Venezia 79 – Princess: recensione del film di Roberto De Paolis
La recensione di Princess, il film di Roberto De Paolis con Glory Kevin e Lino Musella presentato a Venezia 2022.
Vincitore del Ciak d’oro per la miglior opera prima grazie a Cuori puri, presentato a Cannes nel 2017, Roberto De Paolis torna dietro la macchina da presa con Princess, di cui firma anche la sceneggiatura, selezionato per aprire la sezione Orizzonti a Venezia.
Protagonista del titolo è Princess (Glory Kevin), giovane nigeriana arrivata in Italia da clandestina, che lavora come prostituta nei pressi della pineta di Ostia, a Roma. Le giornate della ragazza si dividono fra i propri clienti e i sogni di una vita migliore che è certa di meritare. A tenderle la mano, desideroso di trascinarla fuori dal limbo in cui si trova, è Corrado (Lino Musella), che lentamente cerca di conquistare la fiducia della giovane.
Princess: una fiaba moderna che racconta la spietatezza della realtà
Traspare l’intenzione, da parte del regista, di proporre sullo schermo uno sguardo che, nonostante i toni fiabeschi, risulti veritiero, sincero. Il film non perde mai il contatto con la realtà, anzi è totalmente immerso in essa. De Paolis rivela senza fronzoli i rapporti che la protagonista ha con i propri clienti, fotografandoli con un’asciuttezza che ne rivela la grande tristezza; consumati contro il tronco di un albero, a pochi passi dai rifiuti, mentre Princess rimane al cellulare per estraniarsi il più possibile da ciò che il suo corpo vive in quei momenti. Nel delineare i personaggi, la sceneggiatura evita di farne figure idealizzate, preferendo portarne in evidenza gli aspetti più virtuosi al pari di quelli più detestabili, così da renderli se non necessariamente amabili in toto, senz’altro autentici.
Plasmata sull’esperienza personale di Kevin, rivelazione del film scoperta da De Paolis mentre lei si prostituiva a Roma, Princess ne è l’esempio principale; dotata di un carattere tanto forte da risultare quasi sprezzante, rifugge il ruolo di fanciulla che si limita ad attendere un eroe in grado di portarla in salvo. Sebbene fantastichi di incontrare un uomo ricco che la sposi così da badare a tutte le sue necessità, in questa attesa sognante Princess non è mai personaggio puramente reattivo, bensì proattivo, cercando da sé di cogliere ogni occasione per conquistare una nuova vita.
Glory Kevin, che condivide la storia del suo personaggio, è la rivelazione del film di Roberto De Paolis
Il punto debole dell’opera seconda di De Paolis risiede probabilmente in un montaggio che conferisce ben poca coerenza narrativa. Il carosello di clienti e i saltuari incontri con Corrado non danno l’idea di costruire, come tasselli, un sentiero chiaro verso una meta, dando più l’impressione di una sequela di immagini che non riescono a dare al racconto quella coesione di cui avrebbe giovato. Della fiaba (e della favola), dopotutto, il lungometraggio sembra avere poco più di qualche immagine (il bosco come prigione, la figure della volpe) e abbandonati alcuni iniziali inserti stilistici, il film non abbraccia appieno la sua natura fiabesca, adagiandosi su una costruzione fin troppo lineare per concedersi una tale diluizione degli eventi.
Il film di De Paolis rivela due anime, sfortunatamente slegate fra loro: una prima che tenta di rendere il candore della giovane nigeriana vittima di un mondo abitato da orchi e una seconda che si inserisce più convenzionalmente in quel filone romantico il cui esponente noto ai più è probabilmente Pretty Woman. La parabola di Princess è comunque abbastanza forte da ridestare lo spettatore dal torpore e fargli notare quelle voci spesso inascoltate delle tante donne che ogni anno compiono un viaggio infernale per ritrovarsi infine in un altro inferno senza reali vie di fuga.
La distribuzione del titolo è nelle mani di Lucky Red, sebbene sia stato presentato a Venezia ancor privo di data di uscita. Prodotto da Young Films Indigo Film con Rai Cinema, Princess vede un cast composto da Glory Kevin, Lino Musella, Sandra Osagie, Salvatore Striano e Maurizio Lombardi.