Venezia 75 – Process (The Trial): recensione del film di Sergei Loznitsa
Process è uno spaccato sulla vita nell'URSS del 1930 che permette allo spettatore di provare cosa significava convivere con la macchina del terrore sovietico.
Process (The Trial) è un documentario di Sergei Loznitsa presentato fuori concorso durante la 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Il regista ucraino Sergei Loznitsa (Maidan, Donbass, Austerlitz) torna con documentario di repertorio, una cronaca archivistica in bianco e nero, accuratamente restaurato, che ci porta in un tribunale di Mosca nel 1930, durante il cosiddetto processo contro il partito Industriale, un procedimento giudiziario diretto a sovvertire un’organizzazione controrivoluzionaria creata, con la complicità del primo ministro francese Raymond Poincaré, per far fallire l’economia dell’Unione Sovietica. Naturalmente quest’opera giudiziaria era un’assoluta montatura, un processo farsa che servì a legittimare il governo di Stalin.
Process (The Trial): il documentario di Sergei Loznitsa presentato durante la 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia
Process è un documentario brillante, un promemoria puntuale dell’oscurantismo autoritario stalinista, che dopo la morte di Lenin, si trovò a dover giustificare un errore economico e politico gravissimo: la sua decisione di voler collettivizzare le fattorie ebbe costi spaventosi, ridusse alla fame milioni di persone e portò inevitabilmente ad una carestia e ad una crisi economica senza precedenti. Come prima mossa politica ciò che fece fu cercare i colpevoli che potessero essere consegnati all’opinione pubblica.
Fu così che nacque questo processo, in cui la tragedia è vera ma il crimine è totalmente falso, come anche gli imputati, costretti a confessare crimini mai fatti, in bilico tra la vita reale e una sentenza di morte. Tutto questo spettacolo creato a tavolino da Stalin diventa un agghiacciante dramma legale, un artificio totalitario al centro del quale c’è un gruppo di economisti e ingegneri, obbligati ad autodenunciarsi dichiarando di aver stretto un un patto segreto con il primo ministro francese e altri leader occidentali per demolire la forza politica ed economica dell’Unione Sovietica.
Process è uno spaccato sulla vita nell’URSS del 1930, che permette allo spettatore di provare cosa significava convivere con la macchina del terrore sovietico e come venivano allestiti interi processi che penetravano nella mentalità dei cittadini, fino a convincerli senza remore alla veridicità di quelle vicende. Quello che è a tutti gli effetti un processo farsa che accusa persone innocenti di aver organizzato un colpo di stato contro il governo, diventa un vero e proprio show, uno spettacolo terrificante, a cui assistono centinaia di spettatori rapiti dalle performance drammatiche degli imputati, dei testimoni e dei giudici. Il film di Sergei Loznitsa dimostra, con un abile ed ingegnoso montaggio, la natura della finzione dello show stalinista, intervallando le scene in tribunale, con le sue lunghe ed interminabili arringhe, a filmati di proteste popolari in cui le folle si accalcano e manifestano contro chi trama contro l’integrità sovietica.
L’abilità del regista è non solo condensare un processo che dura 11 giorni in poco più di due ore, ma enfatizzare le dichiarazioni, il linguaggio della sentenza e i procedimenti giudiziari e burocratici che si susseguono in questo processo. Process è un affascinante e storico documento completamente restaurato con il suono originale registrato nel 1930; il titolo sembra invocare il celebre romanzo kafkiano e si riallaccia perfettamente con l’attualità e con il pericolo costante ed incessante del totalitarismo. Il film di Loznitsa è un racconto ricercato che, grazie a materiali di archivio unici, offre una visione chiara ed inedita dell’intrinseca natura di un regime, in cui viene svuotato ogni dramma umano e consegnato al pubblico come uno spettacolo artefatto e ingannevole.