate allo stesso mare su cui si fonda il turismo, principale fonte di sostentamento e di introiti delle isole Hawaii.

Poisoning Paradise: un documentario appassionato e sincero che, nonostante qualche ingenuità, arriva dritto al cuore dello spettatore

A una prima parte riflessiva e divulgativa, fa seguito una seconda frazione in cui a emergere è la formazione giornalistica di Keely Shaye Brosnan, che indugia sulla battaglia legale scaturita fra la popolazione locale e le multinazionali incriminate, come la Monsanto. Anche se non manca il coraggio da parte delle registe nell’accusare esplicitamente le istituzioni locali e centrali di connivenza con le aziende incriminate (non mancano decise stilettate all’amministrazione Obama), questa seconda metà del documentario perde decisamente di mordente, affossandosi in dispute giudiziarie e marce di protesta tanto doverose e condivisibili quanto deboli e non particolarmente originali da un punto di vista prettamente narrativo.

Poisoning Paradise

Nonostante qualche ingenuità a livello registico (alcune animazioni presentate nel film sono più adatte a una presentazione Powerpoint scolastica che a un documentario di alto livello) e una rappresentazione a senso unico degli eventi, senza alcuno spazio per il contraddittorio, Poisoning Paradise centra l’obiettivo di informare e porre l’attenzione del pubblico sul fenomeno dei pesticidi e degli OGM, non sempre al centro dell’interesse dei media, ma capaci di creare gravi e irreparabili danni alla nostra salute e all’ambiente che ci circonda. Un documentario appassionato e necessario, che senza fronzoli e giri di parole arriva dritto al cuore e alla pancia dello spettatore, mostrando una realtà difficile da accettare ma sempre più pressante e inquietante.

Regia - 2.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

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