Pomodori verdi fritti alla fermata del treno: recensione del film con Kathy Bates

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, tratto dal romanzo di Fannie Flagg, è un'avvincente storia di amicizia, amore e libertà, con un cast eccezionale.

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno è il film per la regia di Jon Avnet, tratto dal romanzo di Fannie Flagg, Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop. Una pellicola drammatica, resa tuttavia leggiadra dall’incantevole interpretazione di Kathy Bates che, ripercorrendo le vicissitudini delle protagoniste Ruth e Idgie grazie al racconto dell’anziana Ninny (Jessica Tandy), fa sì che la storia della faticosa emancipazione delle due donne, vissute nei complicati anni ’30, rappresenti uno stimolo per superare le sue insicurezze ed ingenuità, riprendendo in mano la propria vita all’ “alba” dei cinquant’anni.

pomodori verdi fritti alla fermata del treno

Ma andiamo con ordine: Pomodori verdi fritti alla fermata del treno vede la dolce ed altruista Eveline (Kathy Bates) alle prese con il sovrappeso ed un matrimonio insoddisfacente che la lega al sornione Ed (Gailard Sartain). Nel tentativo di rinvigorire la relazione e recuperare fiducia in se stessa, la donna frequenta corsi di autostima e motivazione personale, di cui lei stessa appare poco convinta, ma mai quanto Ed che, tra una birra ed una partita di football in TV, continua a trattarla con affetto ma timoroso distacco, assecondandola senza prenderla realmente sul serio.

In occasione di una visita ad una vecchia zia del marito, alloggiata presso una casa di convalescenza e riposo nei pressi di Whistle Stop, Eveline – rifiutata anche dalla bizzosa anziana – fa la conoscenza di Ninny, arzilla ottantenne con una smisurata voglia di parlare. Tra una chiacchiera e l’altra, Eveline viene introdotta al passato della sua nuova amica, rimanendo affascinata dalla storia di due sue compaesane, Ruth e Idgie, pioniere dell’emancipazione femminile.

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Pomodori verdi fritti alla fermata del treno: amicizia, amore e libertà sullo sfondo della società americana del primo dopoguerra

Idgie (Mary Stuart Masterson) è stata prima una bambina e poi un’adulta ribelle ed imprevedibile, compresa ed amata profondamente solo dal fratello maggiore Buddy (Chris O’Donnell), purtroppo scomparso prematuramente a causa di un incidente ferroviario. Un trauma che fa sì che la piccola  si chiuda ulteriormente in se stessa, crescendo passando le giornate a ciondolare fra attività pericolose e partite di poker e rifiutandosi di “accasarsi” come sarebbe convenuto ad ogni virtuosa fanciulla dell’Alabama.

Esasperata dallo spirito sovversivo della figlia, ormai divenuta adolescente, la madre di Idgie decide allora di convocare la catechista Ruth (Mary-Louise Parker), la ragazza di cui Buddy era invaghito e che ha assistito impotente insieme ad Idgie alla morte del ragazzo. Dopo un’iniziale reciproca diffidenza, tra le due nasce una profonda  attrazione ed amicizia, grazie alla quale entrambe riusciranno a portare alla luce la parte migliore di sé. Fino a quando Ruth, dopo l’estate, non sposa il rude Frank (Nick Searcy) un uomo violento dal quale Idgie, anni più tardi, la aiuterà (rimasta incinta) a liberarsi, aprendo con lei un café, il Whistle Stop, rinomato per i suoi croccanti e deliziosi pomodori verdi fritti, serviti caldi.

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Quando però, dopo numerose pressioni su Ruth ed il figlioletto, e le relative minacce dell’amica e compagna in affari, Frank scompare all’improvviso senza essere mai più ritrovato, Idgie viene accusata – forse ingiustamente –  di omicidio, un mistero di cui solo Ninny sembra essere custode…

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno deve gran parte della sua assoluta piacevolezza ad una trama ricca ed avvincente, sostenuta dalle interpretazioni eccezionali dell’intero cast.

La regia di Jon Avnet si limita a trarre il meglio dai propri attori, tutti in profondo stato di grazia nel condurre una storia che sembra nata insieme ai suoi interpreti. Non solo Kathy Bates, che ad ogni performance conferma lo sconfinato talento del quale è dotata, tutti gli attori si muovono sulla scena in perfetta simbiosi con i loro ruoli, dando vita ad un romanzo su pellicola che – nonostante la durata di oltre 2 ore e un quarto – scivola perfettamente verso un epilogo che non si può fare a meno di attendere con ansia.

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno

Nonostante le controversie dovute alle inevitabili  differenze rispetto ad un romanzo che dà spazio alla storia personale di ogni singolo personaggio, Pomodori verdi fritti alla fermata del treno si rivela un’ottima trasposizione, alla quale si perdona anche la scelta narrativa dell’identità attribuita all’anziana narratrice Ninny, differente nell’opera letteraria.

La relazione tra Ruth e Idgie, che nel libro assume la chiara connotazione di una storia d’amore, viene resa su pellicola in modo più delicato, lasciando intuire l’intesa tra le due donne senza mai esplicitarla, ma rendendola altresì tangibile attraverso l’interpretazione straordinaria delle due attrici, costantemente coinvolte in profondi giochi di sguardi e gesti che rivelano tra le righe la natura del loro legame.

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Un amore, quello tra le proprietarie del Whistle Stop Café, che funge da intermediario al profondo messaggio del film, un vero e proprio inno alla libertà di amare ed essere se stessi fino in fondo, senza lasciarsi intralciare da limiti fisici e psicologici che finiscono per essere solo o soprattutto nella nostra testa.

La diversità diviene così un punto di forza che – insieme al potere dell’amicizia e della solidarietà – può davvero cambiare il mondo, rendendo le proprie azioni vive ed efficaci nel promuovere il cambiamento nelle generazioni e negli  anni a venire, in tutte le persone che, come Eveline, si riconosceranno ad esempio nella storia di due donne che hanno scelto di essere libere, anche quando il periodo storico imponeva il contrario.

Sullo sfondo di un’America puritana e razzista, Pomodori fritti alla fermata del treno è una storia che parla di persone autentiche, ricordando l’importanza di vivere la propria vita imponendo sempre il bene sul male, rendendosi impermeabili ad ogni forma di giudizio, anche religioso. Solo così il mondo può avere la possibilità di diventare un luogo migliore.

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Pomodori verdi fritti alla fermata del treno ha ricevuto due nomination agli Oscar (per la Miglior Attrice non Protagonista Jessica Tandy e per la Miglior Sceneggiatura non Originale) e tre ai Golden Globe (Miglior Attrice protagonista Kathy Bates, Miglior Film e Miglior Attrice non Protagonista Jessica Tandy); nel cast anche Stan Shaw, Cicely Tyson, Gary Basaraba, Grayson Fricke, Ginny Parker, Richard Riehle, Lois Smith, Grace Zabriskie, Tim Scott e Afton Smith.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.8